OGGETTIVITÀ, vedi SOGGETTIVITÀ.
ORGOGLIO. Nella lingua italiana corrente, «orgoglio» viene spesso inteso come un sinonimo di «fierezza», e ciò fa ritenere che l’orgoglio sia una buona cosa, solo perché la fierezza lo è. In realtà, le due parole sono molto diverse tra loro: fierezza è la consapevolezza del proprio valore, orgoglio è un eccessivo senso della propria superiorità su altri. Si può dunque essere fieri soltanto di qualcosa che si è riusciti a fare, mentre è orgoglioso chi è contento di essere com’è e non ha bisogno di fare nulla per migliorare.
Così propriamente inteso, l’orgoglio costituisce (a differenza della fierezza) un notevole ostacolo sia alla ricerca spirituale, sia più in generale a qualsiasi evoluzione della personalità. Un orgoglioso avrà facilmente terrore al pensiero di incontrare i propri MAESTRI, perché intuisce che assesteranno qualche colpo alla sua contentezza di sé, cioè allo sforzo che egli compie su se stesso per non migliorare. Un orgoglioso potrà, altrettanto facilmente, bollare d’orgoglio chi desideri scoprire qualcosa di nuovo o di utile nell’Aldilà, o interpretare in modo nuovo le Scritture: ma vero orgoglio è piuttosto il rifiutarsi di scoprire alcunché di nuovo, ove che sia, perché ciò che è nuovo può indurre al cambiamento, che l’orgoglio non tollera. Viceversa, può cercare e scoprire cose nuove soltanto chi è abbastanza umile da ammettere che quel che egli sa e quel che finora ha udito dagli altri non basta né alla sua mente, né al suo cuore.