LA “DOLCE VITA” DI MICHELE FERRERO
1 A La vita di Michele Ferrero è una “dolce” storia fatta di amore per la
sua
famiglia, per i suoi collaboratori, per la sua azienda di cioccolato e per
la sua
città.
B Oltre a questi benefici nei confronti dei dipendenti, Michele fece
prosperare sempre
più l’azienda: tra gli anni ’60 e ’70 continuarono a uscire prodotti
dolciari innovativi.
C A base di nocciole è infatti il primo prodotto del laboratorio di Pietro
Ferrero, la Pasta
Gianduja, una crema avvolta in carta stagnola che si tagliava a fette e si
spalmava sul
pane.
D Andò direttamente lui ad esempio a Copenhagen per acquistare un
macchinario capace
di sfornare dieci quintali di prodotto l’ora: l’investimento si rivelò in
linea con il grande
sviluppo della Ferrero che dura fino ai giorni nostri.
E Questo tipo di pubblicità di prodotti dolciari fu innovativo. Un’altra
idea creativa di
Michele fu il Treno dei bimbi: un trenino che percorreva le strade della
città lanciando
cioccolata e caramelle, penne e matite per bimbi.
F Michele è morto il 14 febbraio del 2015. Già dopo qualche mese gli venne
intitolata in
memoria una piazza della città ad Alba.
G Proprio ad Alba, in via Rattazzi, suo padre Pietro aprì un laboratorio di
pasticceria in
cui iniziò a fare esperimenti e inventare golosità sfruttando una delle
ricchezze del
territorio, le nocciole.
H Anche il Treno dei bimbi fu un grande successo creativo considerando il
periodo degli
anni ’70. Ma Michele non era soltanto un creativo, era un grande
appassionato di
macchinari industriali.
9 I Con l’aumentare dei dipendenti crebbe l’impegno sociale dell’azienda
verso di
loro: grazie a Michele tante furono le migliorie e i benefici nei loro
confronti.
J Tra questi prodotti, da ricordare sicuramente Supercrema, l’antenata della
Nutella, da
spalmare sul pane: venduta in bicchieri, venne pubblicizzata sottolineando
le sue doti
genuine, energetiche ed economiche.
K Così, su un terreno acquistato qualche anno prima sempre ad Alba, nel
maggio del
1946, Pietro fondò ufficialmente l’industria Ferrero, e Michele, appena
ventenne,
cominciò a collaborare con il padre Pietro.
L Michele infatti fece costruire case, i così detti Villaggi Ferrero, per i
dipendenti che
preferivano abitare vicino all’azienda e istituì un servizio di autobus
gratuito per chi
abitava fuori Alba.
M La Pasta Gianduja piacque subito al pubblico: nel giro di pochissimo la
produzione
arrivò a superare i mille quintali tanto che i dipendenti salirono a un
centinaio.
N Michele nacque nell’aprile del 1925 a Dogliani, piccolo comune in
provincia di Cuneo,
a 30 chilometri da Alba dove ancora oggi la Ferrero ha il suo più grande
stabilimento.
O Quando nel 1949 Pietro morì, il testimone dell’azienda passò direttamente
a Michele
che incrementò la produzione e il numero dei dipendenti.
P Il laboratorio di via Rattazzi era ormai troppo piccolo considerando
l’aumento di
produzione della Pasta Gianduja, così Pietro decise di far costruire una
vera e propria
fabbrica. |