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L’infinito ha due tempi:
» il presente, che termina in -are, -ere, -ire e -rre;
» il passato, formato dall’infinito dell’ausiliare avere
o essere + il participio passato del verbo.
ausiliare + | participio passato del verbo * | |
infinito di avere o essere | -are - > | -ato |
-ere | -uto | |
-ire | -ito |
* per le forme irregolari, vedi Volume 1, pp. 90-91
L’infinito suggerisce indeterminatezza ed esprime il significato del verbo senza
specificare persona o numero.
Il presente indica un’azione contemporanea o successiva a quella principale:
- Sono contento dì essere in vacanza a Venezia. (contemporanea)
- Penso di arrivare a casa per le quattro. (successiva)
Il passato indica invece un’azione anteriore a quella principale:
- Sono contento di essere stato in vacanza a Venezia.
Nell’infinito passato, l’ausiliare “avere” perde la “e” finale:
- Dopo aver letto tutte queste brutte notizie è difficile cominciare bene la
giornata.
L’infinito può avere valore di sostantivo; in questo caso può essere preceduto
dall’articolo:
- Giocare d’azzardo è un vizio molto pericoloso.
- L’aver conosciuto Vincenzo è stata la cosa più bella della mia vita.
Alcuni infiniti sostantivati possono avere anche la forma plurale:
- Lascerò tutti i miei averi al canile municipale.
Nelle frasi principali l’infinito si usa:
» nelle frasi interrogative o esclamative (in particolare dopo
l’avverbio “ecco” e interiezioni come “ah”, “oh”):
- Fare una rapina in banca? Ma sei matto?
- Ecco l’arbitro fischiare la fine dell’incontro.
» in sostituzione dell’imperativo:
- Cuocere a fuoco lento e mescolare di tanto in tanto.
Nelle frasi subordinate si usa:
» quando il soggetto della frase principale e di quella
dipendente coincidono:
- La sera preferisco mangiare poco e restare leggero.
» preceduto da una preposizione:
- Bellissimo film, da non perdere assolutamente!
» preceduto dalle congiunzioni o dalle locuzioni: “anche,
anziché, abbastanza da, tale da, senza, tanto da, piuttosto che, oltre che, in quanto a,
oltre a, in modo da, ecc.”
- Preferirei morire piuttosto che chiedergli scusa!
» preceduto da “prima di”:
- Rifletti bene prima di aprire la bocca e dire stupidaggini.
» preceduto dall’avverbio “dopo”:
- Subito dopo aver perso il passaporto, siamo andati all’ambasciata italiana a
chiederne un duplicato.
» in sostituzione di una frase relativa, preceduto dalla
preposizione “a”:
- Quando ho avuto bisogno, Barbara è stata l’unica ad avermi dato una mano.
GERUNDIO
Il gerundio ha due tempi:
» il presente, che termina in -ando, -endo:
-are -ando
-ere -endo
-ire -endo
» il passato, formato dal gerundio dell’ausiliare “avere” o “essere” + il
participio passato del verbo.
ausiliare + | participio passato del verbo * | |
Gerundio presente di avere o essere | -are - > | -ato |
-ere | -uto | |
-ire | -ito |
* per le forme irregolari, vedi Volume 1, pp. 90-91
Il gerundio esprime un’azione collegata al verbo della frase principale senza specificare
persona o numero.
Il presente indica un’azione contemporanea a quella principale:
- Passeggiando in montagna ho raccolto una stella alpina.
Il passato indica invece un’azione anteriore a quella principale:
- Avendo dormito poco ieri notte, non riesco a concentrarmi sul lavoro.
Il gerundio può assumere diverse funzioni:
» causale
- Avendo tanta esperienza nel settore, non ti sarà difficile trovare un nuovo
lavoro.
» ipotetica
- Cosa succede premendo questo pulsante?
» concessiva
- Pur avendo rispettato il limite di velocità, mi hanno fatto la multa.
» temporale
- Ho letto il giornale facendo la fila al check in.
» modale
- Le lingue si imparano facendo pratica sul posto.
» esclusiva
- Non avendo messo gli occhiali, non riesco a leggere.
