index_italian_m Grammatica essenziale 2011
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NOMI COMPOSTI Particolarissima è la formazione del plurale dei nomi composti, cosí definiti perché formati da due termini – di varia tipologia grammaticale – fusi tra loro. Al plurale si comportano in modo diverso a seconda della natura degli elementi che li compongono e dell’ordine in cui questi si succedono. Diremo subito che questo tema è uno dei piú complessi della grammatica, che le norme sono spesso desunte dalla pratica e che le eccezioni e i casi dubbi sono alquanto numerosi. Ecco le combinazioni piú comuni: ●Sostantivo + sostantivo. Esistono due possibilità: • se le due parole sono dello stesso genere (entrambe maschili o entrambe femminili), muta solo la desinenza della seconda: maremoto/maremoti; madreperla/madreperle • se le due parole sono di genere diverso (una maschile e una femminile), muta solo la desinenza della prima: centrotavola/centritavola; pescespada/pescispada Tra le eccezioni fondovalle, che è invariabile; banconota, che fa banconote; boccaporto, che fa boccaporti. In altri casi sono ammesse due forme: cassapanca p cassapanche o cassepanche; acquavite - acquaviti o acqueviti. ●I composti di capo. Meritano una trattazione a sé i composti di capo. Si verificano due possibilità: • se il secondo termine del nome composto non indica una persona il plurale si fa modificando solo la desinenza di capo quando il nome è maschile, mentre resta invariato al femminile: il capostazione/i capistazione; il capogruppo/i capigruppo la capostazione/le capostazione; la capogruppo/le capogruppo Tra le eccezioni capodanno/capodanni e capolavoro/capolavori. • se il secondo termine del nome composto indica una persona, il plurale si fa modificando quest’ultimo, sia al maschile sia al femminile: il capocuoco/i capocuochi; il caporedattore/i caporedattori la capocuoca/le capocuoche; la caporedattrice/le caporedattrici ●Sostantivo + aggettivo. In questo caso entrambi i termini mutano la desinenza: cassaforte/casseforti; terracotta/terrecotte; acquaforte/acqueforti Tra le eccezioni palcoscenico, che fa palcoscenici. ➤Saperne di piú: un caso particolare è rappresentato dal termine pellerossa, che può restare invariato o accettare come plurale sia pellirossa sia pellirosse. Come se non bastasse, la forma pellirossa è accettata anche per il singolare! La ragione di questa sovrabbondanza sta nel fatto che il termine (di derivazione francese) si è diffuso inizialmente solo al plurale, e il singolare è stato coniato in un secondo tempo “a orecchio”. ●Aggettivo + sostantivo. I sostantivi maschili di questa categoria fanno il plurale modificando solo la desinenza del secondo termine: francobollo/francobolli; bassorilievo/bassorilievi Tra le eccezioni altopiano, che può fare sia altopiani, sia altipiani, derivato dal (meno usato) singolare altipiano, e i composti di sangue (che non ha il plurale), che restano invariati: mezzosangue, purosangue. I sostantivi femminili di questa categoria fanno il plurale talora modificando solo il secondo termine, talora entrambi: falsariga/falsarighe; malalingua/malelingue ●I composti di mezzo. Questi nomi hanno un comportamento variabile (mezzogiorno/mezzogiorni; mezzobusto/mezzibusti) e non di rado presentano due forme di plurale: mezzanotte - mezzenotti o (meno usato) mezzanotti mezzaluna - mezzelune o (meno usato) mezzalune Molti composti di mezzo vengono scritti anche come parole separate (mezzatinta p mezza tinta; mezzamanica p mezza manica) e in questo caso, ovviamente, entrambi i termini prendono la desinenza del plurale. ●Aggettivo + aggettivo. I sostantivi di questa categoria fanno il plurale modificando solo la desinenza del secondo termine: chiaroscuro/chiaroscuri; pianoforte/pianoforti sordomuto/sordomuti Non fanno eccezione i nomi composti da due (o piú) aggettivi che indicano una provenienza geografica: italoamericano/italoamericani; angloispanico/angloispanici anglo-francoispanico/anglo-francoispanici ●Verbo + sostantivo. Esistono due possibilità: • se il sostantivo è plurale o femminile singolare, il nome composto è invariabile: