index_italian_m Grammatica essenziale 2011


SINTASSI DELLA FRASE COMPLESSA
 
LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE
Le subordinate sono proposizioni che dipendono da altre; se rette dalla
principale sono dette subordinate di 1° grado, se rette da una subordinata sono
dette subordinate di 2°, 3° grado e cosí via. A ogni subordinata possono
essere collegate delle proposizioni coordinate:
Mattia è andato a casa di Alice (principale)
per restituirle il libro (subordinata di 1° grado)
che lei gli aveva prestato (subordinata di 2° grado)
e per salutarla (coordinata della subordinata di 1° grado)
✎Nota etimologica: la subordinazione è detta anche ipotassi, termine che
deriva dal greco hypotáxis, che significa “dipendenza”, “sottomissione”.
Se l’azione è espressa con un verbo di modo finito, le subordinate si dicono
esplicite (es. la maestra ricordò agli scolari che portassero due biro
rosse); se l’azione è espressa con un verbo di modo indefinito, le subordinate
si dicono implicite (es. la maestra ricordò agli scolari di portare due
biro rosse).
●Le subordinate esplicite possono essere introdotte da:
• pronomi, aggettivi e avverbi interrogativi:
non sapevo quale maglione preferisse
• pronomi e avverbi relativi:
sono andato a vedere il film che mi avevi consigliato
• congiunzioni e locuzioni subordinanti:
sebbene fosse estate faceva molto freddo
●Le subordinate implicite possono essere:
• introdotte da preposizioni come di, a, da, per, senza, dopo:
sono andata da mia nonna per salutarla
• collegate direttamente alla principale:
finito il tema, Eugenio lo consegnò al professore
• precisate da una congiunzione, nel caso del gerundio:
pur essendo stanca ho continuato a lavorare fino a notte
Da implicite a esplicite. Le proposizioni implicite possono essere trasformate
in esplicite, il che è talora consigliabile per ragioni di chiarezza
e di stile (es. essendo guarito, Davide tornò a scuola p poiché era guarito,
Davide tornò a scuola. Va però ricordato che la forma esplicita si può
usare solo quando il soggetto della subordinata coincide con quello della
reggente o quando il verbo è al participio o gerundio ed è indicato il soggetto
della subordinata. L’esempio precedente è valido perché Davide è il
soggetto di entrambe le proposizioni: è sia colui che è guarito sia colui
che tornò a scuola. Quando invece i soggetti sono diversi, devono essere
entrambi espressi (es. essendo guarito il fratellino Luca, Davide tornò a
scuola). Fa eccezione la proposizione finale quando esprime un’esortazione
(es. ti ordino di chiedere scusa).


NON INCIAMPIAMO NEL GERUNDIO!
Non si sottolineerà mai abbastanza che l’uso del gerundio espone a numerose insidie.
Come detto, il soggetto del gerundio deve essere lo stesso della reggente: se non lo
è, bisogna ricorrere a una frase esplicita. Ad esempio, la frase la vostra proposta è stata
respinta dal consiglio di amministrazione, considerandola troppo dispendiosa è errata,
perché il soggetto del gerundio (considerandola) è il consiglio di amministrazione, mentre
il soggetto della reggente è la proposta. La frase corretta è: la vostra proposta è stata
respinta dal consiglio di amministrazione, che la considera troppo dispendiosa.




MODI E TEMPI DELLE SUBORDINATE

Le proposizioni subordinate usano tutti i modi (tranne l’imperativo). In genere
la scelta dipende da ciò che si vuole esprimere:
●certezza: penso che tu sei simpatico;
●dubbio: penso che tu sia simpatico;
●ipotesi condizionata da un altro avvenimento: penso che ti direbbe di sí.
Esiste però il caso di subordinate in cui il modo dipende strettamente dalla
congiunzione che viene utilizzata (anche se la valenza non cambia):
Lucia mangiava anche se non aveva fame
Lucia mangiava sebbene non avesse fame
Lucia mangiava pur non avendo fame

Piú complesso è il discorso relativo ai tempi e alla loro concordanza (quella
che in latino si dice consecutio temporum), il cui impiego è regolato da norme
ben precise. A differenza del tempo della principale, detto assoluto perché
è indipendente (o, per meglio dire, dipende solo dalla collocazione cronologica
dell’azione), i tempi delle subordinate sono detti relativi, poiché dipendono
dal tempo della principale. In quanto relativi, mutano se questo muta e
cambiano a seconda del rapporto cronologico fra il verbo della principale e
quello della subordinata.
I TEMPI NELLE SUBORDINATE ESPLICITE
●Se il verbo della principale è al tempo presente, la subordinata avrà:
• l’indicativo, il congiuntivo o il condizionale presenti per esprimere contemporaneità:
penso che tu sei irresponsabile
penso che tu sia irresponsabile
penso che tu saresti irresponsabile (se...)
• l’indicativo passato prossimo o imperfetto, il congiuntivo passato o imperfetto
o il condizionale passato per esprimere anteriorità:
penso che tu sei stato irresponsabile
penso che tu sia stato irresponsabile
penso che tu saresti stato irresponsabile (se...)
• l’indicativo futuro, il congiuntivo presente o il condizionale passato per
esprimere posteriorità:
penso che tu sarai irresponsabile
spero che tu, d’ora in poi, non sia irresponsabile
penso che in seguito non sarebbe stato piú irresponsabile
Come si vede dagli esempi, in genere il presente congiuntivo e il condizionale
passato sono integrati da perifrasi verbali e locuzioni come da questo
momento in poi, in seguito.
●Se il verbo della principale è al tempo passato, la subordinata avrà:
• l’indicativo o il congiuntivo imperfetti per esprimere contemporaneità:
capii che avevi ragione
ho pensato che fossero schietti
• l’indicativo trapassato prossimo o il congiuntivo trapassato per esprimere
anteriorità; nelle subordinate temporali introdotte da non appena che,
dopo che e simili in dipendenza da un passato remoto si ricorre al trapassato
remoto:


