Schede di grammatica italiana
Q 1
QUADRE, PARENTESI vedi PARENTESI QUADRE
QUADRI-
È un >>>prefissoide derivato dal latino quadri- ‘composto da quattro’, e usato in parole derivate direttamente dal latino (quadrilatero, quadrivio) o formate modernamente
un aereo quadrimotore (‘aeroplano con quattro motori’)
un’eredità quadripartita (‘divisa in quattro parti’).
QUAL È O QUAL’È?
La grafia corretta nell’italiano contemporaneo è qual è, senza apostrofo.
La grafia qual’è, anche se molto diffusa, è scorretta, perché non si tratta di un caso di >>>elisione, ma di >>>troncamento, dal momento che qual esiste come forma autonoma.
La grafia qual’è con l’apostrofo è presente nella letteratura del passato, anche recente
- Qual’è il piacere che volete da me? (C. Collodi, Le avventure di Pinocchio)
- Do un’occhiata alla casa e capisco qual’è la camera (F. Tozzi, Ricordi di un impiegato).
DUBBI
Naturalmente anche qual era si scrive senza apostrofo.
Invece qual’erano si scrive con l’apostrofo, perché viene da quali erano, con elisione di quali.
QUALIFICATIVI, AGGETTIVI
Gli aggettivi qualificativi sono aggettivi che indicano una qualità del nome a cui sono riferiti
- Ho comprato una bella casa
- Luigi è un amico sincero
A questa categoria appartengono anche gli aggettivi di relazione, che esprimono una relazione immediata con il nome da cui derivano
spagnolo (= relativo alla Spagna), manzoniano (= relativo a Manzoni), sciistico (= relativo allo sci)
Gli aggettivi di relazione si formano con l’uso dei >>>suffissi, che vanno ad aggiungersi alla base, ma in alcuni casi si formano da una base diversa, di origine greca o latina
cardiaco (= relativo al cuore; dal greco kardìa)
ippico (= relativo al cavallo; dal greco hippòs)
caseario (= relativo al formaggio; dal latino caseum)
bellico (= relativo alla guerra; dal latino bellum)
Da una base diversa dal nome a cui si riferiscono si formano spesso gli aggettivi che indicano gli abitanti di un luogo (chiamati anche aggettivi etnici)
nisseni (= abitanti di Caltanissetta; dal greco Nyssa)
eporediesi (= abitanti di Ivrea; dal latino Eporedia)
monregalesi (= abitanti di Mondovì dal latino Mons Regalis)
Gli aggettivi qualificativi sono collocati di solito dopo il nome a cui si riferiscono
- una casa rossa, un vino frizzante, un libro piacevole
questa posizione è obbligatoria se si tratta di un aggettivo di relazione
- un film americano, l’opera dantesca, un paese piemontese
In molte circostanze la posposizione dell’aggettivo indica una certa oggettività del dato
- Aveva i capelli neri
- Siamo entrati in una stanza buia
mentre l’anteposizione indica una soggettività di vario tipo
- Stava facendo strani discorsi
- È un meraviglioso esemplare
Inoltre, molti aggettivi qualificativi cambiano funzione a seconda della posizione rispetto al sostantivo a cui si riferiscono:
• hanno una funzione restrittiva o distintiva, cioè limitano e distinguono all’interno della categoria di appartenenza, quando sono posti dopo il sostantivo
- gli amici vecchi (= e non quelli giovani)
• hanno una funzione descrittiva o intensificatrice, cioè forniscono un puro dato oggettivo o lo enfatizzano, quando sono posti prima
- i vecchi amici (= di vecchia data)
La contrapposizione risulta particolarmente evidente con alcuni aggettivi
- una certa notizia (= indefinita) / una notizia certa (= sicura, e non incerta)
- un vero amico (= un amico, e non un nemico) / un amico vero (= sincero, e non falso)
In una serie di due o più aggettivi posposti al nome, di solito compare prima l’aggettivo di relazione e poi l’aggettivo qualificativo semplice
- un ordine ministeriale (= aggettivo di relazione) preciso (= aggettivo qualificativo semplice)
È possibile, in alternativa, la sequenza aggettivo qualificativo + nome + aggettivo di relazione
- un preciso ordine ministeriale
Se si tratta di due o più aggettivi posposti di valore qualificativo, il secondo ha sempre valore restrittivo
- una montagna rocciosa alta (= e non bassa)
Se invece entrambi gli aggettivi hanno valore puramente qualificativo, si deve usare la >>>congiunzione coordinativa o la >>>virgola
- una montagna rocciosa e alta
- una situazione difficile, spiacevole.
