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PARTE 4
APPENDICI
 
LA PREFISSAZIONE
La prefissazione, ossia l’aggiunta di un prefisso alla parola base, non
determina quasi mai il passaggio di una parola da una categoria all’altra
(un nome rimane nome, un aggettivo rimane aggettivo e un verbo rimane
verbo). Fanno eccezione prefissi come anti- (es. furto p antifurto:
da un nome deriva un aggettivo, ma in realtà aggettivi come questo
fungono ormai da sostantivi).
La prefissazione determina la nascita di parole nuove con significato
diverso da quello della parola primitiva. Esistono prefissati nominali,
aggettivali e verbali.
●I prefissati nominali e aggettivali riconoscono tre tipologie di prefissi:
• prefissi derivati da avverbi e preposizioni come ante-, anti-, pre-, dis-,
post-, anfi-, circum-, cis-, trans-, con- (cor-, col-, com-, co-), sin-,

contro-, intra-, entro-, inter-, ultra-, meta-, para-, sotto-, sub-, infra-,
ipo-, vice-, pro- e altri ancora;
• prefissi intensivi come bis-, arci-, super-, ultra-, sur-, iper-, emi-,
mezzo-, eu-, caco-, ben(e)-, mal(e)-;
• prefissi negativi come non-, senza-, a-/an, s-, in- (ir-, il-, im-), dis-.
➤Attenzione: anche il prefisso in-, come il prefisso -a, ha valore privativo,
ma occorre distinguere questo tipo di in (es. inerme = senza armi)
da quello che indica “diventare” (es. inferocire = diventare feroce)
e da quello che indica “inserimento” (infondere = versare dentro). Va
notato che, qualunque sia il valore del prefisso, la consonante n diventa
m prima di b e p (es. imbelle, impavido), diventa r davanti a r
(es. irraggiungibile), diventa l davanti a l (es. illetterato).
●I prefissati verbali riconoscono due tipologie di prefissi:
• prefissi intensivi come r(i)-, stra-, s-;
• prefissi con valore di modo e aspetto come contra-, contro-, inter-,
infra-, dis-, de-, ri-, re-.
Una parola o due? I prefissi (con poche eccezioni) non esistono come
parole autonome e formano una parola unica con il termine cui si
riferiscono (supermercato e non super mercato, vicesindaco e non vice
sindaco). La norma vale anche per i prefissoidi (vedi qui sotto e a pag.
178), per cui sono corretti maxirissa (e non maxi rissa) e minigolf (e non
mini golf), nonché per i numerosi neologismi coniati quasi quotidianamente,
specie in ambito giornalistico. Nei casi in cui l’ultima lettera del
prefisso è uguale alla prima del vocabolo che modifica può essere conveniente
inserire un trattino fra i due termini (es. anti-inquinamento); se
però il termine risultante è usuale le due lettere semplicemente si fondono
(es. antincendio). Prefissi come non e senza possono dare origine sia
a una parola sia a due parole distinte (va notato che non e senza sono vocaboli
autonomi): nonsenso, non intervento; senzatetto, senza casa.

PREFISSOIDI E SUFFISSOIDI

Prefissoidi e suffissoidi sono elementi lessicali di origine greca o latina
che si comportano in pratica come prefissi e suffissi e danno origine
a nomi composti, per lo piú di carattere scientifico, in cui assai
spesso si abbinano tra loro (es. psico-logia, omi-cida). Casi particolari
sono mini e maxi, che derivano rispettivamente dal francese miniature
e dal latino maximus. A pagina 178 sono elencati alcuni dei
principali con i relativi significati.
 


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