index_italian_m Grammatica essenziale 2011


AVVERBIO
GLI AVVERBI DI TEMPO
Gli avverbi di tempo vengono usati per indicare in quale momento si
svolge un’azione. Si suddividono in due categorie:
●Avverbi propriamente detti, come ieri, oggi, domani, sempre, mai,
spesso, prima, dopo, ora, adesso, subito, allora, stasera, talora, già.
• In genere l’avverbio mai si usa come rafforzativo di un pronome negativo
o della congiunzione negativa non:
nessuno ha mai capito davvero quanto tu sia sensibile
per la vostra maleducazione la nonna non ha mai pace
Se posto prima del verbo, ha valenza enfatica e non vuole la congiunzione
negativa non:
mai ha avuto rispetto del mio lavoro
Nelle proposizioni condizionali e interrogative ha il significato di “qualche
volta” o “per caso”:
ti sei mai imbattuto in Luca?
se mai lo incontrassi scapperei a gambe levate

• In genere l’avverbio già indica il compimento di un’azione:
hai già portato a termine il tuo lavoro?
Molto spesso significa “ormai”:
piove già
Talvolta significa “oltre tutto”:
non tormentarmi, sono già depressa
A volte, in particolare nelle risposte, può significare “sí”:
«È vero che ti hanno licenziato?» «Già»
●Locuzioni avverbiali, come di buon’ora, nel frattempo, un giorno, di
quando in quando.
Gli avverbi di tempo come presto e tardi prevedono gradi e forme alterate:
arriverò tardissimo
GLI AVVERBI DI GIUDIZIO
Gli avverbi di giudizio esprimono un giudizio (o una valutazione) che
conferma, mette in dubbio o nega l’elemento cui si riferiscono. A questa
categoria appartengono:
●avverbi di affermazione come sí, appunto, proprio, certo, certamente,
sicuro, sicuramente;
●avverbi di dubbio come forse, quasi, circa, magari, probabilmente;
●avverbi di negazione come no, non, neppure, nemmeno, neanche, mica.
➤Saperne di piú: alcuni grammatici preferiscono considerare sí e no, piuttosto
che avverbi, parole olofrastiche (termine derivante dal greco che
significa “che dicono interamente”), poiché questi monosillabi nelle risposte
sostituiscono interamente la frase della domanda: ad esempio,
«Vuoi del pane?» «Sí».


GLI AVVERBI DI QUANTITÀ
Gli avverbi di quantità indicano in modo non precisato numericamente una
quantità o una misura riferita a una qualità o a un’azione. A questa categoria
appartengono:
●aggettivi e pronomi indefiniti che con un semplice mutamento funzionale
assumono valore avverbiale come molto, poco, meno, troppo, piú,
tanto, quanto, niente, nulla;
●forme avverbiali originali come quasi, piuttosto, almeno, abbastanza.

●gli avverbi cosiddetti aggiuntivi (poiché indicano un’aggiunta o connotano
enfaticamente un fatto); tra questi, addirittura, ancora, inoltre,
pure, perfino/persino:
Sabrina è stata addirittura capace di deridermi
●locuzioni avverbiali come un poco, né piú né meno, pressappoco, all’incirca.
Affatto è giusto? Punto! Contrariamente a quanto molti pensano, l’avverbio
affatto non significa “per nulla”, ma “interamente”. Ha significato
negativo solo se accompagnato da una negazione, e in questo caso la
rafforza (es. non mi sono affatto trovata bene = non mi sono trovata per
niente bene; non mi hanno affatto aiutato = non mi hanno aiutato per nulla).
Nell’uso comune è invalsa l’abitudine di far prevalere la connotazione
negativa (es. «Stai bene?» «Affatto» = «Stai bene?» «Per niente»), ma questi
costrutti possono generare equivoci e nell’italiano scritto vanno evitati
(es. «Stai bene?» «Niente affatto» e non «Affatto»). Un altro avverbio con
significato rafforzativo e valore di negazione è punto. Confinato ormai all’uso
regionale (soprattutto toscano), deriva dal sostantivo omonimo, inteso
come quantità minima (es. sono andato al mercato per comperare
mele, ma non ne ho trovate punto = non ne ho trovate per nulla). L’uso
concordato (come se fosse un aggettivo) è ancor meno frequente.




GLI AVVERBI INTERROGATIVI ED ESCLAMATIVI
Gli avverbi interrogativi sono usati nelle interrogative dirette e sono
quindi seguiti dal punto interrogativo. Possono essere:
●di tempo: quando?
●di modo: come?
●di luogo: dove?
●di causa: perché?
●di quantità: quanto?
Quando introducono un’interrogativa indiretta assumono la funzione di
avverbi interrogativi relativi:
dimmi quando verrete, cosí saprò quanti siete
Quando mettono in relazione due proposizioni introducendo una subordinata
con valore temporale, finale, causale o modale svolgono la funzione
di congiunzioni subordinanti:
Antonio non mi piace perché ha modi artefatti
Questi avverbi fungono anche da esclamativi (es. quanto mi costa!).



AVVERBI PARTICOLARI
Esistono avverbi che possono essere ascritti a piú categorie e avverbi che non
rientrano in nessuno dei gruppi riconosciuti dalle classificazioni canoniche.
●Ancora può essere avverbio aggiuntivo, di quantità o di tempo:
vorrei assistere ancora (= di nuovo) a quello spettacolo
mi sento ancora (= molto) piú triste
Chiara è ancora (= tuttora) in ospedale
●Appena può essere avverbio di quantità o di tempo:
quella cifra era appena sufficiente per estinguere il debito
si era appena addormentato, quando la sveglia suonò
●Cioè è avverbio con funzione esplicativa e correttiva e può significare
anche “o meglio”, “ovvero”, “anzi”:
oggi è lunedí, cioè il primo giorno della settimana
scrivi tu, cioè no, scrivo io
«Ti sei comportata male» «Cioè?»
●Come può essere avverbio relativo o interrogativo, preposizione o congiunzione:
fammi sapere come si sente
come ti trovi?
Giovanni è abile come Michele
come ho detto, non tornerò piú
●Cosí può essere avverbio di modo o di quantità:
io voglio agire cosí
mi sembra cosí ingiusto!
●Dunque è avverbio conclusivo o riassuntivo oppure congiunzione:
penso, dunque sono
●Eccetera è usato per sottintendere cose o persone simili a quelle citate:
per questo progetto occorrono ingegneri, architetti, geometri eccetera
✎Nota etimologica: l’avverbio eccetera deriva dal latino et cetera, che
significa “e altre cose”. Può essere abbreviato in etc. o ecc.
●Ecco si usa per annunciare o presentare qualcosa, soprattutto in frasi nominali
ed esclamative, oppure per rafforzare una congiunzione:
ecco il colpevole!
stavo dormendo, quand’ecco suonarono le campane
●Insomma è avverbio conclusivo o riassuntivo:
insomma, ci siamo arresi all’evidenza e abbiamo chiesto scusa
 
 
 
 


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