PARTICIPIO
Il participio ha due tempi
» il presente:
-are -ante
-ere -ente
-ire -ente, -iente
» il passato:
-are -ato
-ere -uto
-ire -ito
* Per le forme irregolari del passato, vedi Volume 1, pp. 90-91.
Il presente indica un’azione contemporanea a quella principale; viene usato
prevalentemente nel linguaggio burocratico-amministrativo:
- La polizia ha raccolto una prova invalidante le dichiarazioni dei testimoni.
Il passato indica invece un’azione anteriore a quella principale:
- Raggiunta la spiaggia, ci siamo buttati subito in acqua.
Il participio, oltre a svolgere funzione verbale, può avere valore di sostantivo o di
aggettivo; in questo caso si declina per genere e numero:
» presente
- I concorrenti di questo quiz sono sempre molto preparati. (sostantivo)
- Il grillo parlante è uno dei personaggi più simpatici della favola di Pinocchio.
(aggettivo)
» passato
- Per fare il sugo preferisco usare la passata di pomodoro. (sostantivo)
- Vittorio mi ha portato dal Perù una coperta di lana colorata. (aggettivo)
PARTICOLARITÀ DEI MODI INDEFINITI
Tutti i pronomi atoni, i riflessivi e le particelle nel presente si uniscono direttamente
alla forma verbale:
- A volte riesci proprio a leggermi nel pensiero.
- Svegliandoti sempre così presto, è ovvio che tu sia sempre stanco.
- Le prime testimonianze riferentesi alla cultura villanoviana risalgono al IX
secolo a. C.
Nel gerundio passato e nell’infinito passato si uniscono all’ausiliare:
- Dopo essersene andato di casa, Boris ha imparato a cucinare.
- Essendomi stancato del suo comportamento egocentrico, ho deciso di lasciare Sara.
Nel participio passato, invece, si uniscono al verbo:
- Riconosciutolo colpevole, il tribunale lo condannò a tre anni di carcere.
Le frasi subordinate in cui si usano i modi infinito, gerundio e participio, ossia non
coniugabili a seconda della persona, sono definite implicite. Quelle, invece, dove si
impiega un modo coniugabile per persona sono definite esplicite:
- Clelia, essendosi scordata di scongelare le verdure, non può preparare il
minestrone. (implicita)
- Clelia, poiché si è scordata di scongelale le verdure, non può preparare il
minestrone. (esplicita)
VERBI FRASEOLOGICI
I verbi fraseologici sono quei verbi che, uniti a un infinito o a un gerundio, formano
locuzioni che evidenziano una determinata modalità secondo cui si realizza un’azione. Sono
divisi in due categorie:
1] i verbi causativi, “fare, lasciare” + infinito: indicano che il soggetto causa o
permette lo svolgimento di un’azione da parte di altri:
- Abbiamo fatto progettare la nostra villa da un architetto molto noto.
- Lascia passare un po’ di tempo, vedrai che tutto si sistemerà.
2] i verbi aspettuali: evidenziano un determinato aspetto dell’azione:
» imminenza: “essere sul punto di, stare per, accingersi a” +
infinito
- Guarda che cielo grigio! Sta per piovere.
» inizio: “cominciare a, mettersi a, prendere a” + infinito
- Era talmente disperato che prese a bere senza sosta.
» svolgimento: “stare” + gerundio (vedi Volume 1, Unità 17)
- Stiamo studiando i verbi fraseologici.
» durata: “andare” + gerundio, “continuare a, stare a,
insistere a” + infinito
- Malgrado i fischi del pubblico, il tenore continuava a cantare.
» conclusione: “finire di, cessare di, smettere di” + infinito
- L’anno scorso mio padre ha smesso di lavorare ed è andato in pensione.
Altri verbi (“trovarsi, vedersi, limitarsi a, sentirsi, riuscire a, cercare di, tentare
di, ecc.”) attribuiscono sfumature di significato diverse al verbo che accompagnano:
- Mi sono sentito offeso dalle tue parole!
- Limitati a fare il tuo lavoro e non fare domande.