index_italian_m Grammatica essenziale 2011
| PRONOME |
| I PRONOMI PERSONALI I pronomi personali servono a indicare la persona o le persone che parlano (prima persona singolare e plurale), la persona o le persone che ascoltano (seconda persona singolare e plurale) e la persona o le persone di cui si parla (terza persona singolare e plurale). Mutano tutti di numero, ma nel genere variano solo nella terza persona. In base alla funzione sintattica i pronomi personali si dividono in pronomi personali soggetto e pronomi personali complemento. PERSONA PRON. PERS. SOGGET TO PRON. PERS. COMPLEMENTO 1a SINGOLARE io me (di me, a me, con me ecc.), mi 2a SINGOLARE tu te (di te, a te, con te ecc.), ti 3a SINGOLARE egli, lui; ella, lei; esso, essa lui/lei (di lui/di lei ecc.), sé, lo/la, gli/le, ne, si 1a PLURALE noi noi (di noi, a noi, con noi ecc.), ci 2a PLURALE voi voi (di noi, a noi, con noi ecc.), ci 3a PLURALE essi, loro; esse, loro essi/esse (di loro ecc.), sé, li/le, ne, si Le forme complemento me, te, lui, lei, noi, voi, loro sono dette forti perché danno al pronome particolare rilievo (es. Bruno ammira te); le forme complemento mi, ti, lo, gli, la, le, si, ci, vi, li, si sono dette deboli perché si appoggiano al verbo e lo precedono (es. Bruno ti ammira). Le particelle deboli si dicono proclitiche quando precedono un termine (es. vi guardano); enclitiche quando lo seguono e formano un’unica parola con esso (es. guardaci). Le particelle deboli sono sempre atone. ●Io e tu vanno sostituiti da me e te: • quando sono in funzione predicativa e il soggetto è diverso: se io fossi te agirei diversamente Se il soggetto è lo stesso si usano io e tu, salvo in presenza dell’infinito del verbo essere accompagnato dall’aggettivo dimostrativo stesso: da un po’ di tempo non sono piú io ho sempre cercato di essere me stessa ➤Attenzione: l’aggettivo stesso può fungere da rafforzativo per tutti i pronomi personali (es. di questo danno incolpate voi stessi). • nelle esclamazioni prive di verbo: misero me!; fortunato te! • dopo come e quanto: eravamo preoccupati quanto te SI DICE, NON SI DICE Quando io e tu sono usati insieme come soggetti la forma cambia a seconda della posizione: se tu è in prima posizione resta invariato (tu e io), mentre diventa te se si trova in seconda posizione (io e te). Questo te è un lascito del complemento di compagnia latino (tecum = con te), ancora presente nelle forme letterarie meco e teco. Meco e teco contengono già la preposizione con, che quindi non va ripetuta, nonostante l’illustre licenza poetica (ove ha una finalità eminentemente rafforzativa): ...pianger senti’ fra ’l sonno i miei figlioli ch’eran con meco e domandar del pane. Dante, Inferno (XXXIII, 38-39) ◗ I pronomi personali di terza persona • quando esso è in funzione di soggetto si riferisce in genere ad animali e cose, essa anche a persone (entrambi non molto usati, principalmente per il suono aspro); ella è forma letteraria o di rispetto (forma allocutiva): in quest’ultimo caso equivale a lei, invariabile nel genere (es. come ella avrà potuto osservare); • in funzione di complementi, esso, essa, essi ed esse si riferiscono esclusivamente ad animali e cose, e compaiono solo nei complementi indiretti (quelli preceduti da preposizione) e non nel complemento oggetto, in cui sono sostituiti da una particella pronominale: la società è fallita, e dire che su di essa avevo puntato tutto se trovi il mio borsello, consegnamelo (non consegnami esso) ➤Attenzione: in presenza di un pronome, preposizioni come dietro, prima, dopo, su, fuori e presso sono seguite obbligatoriamente dalla preposizione di: incombeva su di noi come la spada di Damocle sono fuori di me a causa del torto subito Le preposizioni fra e tra usate in presenza di pronomi possono essere seguite oppure no dalla preposizione di: possiamo sederci tra voi? oppure possiamo sederci tra di voi? • i pronomi lui, lei e loro prendono il posto di egli/essa/ella/esse/essi nei complementi di paragone, dopo come e quanto (es. sono affranto quanto loro); nelle