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9. FESTE E TRADIZIONI
A. Fra tutte le feste russe la più importante e amata è la
festa di Capodanno. Ve lo dico perché abito da quasi 21 anni
in Siberia e sono sposata con un russo. Per loro questa festa
ha lo stesso valore che per noi europei ha il Natale. Dato che
nell’Unione Sovietica la religione è stata eliminata e vietata, la
festa di Capodanno, unendo tutti i popoli sovietici, è diventata
quella principale. Cercherò di descrivervi a grandi linee come
la festeggiano i russi. Prima di tutto bisogna dire che è nella
famiglia o con gli amici che si celebra la festa. Una settimana
prima del 31 dicembre noi addobbiamo l’albero di Natale con
gli addobbi più diversi: palle, campanelli, fi occhi di neve, lucine,
ghirlande, orpelli e festoni. I protagonisti principali della festa
sono Babbo Natale, che in Russia si chiama Nonno Gelo, e una
fanciulla di nome Nevina. Sotto l’albero mettiamo i regali, che
apriamo dopo la mezzanotte. A parte bisogna menzionare cosa
i russi cucinano per la festa. Oltre alla carne o ai dolci, in ogni
casa in Russia il 31 dicembre si mangia l’insalata russa, l’aspic al
brodo di carne, l’insalata di aringhe e barbabietole e l’insalata al
tonno e uova. So che alla maggioranza degli italiani tutto questo
sembra immangiabile ma secondo me è buonissimo! Non dubito
che se li proverete non ve ne pentirete.
 
B. Lo scorso fi ne settimana è stato il compleanno di Sergej,
che ha voluto festeggiare i suoi 25 anni nella dacia dei nonni. La
casa di villeggiatura dei nonni di Sergej si trova a una mezzora di
strada da Ekaterinburgo, l’abbiamo raggiunta con due macchine e qualcuno è venuto col treno regionale. In tutto eravamo 12
persone: un po’ di amici dell’università, alcuni vicini di casa e
anche qualcuno del gruppo della pallavolo. C’erano sia ragazzi
che ragazze, eravamo una bella compagnia e avevamo molta
voglia di fare festa. Abbiamo fatto la spesa lungo la strada, in un
grosso supermercato. Abbiamo comprato mille tipi di patatine e
pistacchi, salatini, tanto formaggio, vari aff ettati, tre torte, un po’
di frutta, dei cioccolatini e tanta birra, delle bibite, tre bottiglie
di spumante e anche un po’ di rhum per fare dei cocktail. La
mamma di Sergej aveva preparato due torte salate e due tipi di
insalata, insomma non ci mancava niente. Ovviamente avevamo
con noi i regali da dare a Sergej per l’occasione: una bellissima
tuta da sci, una nuova borsa per la pallavolo, delle cuffi e all’ultima
moda per ascoltare la musica. Suo fratello maggiore Vlad gli ha
regalato un lancio col il paracadute. Siamo arrivati a destinazione
nel pomeriggio e abbiamo cominciato subito a prepararci per la
festa. Il primo brindisi l’abbiamo fatto sulle 7 di sera, dopo di
ché Sergej ha cominciato a scartare i regali. Era davvero molto
allegro e contento: i suoi migliori amici erano lì e anche Katja,
la ragazza che gli piaceva tanto e con cui aveva iniziato a uscire
da qualche settimana anche se quella sera sembrava off esa come
se tutto le facesse schifo. I regali gli sono piaciuti un sacco, ci ha
ringraziati tanto e abbiamo continuato a festeggiare. Devo dire
che più passava il tempo più eravamo allegri: come è noto, la birra,
il vino e gli alcolici in generale aiutano a fare festa come si deve!
Anche la musica era perfetta: un misto di rock e pop, ogni tanto
permetteva di ballare un po’, ogni tanto di cantare tutti assieme a
squarciagola le canzoni del momento. A un certo punto abbiamo
cominciato a fare delle scommesse, così, per ridere. Igor ne ha
perse tre di fi la, si è arrabbiato ed è uscito di corsa dal salotto.
Maria, che era la meno ubriaca di tutti, si è alzata per fermarlo,
l’ha aff errato per un braccio ma quello ha perso l’equilibrio e per
non cadere si è aggrappato alla tenda della fi nestra: inutile dire che
ha strappato il bellissimo tessuto della tenda e ha rotto il bastone
che la reggeva. Cadendo, il bastone è fi nito su un vaso di cristallo
che si è rotto in mille pezzi! Quante parolacce ho sentito in quei
minuti! Qualcuno rideva, qualcun’altro urlava, Anton fi lmava la
scena col suo telefonino! Sergej, che aveva bevuto almeno 5 birre e 5 cocktail al rhum, non era più in grado di tenere la situazione
sotto controllo e dopo poco si è addormentato. Ormai erano
le due di notte: qualcuno dormiva, qualcuno era uscito a fare
due passi, io osservavo il campo di battaglia e scuotevo la testa.
Alla fi ne ci siamo ritrovati tutti la mattina dopo, molto tardi: che
confusione tutt’intorno e che mal di testa! Sergej, quando ha
visto in che condizioni si trovava il salotto, non poteva credere
ai suoi occhi! Come avrebbe sistemato quel guaio della tenda
strappata, del bastone rotto e il vaso frantumato? Cosa avrebbe
detto ai suoi nonni? Ha cominciato a giurare a se stesso di non
fare piu’ feste, era pentito ma io gli ho detto che era meglio fare
colazione, bere una bella tazza di caff è e pensarci con calma,
dopotutto c’era ancora tutta la domenica per mettere a posto e
fare ordine. È praticamente impossibile impedire ai ragazzi di
divertirsi senza fare danni! Conoscendo bene i nonni di Sergej,
sono sicura che ci sono abituati e non si immischiano quasi mai
nelle sue bravate.
 
