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Dittongo, trittongo e iato
●Il dittongo è la sequenza di una semiconsonante e una vocale (dittongo ascendente) o di una vocale e una semiconsonante (dittongo discendente).
✎Nota etimologica: la parola “dittongo” deriva dal greco dífthongos, che significa “a due suoni”.
I dittonghi ascendenti sono ia, ie, io, iu, ua, ue, uo, ui:
piano, fieno, chiodo, chiurlo, guano, guerra, luogo, qui

I dittonghi discendenti sono ai, ei, oi, au, eu:
gaio, direi, noi, baule, neutrale
 
I DITTONGHI MOBILI

I gruppi ie e uo sono detti dittonghi mobili perché in alcuni nomi derivati e forme verbali perdono rispettivamente la i e la u quando l’accento cade su una sillaba diversa dal dittongo:
fuòco - focàle, diéci - decína, piéde - pedàle
sedérsi - siéde - sedéva, tenére - tiéne - tenéva

In un altro caso il dittongo mobile si “contrae” sulla seconda lettera:
quando, pur essendo accentato, si trova in una sillaba che termina per consonante:
cuòcere - còtto, muòvere - mòsso

L’uso attuale tende a non seguire in modo rigoroso queste regole: ad esempio, novissimo e soniamo hanno lasciato il campo a nuovissimo e suoniamo, sebbene queste forme siano formalmente meno corrette.
Eccezioni praticamente obbligate riguardano però i verbi che presentano possibilità di equivoco: vuotiamo e non votiamo (che è voce del verbo votare), lievitano e non levitano (che è voce del verbo levitare), nuotano e non notano (che è voce del verbo notare).
Altre eccezioni si incontrano in alcuni nomi composti, come ad esempio buongiorno (e non bongiorno) e fuoristrada (e non foristrada).
 
●Il trittongo è l’unione di i e u con altre vocali:
guai, gioia, tuoi

➤Attenzione: dittonghi e trittonghi hanno la particolarità di formare sempre un’unica sillaba (pie-de, fie-no, a-iuo-la).
●Lo iato si ha se due vocali contigue non costituiscono dittongo, il che si verifica:
• in assenza delle vocali i e u: creato, boato;
• quando la i o la u sono accentate: follía, paúra;
• nelle parole composte con prefisso terminante in i o u: suaccennato, biennio.

➤Attenzione: al contrario di dittonghi e trittonghi, che sono indivisibili, gli iati possono essere divisi in sillabe: ga-e-li-co, be-o-ne, vi-a.
 
DIGRAMMI E TRIGRAMMI

All’interno di una parola possono trovare posto anche combinazioni di grafemi che costituiscono un unico suono. È il caso dei cosiddetti digrammi:
ch, ci, gh, gi, gl (solo seguito da i), gn, sc (seguito da e o i):
chiesa, ciocco, ghianda, giaccone, scogli, ognuno, scettro

Si parla invece di trigramma quando i nessi gl/sc+i non si trovano in fine di parola ma sono seguiti da altra vocale e la i non si pronuncia:
foglia, aglio, sciogliere, sciarpa

Digrammi e trigrammi non si dividono mai in sillabe.


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