contrapposizioni (es. lui correva, lei camminava); dopo anche, nemmeno, neanche, pure, neppure (es. nemmeno loro sanno dove sia); quando il verbo è al participio o al gerundio (es. avendole mangiate tutte lei, Antonio rimase senza mele). ●Il pronome personale in funzione di soggetto, spesso sottinteso, è obbligatorio: • in presenza di forme verbali che non lasciano capire indubitabilmente chi sia il soggetto: le persone pensano che io (tu/egli/lei) sia un genio • in presenza di un verbo di modo indefinito e soggetto diverso da quello della proposizione principale: essendo io poco attenta, la maestra mi rimproverò • quando occorre dare particolare rilievo al soggetto: io vivo alla giornata, mentre tu pensi sempre al futuro • quando manca il verbo: «Chi ha rotto questa sedia?», chiese la maestra. «Io», rispose Pierino I PRONOMI IN ALTRE LINGUE In inglese, francese e tedesco i pronomi personali in funzione di soggetto vengono sempre espressi (I go, je vais, ich fahre = io vado), mentre in italiano sono spesso sottintesi. Chi traduce da queste lingue dovrà tenerne conto per non appesantire eccessivamente il testo. ERROR I COMUNI La particella gli ha valore di maschile singolare. Non va tassativamente usata in riferimento a un termine di genere femminile (es. l’ho incontrata e le ho dato la notizia e non l’ho incontrata e gli ho dato la notizia) ed è improprio usarla nel plurale (es. ho visto i miei genitori e ho detto loro del tuo matrimonio e non ho visto i miei genitori e gli ho detto del tuo matrimonio). Sebbene l’uso comune abbia reso accettabile il costrutto con gli al plurale, questo andrebbe comunque limitato al linguaggio parlato. ● Le forme lo, gli, la, le sono uguali agli articoli determinativi, e come questi si comportano in fatto di elisione: vide l’amica in pericolo e l’aiutò ●Dall’unione della particella atona gli con le forme lo, la, li, le e ne derivano glielo, gliela, glieli, gliele e gliene: gli piacevano i miei orologi: gliene donai uno ●Le forme atone mi, ti, ci, vi seguite da un altro pronome atono cambiano in me, te, ce, ve: la mia automobile ve la presto volentieri ●Quando si ha l’infinito preceduto da un verbo servile (dovere, volere, potere) il pronome può essere messo sia prima sia dopo (enclitico): ti volevo telefonare oppure volevo telefonarti LE PARTICELLE PRONOMINALI DAVANTI A LO, LA, LI, LE, NE lo la li le ne mi me lo me la me li me le me ne ti te lo te la te li te le te ne gli glielo gliela glieli gliele gliene si (sing.) se lo se la se li se le se ne ci ce lo ce la ce li ce le ce ne vi ve lo ve la ve li ve le ve ne si (plur.) se lo se la se li se le se ne ◗ I pronomi personali riflessivi I pronomi personali riflessivi vengono usati per costruire la forma riflessiva dei verbi: Singolari: mi, ti, si, sé. Plurali: ci, vi, si, sé, loro. La forma riflessiva si ha quando c’è coincidenza tra il soggetto e il complemento oggetto. In caso contrario si parla di forma riflessiva apparente: Mario si lava (forma riflessiva) Mario si lava i capelli ogni giorno (forma riflessiva apparente) ●Sé è sostituito da loro quando, pur costituendo il soggetto della proposizione, ha significato reciproco o si trova dopo preposizioni e locuzioni preposizionali come tra, fra, insieme con, in mezzo a: Luigi e Mario ridono tra loro Luigi e Mario la invitarono tra loro ●Si e sé si possono riferire anche a un soggetto indeterminato: è difficile non annoiarsi ERROR I COMUNI Il pronome riflessivo sé si usa in riferimento a termini sia di numero singolare sia di numero plurale: Marco è una persona sicura di sé; Marco e Paolo sono persone molto sicure di sé. Sebbene frequenti nel linguaggio informale, sono quindi da bandire espressioni del tipo Marco e Paolo sono persone molto sicure di loro. GLI USI DI SI La particella si può avere valore • intensivo o affettivo: si è bevuto tutto il caffè • passivo, con verbi transitivi attivi: si vendono appartamenti • impersonale, con verbi di terza persona singolare: si dice che fosse buono • imperativo: si deve sempre dire la verità |