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Unità 1. Passato e trapassato remoto

Passato remoto
ESERCIZI

1. DOV'È IL PASSATO REMOTO?

Sottolinea i verbi al passato remoto e scrivi l'infinito nella tabella, come nell'esempio.

L’ULTIMA LEGIONE

La gente arrivava alla spicciolata, in silenzio e a piccoli gruppi, nel buio più completo. Aurelio e Livia si misero in fila aspettando il loro turno per entrare: le scommesse clandestine sui combattimenti dei gladiatori attiravano molta gente. Ad un tratto si sentì un brusio correre fra la folla e poi un rumore di passi pesanti e un tintinnare di catene, e tutti indietreggiarono per lasciar passare il gruppo di combattenti che avrebbero dovuto affrontarsi in duello quella notte. Fra loro spiccava un gigante: Batiato! Aurelio si avvicinò, anche se Livia cercava di trattenerlo, e quando fu vicino alla lucerna, si scoprì il capo e disse: "Ehi, sacco di carbone, ho scommesso una montagna di soldi su di te, vedi di non deludermi". Batiato si voltò dalla sua parte al suono dì quella voce e sì trovò di fronte il vecchio compagno d’armi. Gli occhi gli brillarono di meraviglia nella semioscurità e quasi si tradirono per l’emozione, ma Aurelio gli fece un rapido cenno e si ricoprì immediatamente. Poco dopo vide anche Vatreno e non poté trattenere le lacrime. Livia intuì quello che gli stava passando per la mente, gli strinse forte il braccio e gli sussurrò all’orecchio: “Ce la faremo a liberarli, sono sicura che ce la faremo. Coraggio ora, entriamo”.

Il sorvegliante allungò le mani verso Livia e Aurelio esclamò: "Lasciala stare, questa è la mia fidanzata”.

L’uomo grugnì e rispose: ‘'Tu però ti fai perquisire e mi mostri il lasciapassare”. Aurelio mostrò la tessera e l'altro lo perquisì.

(Valerio Massimo Manfredi, L'ultima legione, Mondadori)
 

7. UNA FAMIGLIA ITALIANA

Riscrivi il brano usando, dove possibile, il passato remoto.

I miei genitori si erano conosciuti a Todi nel 1914 quando mio padre faceva l'insegnante nelle scuole medie. La mamma era una sua alunna: lui aveva 22 anni, lei 15. Si sono innamorati subito. Un anno dopo mio padre è partito come volontario per la guerra. Si sono sposati prima della fine della guerra - civilmente. La famiglia di mia madre proveniva da tradizioni carbonare ed era legata alla storia risorgimentale. La lotta per l'indipendenza e la libertà d'Italia era per mia madre una storia "che entrava in famiglia".

Poco dopo la fuga del babbo mia madre ha lasciato Roma: ha venduto precipitosamente il mobilio e tutto quello che possedeva e nel dicembre 1926 si è trasferita con mia sorella e me a Todi, nella casa paterna. La mamma non si era mai occupata di politica; condivideva tuttavia le scelte di mio padre, che ambedue consideravano scelte morali. La polizia temeva - non
a torto - la fuga di mia madre per raggiungere il marito, così ha inviato un dispaccio telegrafico per avvisare del pericolo. Intanto il babbo ci faceva pervenire le sue lettere attraverso strani giri, per evitare le intercettazioni. Ma nonostante tutte le precauzioni, la polizia è riuscita a fermarne alcune, contenenti anche un lungo elenco di cose di cui aveva più urgentemente bisogno. Quelle cose mio padre non le ha mai ricevute.

(Franca Magnani, Una famiglia italiana, Feltrinelli)