index_italian_m Grammatica essenziale 2011


SINTASSI DELLA FRASE COMPLESSA
LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE
 
◗ Soggettiva e oggettiva
La subordinata soggettiva funge da soggetto della principale e può dipendere
da:
• verbi impersonali come capitare, avvenire, succedere, accadere, occorrere,
bisognare, risultare, parere, sembrare, convenire, bastare, importare,
interessare, dispiacere:
pare che la notizia abbia sortito gli effetti sperati
• verbi usati impersonalmente (cioè con il si passivante) come si racconta,
si narra, si pensa, si dice, si crede, si spera:
si spera che i politici governino nell’interesse del Paese
• espressioni impersonali formate dal verbo essere (o sembrare, parere e
riuscire) + nome, aggettivo o avverbio, come è dovere, è compito, è ora,
è tempo, è un’indecenza, è un piacere, è una vergogna; è giusto, è opportuno,
è necessario, è chiaro, è noto, è bello, è brutto; è bene, è male,
è tanto, è molto, è poco:
è tempo di reagire
è bene che tu ti indigni di fronte alle ingiustizie
è molto che aspetto tue notizie
●Nella forma esplicita la subordinata soggettiva è introdotta dalla congiunzione
che e ha il verbo all’indicativo (se la principale esprime certezza),
al congiuntivo (se la principale esprime possibilità o speranza)
o al condizionale (se l’azione della soggettiva è subordinata a una determinata
condizione):
si pensa che siete assai creativi
si dice che quello sia il miglior orologio in circolazione
è noto che quel cantante farebbe concerti tutti i giorni
➤Saperne di piú: la soggettiva con il verbo al congiuntivo può non essere
anticipata dalla congiunzione che, sempre che dipenda da un verbo e
non da una locuzione. Ad esempio: pare (che) sia molto forte.
●Nella forma implicita la subordinata soggettiva ha il verbo all’infinito,
con o senza la preposizione di:
bisogna fare attenzione
sembra di essere al mare




Le soggettive implicite possono generare dubbi sulla presenza o meno
della preposizione di. Premesso che la materia non è normata da regole
precise e che non tutti i grammatici la pensano allo stesso modo, ecco
qualche indicazione generalmente condivisa:
●La preposizione di non va usata con bisogna, conviene; con appare
+ aggettivo e con è + nome o aggettivo o avverbio:
conviene ammettere le proprie colpe
(errato conviene di ammettere le proprie colpe)
è bene riflettere prima di parlare
●La preposizione di è d’obbligo con capita, accade, avviene, riesce, viene
e con va (voce del verbo andare con il significato di “aver voglia”):
non ti riesce mai di farmi un sorriso sincero
non mi va di fare buon viso a cattivo gioco
●La preposizione di è facoltativa con riesce + aggettivo, dispiace, basta,
vale la pena:
gli riesce facile (di) essere socievole
mi dispiace (di) averti visto abbattuto
vale la pena (di) essere ottimisti


La subordinata oggettiva funge da complemento oggetto della principale
e può dipendere da:
• verbi e locuzioni dichiarative come dire, dichiarare, raccontare, riferire,
dare notizia:
dichiarò che aveva finito
• verbi e locuzioni indicanti un ricordo o una percezione come ricordare,
dimenticare, sentire, accorgersi, vedere, percepire:
mi accorsi di essere arrivato nel posto giusto
• verbi e locuzioni esprimenti volontà, impedimento, timore come volere,
desiderare, comandare, concedere, proibire, aver timore:
ho sempre desiderato che tutti fossero felici come me
• verbi e locuzioni esprimenti giudizio, opinione, dubbio come pensare,
dubitare, sospettare, avere la convinzione, essere del parere, essere dell’idea,
avere il dubbio:
siamo dell’idea che tu abbia commesso un errore di valutazione
• verbi e locuzioni esprimenti sentimenti come meravigliarsi, sdegnarsi,
dolersi, esser lieto, aver piacere:
ho piacere di venire a trovarti



