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CONGIUNZIONE
La congiunzione è la parte invariabile del discorso che serve a unire tra
loro due parole o due proposizioni. I parametri di classificazione sono
due: la morfologia e la funzione sintattica.
In base alla forma le congiunzioni si dividono in tre gruppi:
●Congiunzioni semplici, ovvero composte da una sola parola:
e (ed), ma, pure, o (od), né, quando, se, però
●Congiunzioni composte, ovvero derivate dalla fusione di piú parole:
affinché, oppure, sebbene, allorché, nondimeno, purché
●Locuzioni congiuntive, ovvero formate da piú parole separate:
per la qual cosa, anche se, dal momento che,
ogni volta che, a patto che
✎Nota etimologica: la maggior parte delle congiunzioni italiane deriva da
voci latine di ugual significato (e da et; se da si; né da nec, o da aut). Ma
deriva da magis (“piú”, “piuttosto”), però da per hoc (“per questo”), quando
deriva dal quando latino, che a sua volta deriva da quis (“chi”).
In base alla funzione le congiunzioni possono essere:
●Coordinanti
●Subordinanti



LE CONGIUNZIONI COORDINANTI
Le congiunzioni coordinanti servono per collegare parole o proposizioni che
si trovano sullo stesso piano logico e sono sintatticamente indipendenti:
sono stato male, infatti mi vedo alquanto deperito
A questo gruppo appartengono le congiunzioni:
●Copulative affermative, che si usano per accostare due elementi: e,
anche, pure, inoltre, altresí:
bevono e mangiano in continuazione
●Copulative negative: né, neanche, neppure, nemmeno:
non può né vuole cedere al tuo ricatto
●Avversative, che vengono usate per indicare una contrapposizione: ma,
tuttavia, però, pure, eppure, anzi, nondimeno, bensí, piuttosto:
hai un comportamento cristallino, eppure non ti capiscono

●Conclusive, con cui si indica che il secondo elemento è una conseguenza
del primo: dunque, perciò, quindi, pertanto, allora, per cui, ebbene:
sono stanca, quindi dormo
●Correlative, che vengono usate in coppia e servono a mettere in corrispondenza
due elementi: e... e, o... o, né... né, sia... sia, sia... che, non
solo... ma anche, ora... ora, tanto... quanto, tale... quale:
il caffè mi piace sia freddo sia caldo
➤Saperne di piú: la correlativa sia... che rappresenta una corruzione popolare
della piú corretta sia... sia. Tuttavia è ampiamente entrata nell’uso
ed è oggi da considerarsi accettabile.
●Dichiarative (o esplicative), che servono per introdurre una spiegazione:
infatti, difatti, cioè, ossia, invero, vale a dire:
ha studiato glottologia, cioè la scienza che si occupa della lingua
➤Saperne di piú: anche la congiunzione o può avere valore esplicativo (es.
in una mappa le isoipse, o curve di livello, collegano i punti alla stessa
altitudine).
●Disgiuntive, che si usano per indicare separazione o esclusione: o, oppure,
altrimenti, ovvero:
ti ha chiesto una pizza o un calzone?
I molti usi di ma e di e. Alcune congiunzioni possono assumere valenze
differenti dal puro e semplice collegamento. Ad esempio, ma può
avere valore enfatico (es. ma chi crede di essere?) o conclusivo (es. ma,
detto ciò, passiamo oltre). La congiunzione e può avere valore avversativo
(es. te l’ho chiesto e tu non l’hai fatto), conclusivo (es. ho studiato
diligentemente e ho avuto un bel voto) o enfatico (es. e che altro potremmo
aggiungere?). La sua presenza è obbligata in espressioni come
tutti e due, tutti e tre; ometterla è un errore: non si deve dire tutti due o
tutti tre. Infine, nelle enumerazioni la e separa le ultime due voci e in questo
caso non deve essere preceduta dalla virgola (es. mele, pere e noci non
mele, pere, e noci).







