Schede di grammatica italiana
V 1


VALE LA PENA DI O VALE LA PENA?

Questa >>>locuzione deriva dal francese valoir la peine de e assume il significato di ‘convenire, tener conto di una cosa per dedicarvi un po’ di fatica o di attenzione’

- Allora Guglielmo decise che valeva la pena di non dargli respiro (U. Eco, Il nome della rosa)

La forma più corretta, attestata nella nostra tradizione letteraria, è quindi vale la pena di + infinito

- Ma queste offerte son cose di tanto poco momento, che non vale la pena di parlarne (G. Leopardi, Epistolario)

Tuttavia, anche la forma senza preposizione ha una certa diffusione nell’uso

- Vale la pena arrivare per tempo anche perché la zona merita una piacevole escursione a piedi («La Repubblica»)

In alternativa, soprattutto quando è necessario esprimere il soggetto, si può ricorrere al costrutto esplicito vale la pena che + congiuntivo

- Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? (G. Rodari, Il libro degli errori).

 

 

VALIGIE O VALIGE?

In base alla regola empirica che si usa per il plurale dei nomi in >>>-cia, -gia, -scia, la grafia corrente del plurale di valigia è valigie.

Tuttavia, fino alla metà del secolo scorso ha avuto una certa diffusione anche la grafia valige, usata spesso ancora oggi, soprattutto in testi linguisticamente non molto sorvegliati

- L’altro terzino con le valige pronte è Grosso, il campione del mondo del 2006 non ha mai mostrato le sue qualità a Torino (www.spaziojuve.it)

- Viaggi: meno spese se le valige sono più leggere (www.mettivia.it).

 

 

AVVERBI DI VALUTAZIONE

Gli avverbi di valutazione esprimono un giudizio su quanto espresso da un verbo, un aggettivo o un altro avverbio, e si distinguono in tre gruppi:

• avverbi di affermazione, come davvero, certamente, esattamente, sicuramente

- È stata davvero una bella serata

- Crudeli: “Tevez arriverà sicuramente” (www.milannews.it)

• avverbi di negazione, come non, nemmeno, neanche, neppure, mica

- Ho detto che non voglio venire a casa con te

- Nemmeno un bacio che sia stato mai sprecato (L. Ligabue, Ci sei sempre stata)

• avverbi di dubbio, come magari, forse, quasi, circa, eventualmente

- Magari fossi io al tuo posto!

- Eventualmente può provare a rivolgersi al collega.

 

 

VALUTO: VALÙTO O VÀLUTO?

Valùto rappresenta la pronuncia più corretta dal punto di vista dell’etimologia (dal latino tardo valùto) della 1a persona singolare del presente indicativo del verbo valutare.

La pronuncia vàluto, con >>>ritrazione dell’accento, è comunque quella di gran lunga più diffusa nell’italiano d’oggi.

VEDI ANCHE

accento

 

 

COMPLEMENTI DI VANTAGGIO E SVANTAGGIO

Nell’analisi logica, i complementi di vantaggio e svantaggio sono complementi indiretti che indicano la persona o la cosa in favore o a danno della quale si verifica l’evento descritto dal verbo.

I complementi di vantaggio e svantaggio possono essere introdotti da diversi elementi:

• dalla preposizione >>>per

- È stato attivato un numero verde per le popolazioni colpite dall’alluvione

- Se tuo padre ha agito così, lo ha fatto certamente per il tuo bene

• da locuzioni >>>preposizionali come a favore di, a vantaggio di, a scapito di, a svantaggio di 

- Abbonamenti agevolati per trasporti pubblici a favore di anziani e disabili (www.comune.napoli.it)

- Le case automobilistiche mirano dritte al profitto anche a scapito di un’immagine non proprio sobria (www.badzu.net)

• in alcuni casi anche da un pronome >>>personale atono

- Gli (= per lui) ho preparato una cena deliziosa.

 

 

VA, VA’ O VÀ?

Va e va’ sono due >>>omonimi.

Va, senza apostrofo, è la 3a persona singolare del presente indicativo del verbo andare

- Oggi Filippo va al lavoro in treno

Va’, con l’apostrofo, è la 2a persona dell’imperativo del verbo andare (>>>troncamento di vai)

- Va’ al diavolo!

