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PARTE 4
APPENDICI
 
TAUTOLOGIE
La tautologia consiste nel ripetere lo stesso concetto (con una sola parola
o un’intera frase). Come è evidente, in uno scritto rappresenta un difetto,
a meno che non abbia una funzione stilistica. Esistono però anche
tautologie misconosciute, nel senso che, ignorando l’etimologia di un vocabolo,
accade di aggiungergli specifiche o attributi che già sono impliciti
nel termine stesso. Eccone qualche esempio:
●protagonista principale p protagonista deriva dal greco e significa letteralmente
“primo attore”, per cui l’aggettivo principale è di troppo;
●bella calligrafia p calligrafia deriva dal greco e vuol dire “bella scrittura”,
quindi il bella è superfluo (però la locuzione è entrata in uso);
●panacea di tutti i mali p panacea deriva dal greco e significa “che cura
tutti i mali”, quindi basta il termine da solo;
●caratteristica tipica p nel termine caratteristica è già implicito un concetto
di tipicità, di carattere particolare;
●previsioni per il futuro p le previsioni, per loro natura, sono possibili
solo per il futuro, ed è quindi inutile dirlo;
●un caso particolare di tautologia è quello dei cosiddetti acronimi ridondanti,
come virus HIV: la parola virus rappresenta una ripetizione, poiché
è un termine compreso nell’acronimo Human Immunodeficiency Virus;
●molti verbi riflessivi coniati con il prefisso auto- (= da sé) sono tautologici
e andrebbero evitati: autoaccusarsi = accusarsi


PLEONASMO E RIDONDANZA


●Il pleonasmo è una parola o espressione che sia dal punto di vista
grammaticale sia dal punto di vista concettuale risulta superflua, non
necessaria. Ad esempio, a me mi piace quel film; il libro di cui ne ho
parlato pocanzi; ha lasciato casa sua con la sua macchina.
●La ridondanza indica un eccesso di termini che non aggiungono nulla
alla frase in cui sono inseriti, e che pertanto potrebbero essere omessi
senza compromettere la comprensione (es. non siamo stati in grado di
poter partecipare: “essere in grado” già comprende il concetto di “potere”).
Anche le false alternative introducono una sovrabbondanza di termini
del tutto inutile (es. dimmi se vieni o no = dimmi se vieni).
Va notato che il confine tra pleonasmo, ridondanza e tautologia è piuttosto
labile, e che talvolta si verifica una compresenza dei tre fenomeni.
 
 


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