➤Saperne di piú: secondo alcuni grammatici i verbi e le locuzioni che esprimono
sentimenti introducono una causale, mentre quelli che esprimono
comando e impedimento introducono una finale.
●Nella forma esplicita la subordinata oggettiva è di norma introdotta dalla
congiunzione che e ha il verbo all’indicativo (se la principale esprime
certezza), al congiuntivo (se la principale esprime un’opinione o
un’ipotesi ) o al condizionale (se la principale esprime possibilità):
gli agenti di polizia dicono che è recidivo
gli agenti di polizia pensano che sia recidivo
gli agenti di polizia dicono che potrebbe essere recidivo
Meno diffusa, forse perché piú letteraria, è l’oggettiva introdotta da come
con il congiuntivo:
il nonno raccontò come un tempo la vita fosse meno monotona
●Nella forma implicita – in genere possibile solo se il soggetto coincide
con quello della principale – la subordinata oggettiva è retta dalla
congiunzione di e ha il verbo all’infinito; può non esserci coincidenza
di soggetto con i verbi di comando e impedimento oppure con quelli indicanti
percezione non introdotti da preposizione:
ho sempre sperato di poter acquistare una casa al mare
la professoressa mi ordinò di tacere
sentii il portinaio lamentarsi per il rumore
L’implicita con i verbi di percezione può essere trasformata, oltre che
in esplicita, in una subordinata relativa:
quel giorno videro la città svuotarsi (oggettiva implicita)
quel giorno videro che la città si svuotava (oggettiva esplicita)
quel giorno videro la città che si svuotava (relativa)
Oggettiva o soggettiva? Se la distinzione tra oggettiva e soggettiva
dovesse risultare ostica non bisogna far altro che soffermarsi sul verbo:
la forma impersonale è sempre e soltanto appannaggio della soggettiva:
pensiamo che la fortuna sia un dono per pochi (oggettiva)
non risulta che il pacco sia stato ritirato (soggettiva)
◗ Strumentale
La subordinata strumentale indica l’azione per mezzo della quale si verifica
quanto espresso dal verbo della principale; può avere solo forma implicita,
con il verbo al gerundio o all’infinito retto dalla preposizione con
o da locuzioni come a forza di, a furia di:


lavorando in giardino, la nonna ha preso un po’ di sole
a furia di spronarlo l’abbiamo persuaso a prendere una decisione
◗ Temporale
La subordinata temporale indica il momento in cui l’azione della principale
si svolge, si è svolta o si svolgerà; l’azione può essere contemporanea
a quella della reggente, anteriore o posteriore.
●Se l’azione è contemporanea a quella della principale, la temporale
• nella forma esplicita ha il verbo all’indicativo ed è retta dalle congiunzioni
quando, mentre, allorquando, allorché, come o da locuzioni
come nel momento che, al tempo in cui:
quando non sta bene non riesce a essere di compagnia
• nella forma implicita, possibile solo se c’è coincidenza di soggetto
con la principale, ha il verbo al gerundio presente o all’infinito retto
dalle preposizioni articolate nel o nello:
nello scoprire la verità rimasi di stucco
➤Attenzione: espressioni formate dalle preposizioni al e sul seguite dall’infinito
– come al calar del sole, sul far della sera – sono equiparabili
a complementi di tempo, anziché a subordinate temporali.
●Se l’azione è anteriore a quella della principale, la temporale
• nella forma esplicita ha il verbo all’indicativo ed è introdotta da locuzioni
come dopo che, una volta che:
dopo che ebbero letto il libro si complimentarono con l’autore
• nella forma implicita ha il verbo all’infinito passato (se il soggetto
della principale e quello della temporale coincidono) retto dalla congiunzione
dopo, al participio passato con o senza la congiunzione che
oppure retto da locuzioni come non appena, una volta:
dopo aver cenato prenderò un tè
scesa che fu dall’autobus, si diresse verso casa
una volta giunti a destinazione potranno riposarsi
●Se l’azione è posteriore a quella della principale, la temporale
• nella forma esplicita ha il verbo al congiuntivo ed è introdotta dalla
locuzione prima che:
si era ripreso prima che potesse rendersene conto
• nella forma implicita ha il verbo all’infinito ed è retta dalla locuzione
prima di:
prima di decidere mi consulterò con il mio avvocato


Hanno valore di subordinata temporale anche:
●le proposizioni all’indicativo rette da ogniqualvolta, tutte le volte che,
ogni volta che:
tutte le volte che ti vedo penso ai bei tempi andati
●le proposizioni all’indicativo rette da dacché, da quando, da che:
dacché non ho piú l’auto percorro molti chilometri in bicicletta
●le proposizioni all’indicativo o al congiuntivo rette da finché, fintanto
che, fino a che, fino a quando, fin quando:
non interloquiremo fino a che il relatore non abbia concluso
●le proposizioni all’indicativo rette da man mano che, a mano a mano
che:
man mano che crescono, i bambini diventano indipendenti
➤Attenzione: la locuzione mano a mano è scorretta; sono ammesse solo
le forme man mano o a mano a mano.
 


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