ÈÒÀËÜßÍÑÊÈÉ ßÇÛÊ

Grammatica essenziale della lingua italiana

I COMPLEMENTI DIRETTI

□ COMPL. OGGETTO: è l'essere animato o inanimato su cui si riversa in  maniera diretta l'azione espressa dal predicato verbale.

risponde alle dom. chi?, che cosa?

Si può avere solo con i verbi transitivi attivi1


* 1. Alcuni verbi intransitivi possono tuttavia avere un complemento oggetto costituito da un sostantivo che abbia la stessa etimologia del verbo (Visse una vita felice) oppure che gli sia affine per significato (Dorme sonni agitati).


In questi casi si ha il complemento dell'oggetto interno.

Es. Il gatto mangia il topo.
Adoro la musica.

Il compl. oggetto, come il soggetto, può essere costituito da:

• un sostantivo: Stefano guida la moto.

• un pronome: Franca lo ama.

• un aggettivo (sostantivato): Tutti prediligono il bello.

• un verbo all'infinito (con valore nominale): Voglio leggere.

• un'intera proposizione (prop. oggettiva): Desidero che tu sparisca.

• una qualunque parte del discorso (art., cong., prep., avv. ... negli enunciati metalinguistici - vedi il soggetto - o in altro)

Es. Qualcuno usa «precipitevolissimevolmente».
Mai dire mai.

COMPL. PREDICATIVO: è un aggettivo o un sostantivo che si riferisce grammaticalmente al soggetto o al complemento oggetto e completa il significato del verbo2, che altrimenti non avrebbe senso compiuto.

Può essere di due tipi: del soggetto e del complemento oggetto.

• compl. predicativo del soggetto: si riferisce al soggetto.

Si ha con i verbi copulativi3, e, precisamente, con i verbi:

- copulativi in senso stretto: parere, sembrare, divenire, risultare, riuscire, stare, rimanere, restare, apparire, crescere, nascere, vivere, morire, farsi ecc.


* 2. Il complemento predicativo si può avere con qualunque verbo

Es. Mario mangia contento.
Ho visto Elisa cresciuta.

e in tal caso apporta un significato in più, senza però essere indispensabile alla frase (infatti Mario mangia e Ho visto Elisa anche da sole hanno senso compiuto). Quando invece è retto da un verbo copulativo, la sua presenza è indispensabile

Es. Luca si è rivelato un amico.
Hanno soprannominato Gianni il poeta.

(un amico e il poeta sono l'indispensabile completamento del verbo, per dare senso compiuto alla frase).

* 3. Così chiamati perché svolgono una funzione analoga alla copula, solo che al posto della parte nominale hanno il complemento predicativo.


Es. Mario sembra felice.
Simona diventa grande.
I
pronostici sono risultati esatti.
Michele mori povero.

e con la forma passiva dei verbi:

- appellativi: essere detto, essere chiamato, essere soprannominato, ecc.

Es, Quinto Fabio Massimo fu soprannominato il Temporeggiatore.

- elettivi: essere eletto, essere nominato, essere proclamato, essere fatto, ecc.

Es. Carlo è stato eletto rappresentante di classe.

- estimativi: essere ritenuto, essere stimato, essere considerato, ecc.

Es. Il geometra Rossi è ritenuto un professionista serio.

- effettivi: essere fatto, essere reso, ecc.

Es. Carlo è stato reso scettico dalla vita.

compl. predicativo dell'oggetto: si riferisce al complemento oggetto.

Si ha con gli stessi verbi appellativi, elettivi, estimativi, effettivi del complemento predicativo del soggetto, ma alla forma attiva:

- appellativi: I Romani chiamarono Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore.

- elettivi: Gli alunni hanno eletto Carlo rappresentante di classe.

- estimativi: Tutti considerano il geometra Rossi un professionista serio.

- effettivi: La vita ha reso Carlo scettico.

Spesso il complemento predicativo può essere introdotto dalie preposizioni di, a, da, per, o dalle locuzioni in qualità di, in conto di, a guisa di, in veste di, o dall'avverbio come

Es. I gitanti elessero come guida Simone.

□ COMPL. DI VOCAZIONE: indica la persona, animale o cosa a cui è rivolto, in forma di invocazione, il discorso

Es. Ascolta, figlio, i miei consigli!
Mi rivolgo a voi, o compagni!
Marco,
quando mi rendi il libro?

Può essere preceduto dall'interiezione o. È un inciso, per cui vuole sempre la virgola o le due virgole.

COMPL. DI ESCLAMAZIONE: esprime un moto dell'animo (ammirazione, odio, sdegno, rabbia ecc.) sotto forma di esclamazione1

Es. Ohi! Mi sono fatto male.
Poverino!
Si è rotto un braccio.

1. Spesso il complemento di esclamazione è costituito di insulti, imprecazioni ecc. Talvolta è espresso da una frase intera (Che bella giornata!), che diventa una frase nominale autonoma.


Beato lui! Ha fatto 13 al totocalcio.
Che bella giornata!

È costituito dalle interiezioni oh!, ah!, ahi!, ehi! ecc., o da aggettivi, nomi, verbi, esclamazioni. È un inciso ed è separato quasi sempre dal resto del discorso dal punto esclamativo.