Schede di grammatica italiana
S 1
S-
È un >>>prefisso derivato dal latino ex- che può avere due diversi significati.
• Si usa in combinazione con aggettivi e sostantivi per indicare mancanza, privazione
- leale > sleale
- fiducia > sfiducia
• Si usa per la formazione di verbi parasintetici a partire da un sostantivo o da un aggettivo, a cui può conferire un significato privativo o intensivo
- barrare > sbarrare
- confine > sconfinare
- bianco > sbiancare.
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a- (prefisso)
SALSICCIA O SALCICCIA?
La forma corretta è salsiccia, perché la parola deriva dal latino salsicia.
La forma salciccia, sconsigliabile, è molto diffusa nell’uso popolare ed è modellata sul sostantivo ciccia
- Il fumo della salciccia arrosto formò un tale nuvolone (S. Benni, Il bar sotto il mare).
SALUBERRIMO vedi SALUBRE, SUPERLATIVO DI
SALUBRE: SALÙBRE O SÀLUBRE?
La pronuncia corretta è salùbre, con la stessa accentazione >>>piana della parola latina da cui deriva (salùbrem). La pronuncia sàlubre è dovuta a una errata >>>ritrazione dell’accento sul modello degli aggettivi in -bre come celebre, funebre, lugubre ecc.
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accento
SUPERLATIVO DI SALUBRE
Salubre è uno degli aggettivi che formano il superlativo assoluto aggiungendo il suffisso >>>-errimo anziché -issimo
- salubre > saluberrimo
La forma salubrissimo è diffusa solo nel parlato
- Tutti lo consumano senza bollitura, è buonissimo, è salubrissimo (www.forum.pianetadonna.it).
USI
Nell’uso comune il valore di superlativo è molto attenuato, tanto che oggi si sentono e si leggono spesso frasi in cui saluberrimo è impropriamente usato per costruire un superlativo relativo o un comparativo
- Figurano già inseriti i “più integerrimo, più miserrimo, più celeberrimo, più saluberrimo” («L’Espresso»).
FORMULE DI SALUTO
Le formule di saluto sono >>>interiezioni secondarie usate all’inizio e alla fine di una conversazione per presentarsi e per congedarsi.
Le diverse formule rispondono a diversi gradi di formalità, a diversi contesti o a diversi momenti della giornata.
• Ciao è la formula più confidenziale, che può essere pronunciata sia in apertura, sia in chiusura di conversazione e in qualunque momento del giorno o della notte.
• Salve è un formula confidenziale, anch’essa valida sia in apertura sia in chiusura di conversazione e in qualunque momento del giorno o della notte. Negli ultimi anni, salve ha conosciuto una notevole estensione nei saluti a estranei, soprattutto da parte delle giovani generazioni; tuttavia è sconsigliabile in contesti che non siano spiccatamente informali.
• Buongiorno e buonasera sono saluti formali che possono essere usati sia in apertura, sia in chiusura di conversazione. Si usano rispettivamente nella prima e nella seconda parte della giornata, ma il confine temporale tra le due forme è molto incerto e cambia a seconda delle regioni d’Italia o semplicemente dell’uso individuale. Meno comune, con lo stesso valore, è buondì (da dì ‘giorno’ >>>di, di’ o dì?), mentre buonanotte è riservato al commiato in tarda serata.
• Arrivederci e arrivederla sono formule usate solo in chiusura di conversazione: la prima è mediamente formale, la seconda molto formale, ed entrambe sono valide in qualunque momento del giorno o della notte. Si possono usare anche a distanza (per telefono o per lettera), cioè anche quando non si vede propriamente la persona che si saluta.
• Nuovamente e di nuovo sono formule che si usano quando si incontra nuovamente qualcuno che si è appena salutato o semplicemente si replica il saluto di commiato.
• Addio si usa come formula di chiusura quando tra i parlanti si prevede un distacco definitivo (ad esempio per una partenza o per un litigio).
USI
Ancora oggi in Toscana si prosegue l’uso di addio con valore tradizionale, vivo fino all’Ottocento in tutta Italia, a indicare un congedo non definitivo, equivalente a un semplice arrivederci
- Vo a letto, stanco, addio a domani (www.forumtriumphchepassione.com)
- Addio, Carlino; io ti saluto e vado dabasso (I. Nievo, Le confessioni di un italiano)
Esistono le forme ridotte giorno, sera, notte – anche con l’apostrofo iniziale ’giorno, ’sera, ’notte –, usate per indicare un saluto appena accennato
«Giorno» salutò (www.efpfanfic.net).
SAMBA: IL O LA?
Entrambe le forme sono accettabili.
• La forma maschile deriva direttamente dal sostantivo maschile portoghese samba
- La Germania balla il samba (www.goal.com)
• Quella femminile, più diffusa nell’italiano contemporaneo, sottintende danza ed è forse favorita dal fatto che il sostantivo termini in -a
- Gran finale con la samba davanti al Duomo (www.ilgiornale.it).
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genere dei nomi
SARCOFAGHI O SARCOFAGI?
Entrambe le forme si possono ritenere corrette, anche se il plurale sarcofaghi è quello nettamente più diffuso nell’italiano contemporaneo
- Leggende, malfattori e sarcofaghi («La Repubblica»)
La regola generale prevede che i sostantivi con accentazione >>>sdrucciola in -go / -co formino il plurale in -gi / -ci (quindi sarcofago > sarcofagi); i nomi in -òfago ammettono tuttavia, a seconda dei casi, entrambe le forme del plurale e tendono a formare i plurali in -ghi quando indicano oggetti non animati.
