Italiano
index_italian_m Gelsomino Ïåñíè Treccani
Òåêñòû Il conformista Pinocchio


Giovanni Verga
Novelle
1887
LE STORIE
DEL CASTELLO DI TREZZA.
V.

Questa era la leggenda del Castello di Trezza, che tutti sapevano nei dintorni, che tutti raccontavano in modo diverso, mescolandovi gli spiriti, le anime del Purgatorio, e la Madonna dell’Ognina. I terremoti, il tempo, gli uomini, avevano ridotto un mucchio di rovine la splendida e forte dimora di signori i quali, al tempo di Artale d’Alagona, aveano sfidato impunemente la collera del re, e sembravano avervi impresso una stimmate maledetta, che dava una misteriosa attrattiva alla leggenda, e affascinava lo sguardo della signora Matilde, mentre ascoltava silenziosamente.

— E di quell’uomo? domandò improvvisamente, di quel giovanotto che per sua disgrazia non era morto cadendo nel trabocchetto, e che vi agonizzava lentamente, cosa ne è avvenuto?

— Chissà? Forse il barone avrà udito ancora dei gemiti soffocati, o delle grida disperate che imploravano la morte, forse dopo alcuni giorni, si sarà sentito il lezzo del cadavere da quella specie di pozzo, forse avrà voluto prevenire che ciò avvenisse, — vi fece gettar della calce viva, e non si sentì più nulla.

— È una storia spaventosa! mormorò la signora Matilde. — Togliamone pure i fantasmi, il suono della mezzanotte, il vento che spalanca usci e finestre, e le banderuole che gemono, è una spaventosa storia!

— Una storia la quale non sarebbe più possibile oggi che i mariti ricorrono ai Tribunali, o alla peggio si battono; rispose Luciano ridendo.

Ella gli agghiacciò il riso in bocca con uno sguardo singolare. — Lo credete? domandò.

Luciano ammutolì per quello sguardo, per quell’accento, pel sentirsi dar del voi così distrattamente e a quella guisa. Sopraggiungeva il signor Giordano.

Parlatemi d’altro, — diss’ella sottovoce, con singolare vivacità, — non discorriamo più di cotesto....

Le storie del castello di Trezza

Italiano  Giovanni Verga
Novelle

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