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PARTE 4
APPENDICI
 
◗ABBREVIAZIONI E SIGLE
Le abbreviazioni e le sigle sono modi sintetici di rappresentare un’entità
linguistica.
●Le abbreviazioni consistono nel troncamento di una o piú parole e nella
sostituzione della parte omessa con un punto (es. eccetera p ecc.;
codice civile p c.c.). È importante che dall’abbreviazione si possa risalire
senza fatica e senza equivoci al vocabolo completo, per cui in genere
si abbreviano termini di uso comune (es. p. o pag. per pagina), di
uso abituale in uno specifico contesto (es. eq. per equazione in un libro
di matematica) oppure termini ripetuti (es. tab. per tabella in una
serie di tabelle). L’abbreviazione può comportare la perdita di una porzione
variabile del vocabolo, addirittura fino a mantenere la sola lettera
iniziale (es. n. per numero).



• In qualche caso si ha una sorta di “semplificazione” con perdita di alcune
lettere intermedie (es. cfr. per confronta).
• Meno frequente il caso in cui si conservano la parte iniziale e quella
finale del vocabolo da abbreviare (es. ca. per circa), ma questa soluzione
può essere adottata allo scopo di evitare equivoci (es. ill. sta per illustre;
ill.mo per illustrissimo; ill.ma per illustrissima). In quest’ultimo
caso il punto si trova – senza spazi – tra i due “frammenti”.
• Dottore si abbrevia con dott. o dr. (quest’ultima voce è derivata dall’inglese).
Va ricordato che in italiano è “dottore” qualunque laureato,
mentre per gli Inglesi questo termine indica solo il medico.
●Le sigle o acronimi concernono espressioni composte da piú parole e si
formano prendendo le lettere iniziali di ogni termine, ad eccezione di
eventuali articoli, congiunzioni e preposizioni (es. gas di petrolio liquefatto
p GPL). Secondo una norma UNI del 1975 le sigle dovrebbero essere
scritte in tutte lettere maiuscole e non avere al loro interno né spazi
né punti (es. UNESCO e non U.N.E.S.C.O. né Unesco), tuttavia per
esigenze grafiche vengono spesso scritte con la sola iniziale maiuscola.
• Le sigle possono utilizzare anche piú lettere di ogni vocabolo dell’espressione
da cui deriva e anche tralasciare qualche termine (es. Cassa
di Risparmio delle Province Lombarde p CARIPLO).
• Esistono sigle derivate da espressioni di altre lingue e acquisite come
tali (es. USA p United States of America).
• Alcune sigle sono entrate talmente nel linguaggio comune da essere
considerate, di fatto, dei sostantivi (es. FIAT è l’acronimo di Fabbrica
Italiana Automobili Torino; modem viene da modulation/demodulation;
radar è l’acronimo di radio detecting and ranging).
Occhio ai simboli! Oltre alle abbreviazioni e alle sigle, merita un cenno
un’altra categoria di notazione sintetica: quella dei simboli. È una famiglia
davvero molto vasta, che comprende, tra l’altro, tutti i segni matematici,
ma ci si limiterà qui a sottolinearne una semplice caratteristica: i
simboli non vogliono il punto, e in questo si distinguono dalle abbreviazioni,
con cui talora vengono confusi. Sono simboli, ad esempio, le unità
di misura, gli elementi chimici e le targhe delle auto, per cui si scriverà m
per metro (non m.), kg per chilogrammo (non kg.), Na per sodio e VR per
Verona, badando alle maiuscole e alle minuscole, che sono entrambe obbligate.
Occorre poi che l’unità di misura segua il numero che la esprime
e non che lo preceda (48,88 g e non g 48,88). Anche le unità monetarie sono
simboli, per cui si avranno ˆ $ £ senza punto e non ˆ. $. £.


GLI ARTICOLI CON LE SIGLE
Per quanto riguarda l’articolo da usare con le sigle, si possono dare casi
diversi. Se la sigla inizia per vocale, l’articolo – concordato in genere
e numero ed eventualmente eliso – è quello che si userebbe per
un sostantivo analogo (es. l’ONU; un’ASL). Anche quando inizia per
consonante vale la stessa regola, sia quando la sigla è “pronunciabile”
come se fosse una parola qualunque (es. il CONI ) sia nel caso in cui le
lettere della sigla si pronuncino separatamente (es. CNR = ci-enne-erre
p il CNR ); quando però il nome della consonante iniziale incomincia
per vocale (es. F = effe; L = elle) l’articolo può anche essere eliso, benché
non sia pratica molto comune (es. la/una SRL p l’SRL/un’SRL =
l’esse-erre-elle/un’esse-erre-elle). In merito al genere delle sigle, di
norma è quello del sostantivo principale (es. il CONI, perché la C sta
per Comitato), con numerose eccezioni dovute alla tendenza a considerarle
aggettivi con sostantivo sottinteso: ad esempio, CID è maschile
sebbene stia per Convenzione di Indennizzo Diretto (sottinteso: modulo);
gif (Graphic Interchange Format) è usato per lo piú al femminile,
in quanto sottintende immagine.
 


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