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Unità 7

Modi indefiniti

INFINITO

L’infinito ha due tempi:

» il presente, che termina in -are, -ere, -ire e -rre;

» il passato, formato dall’infinito dell’ausiliare avere o essere + il participio passato del verbo.
 

ausiliare +   participio passato del verbo *
infinito di avere o essere -are - > -ato
  -ere -uto
  -ire -ito

* per le forme irregolari, vedi Volume 1, pp. 90-91

L’infinito suggerisce indeterminatezza ed esprime il significato del verbo senza specificare persona o numero.

Il presente indica un’azione contemporanea o successiva a quella principale:

- Sono contento dì essere in vacanza a Venezia. (contemporanea)

- Penso di arrivare a casa per le quattro. (successiva)

Il passato indica invece un’azione anteriore a quella principale:

- Sono contento di essere stato in vacanza a Venezia.

Nell’infinito passato, l’ausiliare “avere” perde la “e” finale:

- Dopo aver letto tutte queste brutte notizie è difficile cominciare bene la giornata.

L’infinito può avere valore di sostantivo; in questo caso può essere preceduto dall’articolo:

- Giocare d’azzardo è un vizio molto pericoloso.

- L’aver conosciuto Vincenzo è stata la cosa più bella della mia vita.

Alcuni infiniti sostantivati possono avere anche la forma plurale:

- Lascerò tutti i miei averi al canile municipale.


Nelle frasi principali l’infinito si usa:

» nelle frasi interrogative o esclamative (in particolare dopo l’avverbio “ecco” e interiezioni come “ah”, “oh”):

- Fare una rapina in banca? Ma sei matto?

- Ecco l’arbitro fischiare la fine dell’incontro.

» in sostituzione dell’imperativo:

- Cuocere a fuoco lento e mescolare di tanto in tanto.


Nelle frasi subordinate si usa:

» quando il soggetto della frase principale e di quella dipendente coincidono:

- La sera preferisco mangiare poco e restare leggero.

» preceduto da una preposizione:

- Bellissimo film, da non perdere assolutamente!

» preceduto dalle congiunzioni o dalle locuzioni: “anche, anziché, abbastanza da, tale da, senza, tanto da, piuttosto che, oltre che, in quanto a, oltre a, in modo da, ecc.”

- Preferirei morire piuttosto che chiedergli scusa!

» preceduto da “prima di”:

- Rifletti bene prima di aprire la bocca e dire stupidaggini.

» preceduto dall’avverbio “dopo”:

- Subito dopo aver perso il passaporto, siamo andati all’ambasciata italiana a chiederne un duplicato.

» in sostituzione di una frase relativa, preceduto dalla preposizione “a”:

- Quando ho avuto bisogno, Barbara è stata l’unica ad avermi dato una mano.

 


GERUNDIO

Il gerundio ha due tempi:

» il presente, che termina in -ando, -endo:

-are  -ando
-ere  -endo
-ire   -endo


»
il passato, formato dal gerundio dell’ausiliare “avere” o “essere” + il participio passato del verbo.
 

ausiliare +   participio passato del verbo *
Gerundio presente di avere o essere -are - > -ato
  -ere -uto
  -ire -ito

* per le forme irregolari, vedi Volume 1, pp. 90-91

Il gerundio esprime un’azione collegata al verbo della frase principale senza specificare persona o numero.

Il presente indica un’azione contemporanea a quella principale:

- Passeggiando in montagna ho raccolto una stella alpina.

Il passato indica invece un’azione anteriore a quella principale:

- Avendo dormito poco ieri notte, non riesco a concentrarmi sul lavoro.


Il gerundio può assumere diverse funzioni:

» causale

- Avendo tanta esperienza nel settore, non ti sarà difficile trovare un nuovo lavoro.

» ipotetica

- Cosa succede premendo questo pulsante?

» concessiva

- Pur avendo rispettato il limite di velocità, mi hanno fatto la multa.

» temporale

- Ho letto il giornale facendo la fila al check in.

» modale

- Le lingue si imparano facendo pratica sul posto.