DUBBI
Quando, in una frase, un aggettivo qualifica due o più nomi (legati da una o più congiunzioni o anche per >>>asindeto), ci si regola così per la >>>concordanza:
• se i nomi sono tutti maschili o tutti femminili, l’aggettivo mantiene lo stesso genere e si declina al plurale, per evitare che la caratteristica espressa dall’aggettivo venga attribuita solo all’ultimo dei nomi
- Indosso un abito e un cappello neri
- Indosso un abito e un cappello nero (farebbe pensare che solo il cappello sia nero)
• se i nomi sono di genere diverso, l’aggettivo si declina al maschile plurale
- Questo ragazzo e questa ragazza sono proprio simpatici.
QUALIFICATIVI, AVVERBI vedi MODO, AVVERBI DI
COMPLEMENTO DI QUALITÀ
Nell’analisi logica, il complemento di qualità è il complemento che indica la qualità di una persona o di un essere inanimato, in senso sia proprio, sia figurato.
Il complemento di qualità può essere introdotto dalle preposizioni di, a, da, con
- Un professore di grande competenza
- Schermo a cristalli liquidi
- Un uomo con una forte moralità.
QUALSIASI O QUALUNQUE?
Gli aggettivi >>>indefiniti qualsiasi e qualunque hanno lo stesso significato e si equivalgono nell’uso, sono dunque sostanzialmente intercambiabili
- Ti seguirei in qualsiasi posto / Ti seguirei in qualunque posto
- Qualunque film mi va bene / Qualsiasi film mi va bene
Davanti al nome, qualsiasi e qualunque indicano un insieme nelle sua totalità
- qualunque uomo / qualsiasi uomo
- qualunque vestito / qualsiasi vestito
Dopo il nome (che deve essere preceduto dall’articolo >>>indeterminativo), assumono un significato vagamente spregiativo, indicando banalità, mediocrità o casualità
- un uomo qualunque, un uomo qualsiasi (= un uomo senza particolari pregi)
- un vestito qualunque, un vestito qualsiasi (= preso a caso, l’uno vale l’altro)
Qualunque e qualsiasi sono sempre invariabili e possono accompagnarsi a un nome plurale solo se lo seguono
- Non servono leggi qualunque (non qualunque leggi).
USI
In una proposizione relativa con valore concessivo, se il modo del predicato è il congiuntivo presente del verbo essere, è consigliabile usare la forma qualunque. Questo per due ragioni: per evitare la ripetizione dello stesso suono due volte consecutive (qualsiasi sia); perché qualsiasi ha già in sé il congiuntivo del verbo essere (= quale che sia)
- Qualunque sia
il problema, lo risolveremo
è meglio di
-
Qualsiasi sia il problema, lo risolveremo.
QUALUNQUE vedi INDEFINITI, AGGETTIVI
QUANDO O QUANDO CHE?
La forma corretta della congiunzione subordinativa >>>temporale è quando
- Quando ti vedo, sto meglio
La forma quando che è di uso parlato, dunque sconsigliata nei testi scritti, ed è modellata su forme come visto che, dato che, considerato che.
QUANT'ALTRO O QUANTALTRO?
La forma corretta è quant’altro, con il pronome relativo quanto soggetto a >>>elisione prima dell’aggettivo indefinito altro.
La forma quantaltro, risultato di una >>>univerbazione sul modello di forme come quantunque, è da considerarsi errata.
USI
Come >>>assolutamente o >>>piuttosto che, si tratta di una forma recentemente molto diffusa nella lingua parlata e della quale è consigliabile fare un uso moderato sia nel parlato, sia nello scritto.