C. La festa religiosa più sentita in Italia è senza dubbio il
Natale. I preparativi cominciano i primi di dicembre: nelle case
dove ci sono i bambini si appende il calendario dell’Avvento,
ovvero il periodo di 4 settimane che precede la venuta del
Signore. Ogni mattina si apre una fi nestrella che corrisponde al
giorno in corso e dentro si trova un disegno o un cioccolatino
a forma di animaletto, stella o addobbo di Natale. Questo
calendario speciale fi nisce con il 25 dicembre, il giorno di
Natale, quando si apre la fi nestra più grande di tutte e che contiene sempre una bella sorpresa. L’8 dicembre è la Festa
dell’Immacolata Concezione ed è un giorno in cui non si lavora,
è vacanza nazionale. Di solito l’8 dicembre ognuno addobba il
proprio albero di Natale nella propria casa: artifi ciale o vero,
piccolo o grande, è una tradizione quasi obbligatoria anche se è
originaria del Nord Europa. Invece, una tradizione tutta italiana
è quella del presepe: in un angolo della casa, sopra un comò o
per terra, si ricrea il paesaggio della Palestina, con palme, rocce
e deserto, si colloca una capanna e si mettono le statuine di tanti
personaggi diversi. I più importanti sono Maria e Giuseppe, il
bue e l’asinello, poi non mancano mai dei pastori, delle pecore
dopodiché ognuno fa secondo la sua fantasia. La mattina del
25 dicembre si aggiunge la statuina di Gesù bambino, che viene
messo nella culla di paglia. Prima del grande pranzo di Natale,
che tutti festeggiano in famiglia con i parenti più stretti, si va a
messa e si cantano dei bellissimi canti natalizi, che a mio avviso
sono molto toccanti e spirituali. Il giorno di Natale le chiese sono
molto aff ollate, durante l’anno non è così. Poi tutti raggiungono
i propri parenti per il grande pranzo che corona i festeggiamenti.
Noi ci troviamo tutti nella grande casa della nonna, dove ci
aspetta un pranzo delizioso: tortellini in brodo fatti in casa come
primo, poi seguono tanti vassoi di carne bollita come secondo,
da accompagnare con tante salse diverse. Di contorno ci sono
i cardi, gli spinaci e i funghi. A questo punto tutti sono già sazi
e facciamo una pausa prima di riprendere il banchetto. Infatti
poi c’è il momento dei formaggi serviti con uva e miele, a cui
segue il caff è con i liquori fatti in casa e i dolci tipici delle feste
natalizie: il panettone, il pandoro, il torrone e tanta frutta secca.
Alla fi ne siamo tutti molto sazi e questo è il momento in cui si
portano a tavola montagne di mandarini freschi. Il pranzo di
Natale di norma dura tante ore e solo nel pomeriggio, sulle 5, si
cominciano ad aprire i regali e i bambini giocano con quello che
hanno appena ricevuto mentre gli adulti giocano a carte, fumano
o chiacchierano. Verso sera grandi e piccoli si ritrovano di nuovo
tutti insieme per giocare a tombola: questo è un momento che
porta sempre tanta allegria e tante risate perché si fanno molti
scherzi ed è possibile vincere qualche piccola somma di denaro,
che fa sempre piacere. I Natali della mia infanzia non mi hanno mai deluso e anzi, mi hanno fatto capire che non posso fare a
meno della mia famiglia durante le feste. Date retta a me: non
c’è festa più bella del Natale!
 
D. «Una risata vi seppellirà.» Nel Cimitero allegro ci sono
800 croci scolpite in legno e poi dipinte con colori vivaci. Sulle
tombe ci sono immagini di pastori o barbieri, contadini o
tessitori, carpentieri o mungitrici, imbianchini o muratori, tutte
coloratissime, dal giallo al rosso, dal blù al verde chiaro. Ci sono
delle immagini di donne che fi lano la lana, che tessono i tappeti,
che preparano il pane, e degli uomini che intagliano il legno,
arano la terra, pascolano le pecore, suonando i loro strumenti,
mungono le vacche, macellano gli animali e così via. Sotto, sulle
lapidi sono scritti dei versi ironici sulla vita e la morte del defunto.
Unico al mondo, è un luogo in cui si prende in giro la morte.
Il Cimitero allegro si trova a Sapanta, nel Nord della Romania.
Qui, sentimenti di simpatia e curiosità, che poco si addicono a
un luogo del genere, si sostituiscono all’angoscia e alla tristezza
che normalmente accompagnano i funerali e il lutto. La storia
è cominciata negli anni ’30 quando l’idea di adornare le tombe
è venuta a un contadino del villaggio, Stan Ion Patras. L’artista
popolare ha realizzato un centinaio di lapidi. La tradizione non
è scomparsa e oggi la continua l’apprendista dell’artista, Dimitri
Pop Tincu. Dopo la caduta del regime comunista, il camposanto
di Sapanta è stato riconosciuto come patrimonio dell’umanità,
tutelato dall’UNESCO.

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