l’accendisigari/gli accendisigari; il guardalinee/i guardalinee il portafrutta/ i portafrutta; il cavalcavia/i cavalcavia ➤Attenzione: fanno eccezione i composti di mano, che si comportano come quelli del gruppo seguente: asciugamano/asciugamani; corrimano/ corrimani. • se il sostantivo è maschile singolare, il plurale si fa mutando la sua desinenza: segnalibro/segnalibri; grattacapo/grattacapi; copriletto/copriletti Tra le eccezioni perditempo, ficcanaso e rompicollo, che possono fare perditempi, ficcanasi e rompicolli o – di preferenza – rimanere invariabili. In ogni caso, restano invariabili se riferiti a persone di sesso femminile. ●Verbo + verbo. I nomi di questo gruppo restano sempre invariati: saliscendi, lasciapassare, bagnasciuga, dormiveglia ●Preposizione o avverbio + sostantivo. Esistono due possibilità: • se il nome risultante è dello stesso genere del sostantivo che contiene, nel plurale muta la desinenza di questo: sottotetto/sottotetti; surgelato/surgelati, anticamera/anticamere • se il genere cambia, il composto rimane invariato: il sottoscala/i sottoscala; il retroterra/i retroterra Tra le eccezioni, fuoribordo. Lungomare e lungolago hanno il plurale regolare (lungomari, lungolaghi) ma possono essere invariabili. DUE CASI PARTICOLARI I nomi composti derivano dalla fusione di due elementi grammaticali, ma esistono almeno due casi in cui ce ne sono tre: messinscena (messa-in-scena) e pomodoro (pomo- d’-oro). Messinscena ha un solo plurale: messinscene. Pomodoro ne ha addirittura tre: pomodori, pomidoro e pomidori. Sono composti o no? Che dire dei termini associati in locuzioni come romanzo fiume, donna cannone, cane poliziotto, bambino prodigio, carro bestiame o parola chiave? In passato si scrivevano di preferenza con il trattino (donna-cannone), ma sono nomi indipendenti abbinati per un’associazione di idee di varia natura e non nomi composti. Talora pongono qualche dubbio nella formazione del plurale, ma la regola è semplice: si cambia solo la desinenza del primo termine. Per cui avremo: romanzi fiume, donne cannone, cani poliziotto, bambini prodigio, carri bestiame e parole chiave (non parole chiavi, come talora si vede!). ●Nomi stranieri. Per quanto riguarda il plurale dei nomi stranieri occorre considerare quanto sia diffuso il vocabolo nell’uso comune: • quando è entrato da tempo nell’uso della nostra lingua ed è ormai da considerarsi acquisito, non si seguono le regole della lingua di origine per la formazione del plurale e viene considerato invariabile: il film/i film; il bar/i bar; il manager/i manager; lo sport/gli sport; il computer/i computer; la webcam/le webcam Fanno eccezione i casi in cui nella lingua di origine il singolare e il plurale hanno forme molto diverse. Ad esempio, il plurale del termine di derivazione araba uadi (o wadi = letto di torrente delle regioni desertiche) è uidian (o widian); l’inglese lady fa ladies; penny (moneta inglese) possiede due plurali con significati differenti: pennies quando ci si riferisce al numero di monete e pence quando ci si riferisce al valore: in questi casi si usa il plurale della lingua di origine; • quando il termine è poco comune in italiano, il plurale è quello della lingua di origine. Come comportarsi con i derivati latini? Il latino non solo è stato alla base dell’evoluzione della lingua italiana, ma ha lasciato in eredità anche un buon numero di vocaboli di uso non del tutto infrequente. Il problema del plurale si pone quasi solo per i termini in -um, che in latino sono di genere neutro e hanno il plurale in -a. Ad esempio, bellum (= guerra) al plurale fa bella. Come nel caso delle altre lingue straniere, i termini latini entrati nell’uso vanno considerati invariabili, per cui si dirà i memorandum e i referendum (non i memoranda o i referenda). Sebbene sia (incomprensibilmente) invalso l’uso di declinare curriculum in curricula, non c’è ragione di fare un’eccezione e – per analogia – si dirà tranquillamente i curriculum. Per gli altri termini latini il problema in genere non si pone: a ben pochi verrebbe in mente di usare specimina come plurale di specimen o lapides come plurale di lapis! |