LE CONGIUNZIONI COORDINANTI
Le congiunzioni subordinanti vengono usate per legare, in un rapporto di
subordinazione, due proposizioni:
il professore non proferí verbo finché non tacemmo tutti

A questo gruppo appartengono le congiunzioni:
●Avversative: mentre, quando, laddove:
sei stato impulsivo, mentre avresti potuto riflettere un po’
●Causali: siccome, poiché, perché, in quanto che, giacché, dacché, dal
momento che, per via che, visto che, dato che:
è rimasto al caldo, dal momento che è in preda ai brividi
●Comparative: come, cosí... come, piú/meno... di come, piú/meno... di
quanto, piú/meno/meglio/peggio... di quello che, piuttosto che, quanto,
tanto... quanto:
le sue parole contano per voi quanto un filo d’erba


SI DICE, NON SI DICE
La locuzione piuttosto che significa “al posto di”, “anziché” (es. ho preferito riposarmi
piuttosto che andare a correre). Il suo uso con il significato di “o, oppure” è errato: non
si deve dire andremo al campetto piuttosto che in palestra per intendere “andremo al
campetto o in palestra”.


●Concessive: anche se, anche quando, anche qualora, nonostante, benché,
sebbene, quantunque, malgrado:
quantunque sia estremamente agile, Stefano non ama lo sport
➤Saperne di piú: la congiunzione nonostante deriva dall’unione della negazione
non con il participio presente del verbo difettivo ostare (= ostacolare).
Malgrado deriva dal francese mal gré (= contro il desiderio, in
opposizione) e andrebbe usato solo in riferimento a persone.
●Condizionali: se, qualora, purché, a condizione che, a patto che:
ti ascolto, purché tu dica la verità
➤Attenzione: quando introduce il periodo ipotetico della possibilità o dell’irrealtà
la congiunzione se vuole il congiuntivo e non il condizionale:
se tu lo facessi sbaglieresti non se tu lo faresti sbaglieresti
●Consecutive: cosicché, tanto che, in modo che, cosí... che, tanto... che, al
punto che:
era euforico al punto che non sembrava il Marco di sempre
●Dichiarative: che, come (quest’ultima vuole il congiuntivo):
i fatti dimostrano come l’invidia possa essere deleteria
●Eccettuative, esclusive, limitative: che, tranne che, fuorché, eccetto
che, salvo che, a meno che, senza che, per quello che, altro che:
non facevate che lamentarvi


●Finali: affinché, perché:
l’ho avvisato del licenziamento affinché non si facesse illusioni
●Interrogative, dubitative: se, come, quando, quanto, perché:
non so se si riprenderà
●Modali: come, come se, nel modo che, quasi:
ho pianto tanto, quasi non mi sfogassi da secoli
●Temporali: quando, finché, fin quando, fintantoché, da che, da quando,
dopo che, prima che, mentre, intanto che, (non) appena, ogni qual volta
(ogniqualvolta), ogni volta che, ora che:
ero deciso a partire prima che Marta mi raggiungesse a casa



SI DICE, NON SI DICE
Dopo le congiunzioni come, mentre, quando e dove il che è vietato (non si dice mentre
che dormivo ma mentre dormivo); dopo nonostante e malgrado, invece, il che è accettato,
sebbene da evitare in quanto in genere appesantisce la frase senza nulla aggiungere:
nonostante (o nonostante che) ci abbia provato, non è riuscito a vincere.



CONGIUNZIONI TUTTOFARE

Alcune congiunzioni possono avere molteplici significati ed essere
usate in contesti molto diversi. Eccone una breve sintesi.
●Che può avere funzione causale, comparativa, consecutiva, dichiarativa,
eccettuativa, finale, limitativa e temporale.
●Come può avere funzione comparativa, dichiarativa, interrogativa
indiretta, modale e temporale.
●Mentre può avere funzione avversativa e temporale.
●Perché può avere funzione causale, consecutiva, interrogativa indiretta
e finale.
●Quando può avere funzione avversativa, causale, condizionale, interrogativa
indiretta e temporale.
●Se può avere funzione causale, concessiva, condizionale e interrogativa
indiretta.
➤Saperne di piú: anticamente se era molto usato anche con valore desiderativo,
per esprimere appunto un desiderio, un auspicio, un augurio.
Ne troviamo un esempio nell’espressione dantesca Se l’uom ti
faccia liberamente ciò che ’l tuo dir priega (= possa quest’uomo soddisfare
le tue preghiere). Il valore desiderativo è peraltro presente ancora
oggi in espressioni come oh, se avessi piú tempo per me!
 
 
 
 


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