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FONETICA SINTATTICA
 
Il raddoppiamento fonosintattico

Il raddoppiamento fonosintattico è un fenomeno per cui consonanti di inizio parola precedute da vocali di fine parola si pronunciano come fossero doppie (es. è vero - evvero, sta buono - stabbuono). Talora le due parole si uniscono a formare un unico vocabolo e le consonanti diventano due anche dal punto di vista grafico. È il caso dei nomi composti con:
• le preposizioni a, da, su, fra: appena, davvero, suddetto, frattanto;
• sopra (sovra) e contro (contra): soprattutto, contravvenire;
• cosí (e la sua variante sí ): cosiddetto, siffatto;
• gli avverbi piú e là: piuttosto, lassú;
• le congiunzioni e, o, né: eppure, ovvero, neppure.

➤Attenzione: le parole composte con intra non vogliono il raddoppiamento (es. intrafamiliare, intrapolmonare, intravisto). Nel caso di verbi come intrattenere
e intrappolare, il preverbio non è intra come potrebbe sembrare:
il primo è formato da in+trattenere, il secondo è costruito con in+trappola,
ed entrambi conservano la doppia consonante della parola di origine.

●È detta eufonica (o prostetica) la i aggiunta all’inizio di una parola cominciante con s impura che segue le preposizioni in o per allo scopo di evitare un incontro fonetico poco fluido:
per ischerzo; in Ispagna; in (o per) istrada
Oggi la i prostetica è caduta alquanto in disuso e sopravvive praticamente solo nell’espressione per iscritto, piú usata che non per scritto.

●Si chiama eufonica la d che si può aggiungere alle congiunzioni e e o e alla preposizione semplice a quando seguite da parole inizianti per vocale (ed, od, ad). Lo scopo è quello di evitare incontri sonori poco felici, specie tra vocali identiche:
ad Ancona; ed ebbe; od ognuno; ma anche ad esempio

La d eufonica non si usa quando dopo e, o, a c’è un segno di interpunzione, poiché la pausa indotta da questo basta a evitare l’incontro di vocali.



UNICA REGOLA: L’EUFONIA
È invalsa nell’uso delle convenzioni editoriali l’abitudine di ridurre il piú possibile l’uso
delle d eufoniche. In qualche caso si è arrivati addirittura alla totale soppressione, che è invece del tutto inopportuna in quanto peggiora decisamente la leggibilità. Va sottolineato che la grammatica italiana non stabilisce né obblighi né esclusioni e quindi, in definitiva, l’impiego delle d eufoniche – dettato appunto esclusivamente dall’eufonia (cioè da gradevolezza e scorrevolezza del suono) – è squisitamente soggettivo.


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