La grafia , con l’accento, che talvolta si incontra sia per l’indicativo, sia per l’imperativo, è in entrambi i casi una grafia errata e da evitare (proprio come , e stà).

Il -và accentato si usa soltanto come >>>desinenza nei composti di andare, secondo la regola per cui l’accento grafico è obbligatorio nelle parole composte accentate sull’ultima sillaba, anche se l’ultima parola – da sola – andrebbe scritta senza accento

- Quest’anno Francesca rivà (voce del verbo riandare) in Brasile.

 

USI 

Per la 2a persona dell’imperativo, è possibile usare – accanto alla forma va’ – anche la forma piena vai

- Vai via di qui!

 

STORIA 

Come nel caso di da’, sta’ e fa’, l’imperativo va’ con l’apostrofo ha sostituito la forma senza apostrofo va in uso ancora nel secolo scorso. Inizialmente, si è usata la forma dell’indicativo vai; poi, secondo la tendenza toscana a ridurre il >>>dittongo ai, si è giunti a va’.

 

VEDI ANCHE

da, da’ o dà?

fa, fa’ o fà?

sta, sta’ o stà?

apostrofo

accento

 

 

COMPOSTI DEL VERBO VENIRE

I verbi avvenire, intervenire, prevenire, divenire, convenire, provenire seguono la coniugazione del verbo venire

- Paolo intervenne rapidamente

- Quelle misure hanno prevenuto il peggio

- Avverrà tutto senza che ce ne accorgiamo

- Siamo diventati buoni amici

- Da quella scelta provennero molti altri guai.

 

USI 

Nell’italiano contemporaneo le forme corrette del passato remoto sono quindi provenne, intervenne, divennero ecc. Forme come provenì, intervenì e divenirono, formate sul modello dei verbi della terza >>>coniugazione sono da considerarsi scorrette, anche se abbastanza comuni e diffuse da tempo nell’uso

- L’intervento è stato eseguito a Cattolica dal dottor Giuseppe Porcellini, lo specialista che intervenì chirurgicamente anche su Valentino Rossi (www.sportmediaset.it).

 

 

VERBALE, PREDICATO: vedi PREDICATO VERBALE


LOCUZIONI VERBALI

Le locuzioni verbali sono >>>locuzioni composte da due o più parole che hanno nel loro insieme la funzione e il significato di un verbo.

Le locuzioni verbali sono formate da un >>>predicato verbale unito a un altro elemento, che può essere di vario tipo:

• un nome

- dare inizio

- avere bisogno

- fare fatica

• un aggettivo

- essere fritto

- stare fresco

- farsi vivo

• un avverbio

- saltare su

- andare forte

- capirci poco

• una locuzione preposizionale

- andare a capo

- uscire di senno

- dare di stomaco

• un infinito verbale retto da preposizione

- starci a pensare

- vale a dire.

 

 

VERBI ALTERATI

Anche i verbi, così come altre parti del discorso, possono essere modificati con suffissi di >>>alterazione

- Ci mancava solo che cominciassero a fischiettare, guardando da un’altra parte (G. Carofiglio, Il passato è una terra straniera)

- Non so se l’abbia fatto per distrazione o per sottile perfidia ma con il suo stentato parlottare Bossi gli ha conferito un merito che francamente non conoscevamo (E. Scalfari, «La Repubblica»)

I principali suffissi usati per l’alterazione di verbi sono:

-(er/ar)ellare

saltare > saltellare, saltarellare

girare> girellare

giocare > giocherellare 

bucare > bucherellare 

-ettare, -ottare 

scoppiare > scoppiettare

picchiare > picchiettare

fischiare > fischiettare

parlare > parlottare

-icchiare, -acchiare, -ucchiare 

lavorare > lavoricchiare

cantare > canticchiare

rubare > rubacchiare

mangiare > mangiucchiare

I verbi alterati appartengono tutti alla >>>prima coniugazione, indipendente dalla coniugazione del verbo oggetto di alterazione:

dormire (= terza coniugazione) > dormicchiare (= prima coniugazione)

vivere (= seconda coniugazione) > vivacchiare (= prima coniugazione)

Nei verbi alterati il suffisso dà al verbo un significato attenuativo o leggermente peggiorativo, oppure modifica l’>>>aspetto verbale indicando nella maggior parte dei casi un’azione ripetuta.

 

VEDI ANCHE

suffissi alterativi dei verbi