capii che avevi avuto ragione
ho pensato che fossero stati schietti
capii non appena ebbi visto la scena con i miei occhi
• il condizionale passato per esprimere posteriorità:
capii che avresti avuto ragione
●Se il verbo della principale è al futuro, la subordinata avrà:
• l’indicativo o il congiuntivo presenti per esprimere contemporaneità:
domani forse capirò che sei veramente buono
mi impegnerò perché tu sia soddisfatto
• il passato prossimo, il congiuntivo passato o il futuro anteriore per esprimere
anteriorità:
ammetterò che hai avuto ragione
ammetterò che tu abbia avuto ragione
quanto ti avrò incontrato forse potrò crederti sincera
Il futuro anteriore esprime un’azione anteriore a quella della principale,
ma proiettata comunque nel futuro.
➤Attenzione: Con i verbi esprimenti volontà o desiderio al condizionale la
concordanza è sempre quella dei tempi passati. Infatti sia al condizionale
presente sia al condizionale passato della principale corrispondono nella
subordinata il congiuntivo imperfetto per esprimere contemporaneità o
posteriorità, il congiuntivo trapassato per esprimere anteriorità:
vorrei che mi leggessi questo libro
avrei voluto che mi leggessi questo libro
preferirei che mi avessi letto questo libro
avrei preferito che mi avessi letto questo libro
I TEMPI NELLE SUBORDINATE IMPLICITE
●Qualunque sia il tempo della reggente, nelle subordinate implicite:
• la contemporaneità e la posteriorità si esprimono con l’infinito, il participio
o il gerundio presenti:
pensavo di esserti simpatico
questi stranieri hanno letto un libro riguardante le piramidi
essendo influenzato, non mi sento di uscire
• l’anteriorità si esprime con l’infinito, il participio o il gerundio passati:
si pentiranno di aver mentito
finiti i compiti, Giacomo andò a giocare
non avendo letto quel libro, non posso esprimere un giudizio





SI DICE, NON SI DICE
Le forme verbali all’indicativo anche quando è d’obbligo l’uso del congiuntivo sono assai
frequenti nel linguaggio parlato, ma sono veri e propri errori (si dice sta meglio di
quanto sembri e non sta meglio di quanto sembra; si dice spero che tu vada bene a
scuola e non spero che vai bene a scuola).



I criteri per la classificazione delle subordinate sono assai discussi. In questo
testo ci atteniamo alla distinzione basata sulla funzione che la singola
proposizione svolge all’interno del periodo. Da questo punto di vista le subordinate
si distinguono in:
●circostanziali (causali, comparative, concessive, consecutive, finali, modali,
temporali ecc.): sono quelle che nel periodo hanno lo stesso compito
che i complementi indiretti svolgono nella frase semplice;
●completive (dichiarative, interrogative, oggettive, soggettive): sono quelle
che nel periodo hanno la stessa funzione che ha il soggetto nella frase
semplice;
●relative (comprese le relative improprie): sono quelle che nel periodo
svolgono le stesse funzioni svolte nella frase semplice da apposizione e
attributo.
Segue un elenco in ordine alfabetico delle principali proposizioni subordinate
con una descrizione delle loro funzioni.
◗ Aggiuntiva
La subordinata aggiuntiva aggiunge, appunto, un’informazione a quanto si
dice nella principale. La forma piú usata è quella implicita, introdotta dalle
locuzioni oltre che, oltre a con verbo all’infinito; la forma esplicita è
introdotta dalla locuzione oltre che con l’indicativo, ma è ormai desueta:
oltre a essere gioviale, Giada è anche molto carina
oltre che non dici grazie, pretendi anche che perseveriamo nell’aiutarti
◗ Avversativa
La subordinata avversativa indica un fatto che si contrappone a quanto si
dice nella principale. Nella forma esplicita ha il verbo all’indicativo o al
condizionale ed è introdotta dalle congiunzioni quando, mentre (entrambe
possono essere rafforzate dall’avverbio invece), laddove; nella forma

implicita, ammessa solo se il soggetto è lo stesso della reggente, ha il
verbo all’infinito ed è introdotta da locuzioni come al posto di, in luogo
di, anziché, invece di:
Anna gioca, mentre invece io sparecchio
anziché essere contento, ti lamenti in continuazione
Non confondiamo le avversative. Come esposto a pag. 147, esistono
anche coordinate avversative, che però si distinguono dalle subordinate perché
introdotte da congiunzioni differenti (ma, eppure, nondimeno, tuttavia).
Le congiunzioni quando e mentre possono introdurre anche subordinate
temporali (vedi pag. 167), ma il contesto consente in genere di stabilire la
vera natura della proposizione. In ogni caso, va tenuto presente che le temporali
rispondono alle domande «quando? in quale momento o periodo?».
 


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