» esclusiva

- Non avendo messo gli occhiali, non riesco a leggere.


PARTICIPIO

Il participio ha due tempi

»
il presente:

-are -ante
-ere -ente
-ire  -ente, -iente

» il passato:

-are -ato
-ere -uto
-ire  -ito

* Per le forme irregolari del passato, vedi Volume 1, pp. 90-91.

Il presente indica un’azione contemporanea a quella principale; viene usato prevalentemente nel linguaggio burocratico-amministrativo:

- La polizia ha raccolto una prova invalidante le dichiarazioni dei testimoni.

Il passato indica invece un’azione anteriore a quella principale:

- Raggiunta la spiaggia, ci siamo buttati subito in acqua.

Il participio, oltre a svolgere funzione verbale, può avere valore di sostantivo o di aggettivo; in questo caso si declina per genere e numero:

» presente

- I concorrenti di questo quiz sono sempre molto preparati. (sostantivo)

- Il grillo parlante è uno dei personaggi più simpatici della favola di Pinocchio. (aggettivo)

» passato

- Per fare il sugo preferisco usare la passata di pomodoro. (sostantivo)

- Vittorio mi ha portato dal Perù una coperta di lana colorata. (aggettivo)
 


PARTICOLARITÀ DEI MODI INDEFINITI
Tutti i pronomi atoni, i riflessivi e le particelle nel presente si uniscono direttamente alla forma verbale:

- A volte riesci proprio a leggermi nel pensiero.

- Svegliandoti sempre così presto, è ovvio che tu sia sempre stanco.

- Le prime testimonianze riferentesi alla cultura villanoviana risalgono al IX secolo a. C.

Nel gerundio passato e nell’infinito passato si uniscono all’ausiliare:

- Dopo essersene andato di casa, Boris ha imparato a cucinare.

- Essendomi stancato del suo comportamento egocentrico, ho deciso di lasciare Sara.

Nel participio passato, invece, si uniscono al verbo:

- Riconosciutolo colpevole, il tribunale lo condannò a tre anni di carcere.

Le frasi subordinate in cui si usano i modi infinito, gerundio e participio, ossia non coniugabili a seconda della persona, sono definite implicite. Quelle, invece, dove si impiega un modo coniugabile per persona sono definite esplicite:

- Clelia, essendosi scordata di scongelare le verdure, non può preparare il minestrone. (implicita)

- Clelia, poiché si è scordata di scongelale le verdure, non può preparare il minestrone. (esplicita)
 


VERBI FRASEOLOGICI

I verbi fraseologici sono quei verbi che, uniti a un infinito o a un gerundio, formano locuzioni che evidenziano una determinata modalità secondo cui si realizza un’azione. Sono divisi in due categorie:

1] i verbi causativi, “fare, lasciare” + infinito: indicano che il soggetto causa o permette lo svolgimento di un’azione da parte di altri:

- Abbiamo fatto progettare la nostra villa da un architetto molto noto.

- Lascia passare un po’ di tempo, vedrai che tutto si sistemerà.

2] i verbi aspettuali: evidenziano un determinato aspetto dell’azione:

» imminenza: “essere sul punto di, stare per, accingersi a” + infinito
- Guarda che cielo grigio! Sta per piovere.

» inizio: “cominciare a, mettersi a, prendere a” + infinito

- Era talmente disperato che prese a bere senza sosta.

» svolgimento: “stare” + gerundio (vedi Volume 1, Unità 17)

- Stiamo studiando i verbi fraseologici.

» durata: “andare” + gerundio, “continuare a, stare a, insistere a” + infinito
- Malgrado i fischi del pubblico, il tenore continuava a cantare.

» conclusione: “finire di, cessare di, smettere di” + infinito

- L’anno scorso mio padre ha smesso di lavorare ed è andato in pensione.

Altri verbi (“trovarsi, vedersi, limitarsi a, sentirsi, riuscire a, cercare di, tentare di, ecc.”) attribuiscono sfumature di significato diverse al verbo che accompagnano:

- Mi sono sentito offeso dalle tue parole!

- Limitati a fare il tuo lavoro e non fare domande.