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SOSTANTIVO
l sostantivo (detto comunemente nome) è la parte variabile del discorso che serve per designare cose, animali, persone, sentimenti, azioni, luoghi e molto altro. Può essere di genere maschile o femminile, di numero singolare o plurale.
 
Esistono due grandi categorie di sostantivi:
●Nomi propri (di persona: Giuseppe; di luogo: Caserta): vogliono l’iniziale maiuscola.
●Nomi comuni (di persona: dirigente; di cosa: legno). Il gruppo dei nomi comuni si suddivide a sua volta in tre sottogruppi:
• nomi concreti: indicano qualcosa di materiale, percepibile dai sensi (tavolo, montagna, acqua);
• nomi astratti: indicano sentimenti, stati d’animo, concetti e, appunto, elementi immateriali in genere (gioia, speranza, avvenire);
• nomi collettivi: anche al singolare indicano una molteplicità di persone o elementi (gente, squadra, esercito).
 
LA STRUTTURA DEL SOSTANTIVO

I sostantivi sono detti:
primitivi (o semplici) quando non derivano da nessun’altra parola italiana, ad esempio opera. Ogni nome primitivo è costituito dalla radice (in questo caso oper-), che è la parte portatrice del significato, e dalla desinenza (o uscita o terminazione) – in questo caso -a –, che indica genere e numero. I nomi primitivi rappresentano il punto di partenza per la formazione dei nomi derivati, alterati e composti;
derivati quando, appunto, derivano da nomi primitivi cui si è aggiunto un prefisso (una paroletta che si mette all’inizio del vocabolo di base, come in pre-notazione) o un suffisso (una paroletta che si mette alla fine del vocabolo di base, come in oper-aio);
●alterati quando al nome semplice si aggiunge un suffisso che gli attribuisce valenza di:
• diminutivo (es. -ino, -etto, -ello, -icciolo): strada - stradina
• vezzeggiativo (es. -uccio, -otto, -olo) strada - straduccia
• accrescitivo (es. -one, -accione) strada - stradona
• peggiorativo (es. -accio, -uncolo, -astro) strada - stradaccia
Va sottolineato che alcuni sostantivi accettano piú varianti di alterazioni, mentre altri poche o una sola.
●composti quando sono costituiti dall’unione di due vocaboli (nomi, aggettivi e forme verbali variamente combinati): capostazione, gentiluomo, lasciapassare.


ATTENZIONE AI FALSI !
A volte sostantivi che parrebbero alterati sono in realtà nomi primitivi, ovviamente di diverso significato. Eccone qualche esempio:

Falsi diminutivi
girino non deriva da giro
bottino non deriva da botto
tacchino non deriva da tacco
mulino non deriva da mulo
rapina non deriva da rapa

Falsi accrescitivi
mattone non deriva da matto
burrone non deriva da burro
visone non deriva da viso
lampone non deriva da lampo
barone non deriva da baro


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