VEDI ANCHE
-fago, -logo, plurale dei nomi in
SBANDARE: AVERE O ESSERE?
Il verbo sbandare può essere usato nei tempi composti sia con l’ausiliare >>>essere sia con l’ausiliare avere
- L’auto è sbandata di colpo
- La moto del nonno ha sbandato a destra
Quando si vuole mettere in rilievo la durata dell’azione, si preferisce l’ausiliare avere
- La bicicletta ha sbandato ripetutamente
Naturalmente, in base alle norme della >>>concordanza, quando si usa l’ausiliare essere il participio passato deve essere accordato in genere e numero con il soggetto
- All’improvviso l’auto è sbandata fuori strada.
SBARRETTA
La sbarretta (detta anche sbarretta obliqua, barra, barra separatrice) è un segno di >>>punteggiatura usato in alcuni casi particolari:
• per indicare un’alternanza tra due possibilità
- I treni per Pavia / Milano subiranno dei ritardi
• nella forma specifica >>>e/o
- Sono ammesse le squadre di calcio e/o calcetto
• per separare gruppi di cifre
- Decreto legge 103/09
- Luigi è nato il 15/03/1973
• per indicare la suddivisione tra i versi di una poesia o di una canzone
- È giù, / nel cortile, / la povera / fontana (A. Palazzeschi, La fontana malata).
SCANCELLARE vedi CANCELLARE O SCANCELLARE?
SCAPITO O DISCAPITO?
Sono corrette entrambe le forme, derivate tutte e due dal verbo scapitare ‘subire un grave danno economico o morale’ e ugualmente diffuse nell’italiano contemporaneo.
Entrambe vengono usate soprattutto nella >>>locuzione a scapito di, a discapito di ovvero ‘con danno di, con svantaggio di’
- Questo comportamento va a scapito della nostra credibilità
- L’urbanizzazione della zona è andata a discapito del patrimonio ambientale
Mentre la forma discapito è oggi usata quasi soltanto in questa locuzione, scapito può essere usata anche da sola
- L’intero partito ha ricevuto scapito dalle sue rivelazioni
- ne ha avuto scapito tutto il lavoro della Commissione (www.camera.it).
SCATOLA O SCATOLO?
La forma corretta è il femminile scatola (dal latino càstulam).
Il maschile scatolo è una forma regionale ed è dunque da evitare. Invece si usa regolarmente la forma scatolone con il >>>suffisso accrescitivo.
SCE O SCIE? vedi CE O CIE, GE O GIE, SCE O SCIE?
PLURALE DEI NOMI IN -SCIA vedi -CIA, -GIA, -SCIA, PLURALE DEI NOMI IN
-SCIENZA O -SCENZA?
Dipende dai casi.
• Quando si tratta del suffisso -scenza, che spesso si unisce alle parole per formare un nome >>>astratto, la grafia corretta è quella senza i, perché prima di una e non è necessaria la lettera i per indicare la corretta pronuncia del gruppo sc (che si legge con lo stesso suono di scelta)
- conoscenza, adolescenza, riconoscenza, escrescenza, fosforescenza, obsolescenza
• Quando si tratta di parole legate al sostantivo scienza, invece, si conserva la grafia -scienza per il prestigio dell’origine latina (scientiam)
- coscienza, fantascienza, neuroscienza, pseudoscienza, prescienza, onniscienza, incoscienza, subcoscienza, autocoscienza.
VEDI ANCHE
ce o cie, ge o gie, sce o scie?
FRASE SCISSA
La frase scissa (detta anche frase spezzata) è il risultato della divisione di una frase semplice, ed è formata da una proposizione reggente (>>>principali, proposizioni), con il verbo essere in funzione di >>>copula che mette in rilievo il dato nuovo, e da una proposizione subordinata introdotta da che con la funzione di pronome relativo o di congiunzione, per fornire il dato già noto.
- Ha la funzione di mettere in maggiore evidenza il dato nuovo
- È il Barcellona che vincerà la coppa (= il Barcellona vincerà la coppa)
- È nel tuo interesse che ti telefono (= ti telefono nel tuo interesse)
Il verbo essere della reggente concorda con la persona e il numero del soggetto della subordinata
- Sono Claudia e Francesca che verranno premiate
Con il pronome personale di 1a e 2a persona la concordanza avviene solo se il pronome ha la funzione di soggetto
- Sei tu che avrai ragione
Quando invece il pronome ha la funzione di complemento oggetto, non c’è la concordanza e il verbo è alla terza 3a persona singolare
- È me che cercano
La proposizione subordinata può avere la forma implicita solo quando il soggetto è lo stesso della reggente
- Sono io ad aver torto stavolta
- È Francesco ad aver vinto
Esistono alcune forme particolari di frasi scisse, dette frasi pseudoscisse:
• la reggente è formata dalla sequenza di un pronome e una copula
- Chi non lo ha mai abbandonato è stato suo fratello (= suo fratello non lo ha mai abbandonato)
- Quello che mi sfugge è come tu riesca a farcela (= mi sfugge come tu riesca a farcela)
• la reggente presenta la sequenza c’è + soggetto
- C’è un premio che ti aspetta (= ti aspetta un premio).