T
TALORA O TAL’ORA?
La grafia corrente nell’italiano contemporaneo è talora (‘a volte’), con >>>univerbazione
Ragazzi, quasi ancora bambini, molto difficili, con famiglie ancora più difficili, talora con precedenti penali («La Repubblica»)
Anticamente era diffusa anche la forma talor, con >>>troncamento
Talor risponde e talor non fa motto (F. Petrarca, Canzoniere).
TAVOLO O TAVOLA?
Sono due parole di genere diverso che derivano dallo stesso etimo latino tabulam ‘asse di legno’.
• Il maschile tavolo è la forma più comune, e spesso esclusiva, per tavola nel significato generico di ‘mobile’
tavolo da lavoro
tavolo da gioco
tavolo da disegno
Nel linguaggio giornalistico si usa tavolo per indicare un incontro tra rappresentanti di organismi istituzionali o sindacali con lo scopo di cercare un accordo risolutivo su questioni della massima importanza
Siamo pronti a tornare al tavolo del negoziato sulla base della legalità internazionale e della fine dell’attività degli insediamenti («La Repubblica»).
• Il femminile tavola invece può indicare un’asse di legno o di un altro materiale, di forma perlopiù rettangolare e di spessore limitato, che può avere differenti usi
Il falegname sta piallando una tavola
Senza ulteriori determinazioni indica la tavola attorno alla quale ci si siede per consumare i pasti
Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più (P. Garinei e S. Giovannini, Aggiungi un posto a tavola)
Il plurale tavole è spesso usato per indicare un tavolato, cioè un insieme di tavole tra loro connesse in piano
Calcare le tavole del palcoscenico (= in senso figurato, recitare a teatro).
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alternanza di genere e di significato
genere dei nomi
-TECA
È un >>>suffissoide derivato dal greco theke ‘ripostiglio, deposito’ e usato con il significato di ‘collezione, raccolta, custodia’ in parole derivate direttamente dal greco
biblioteca (‘raccolta di libri per consultazione, lettura, studio’)
pinacoteca (‘galleria in cui sono raccolte ed esposte opere di pittura’)
o formate modernamente
emeroteca (‘raccolta di giornali e periodici per consultazione e lettura’)
enoteca (‘raccolta di bottiglie di vini pregiati di vario tipo’)
ludoteca (‘locale attrezzato per raccogliere e conservare giocattoli e altri mezzi ricreativi’)
videoteca (‘collezione, raccolta di videocassette e DVD’)
Infine in alcuni composti della terminologia scientifica, -teca compare anche con il significato che ha in zoologia e in botanica, e cioè ‘rivestimento di varia natura che circonda un organo o un intero organismo’
idroteca
sporoteca.
TELE-
È un >>>prefissoide derivato dal greco tele ‘lontano’ che ha come primo significato ‘da lontano’ e si riferisce a operazioni che avvengono a distanza. È usato soprattutto in parole di formazione moderna, del linguaggio scientifico e tecnico
telescopio (‘strumento per l’osservazione di oggetti distanti’)
telelavoro (‘lavoro effettuato a distanza grazie all’utilizzo di sistemi di comunicazione’)
telecomunicazione (‘procedimento che permette di far pervenire a un destinatario un’informazione utilizzando un sistema di trasmissione’)
Due composti di tele- hanno avuto particolare importanza e diffusione, dando vita a loro volta a composti in cui tele- ha assunto un nuovo significato, indipendente da quello originario:
• telefono, con composti in cui tele- significa ‘relativo al telefono o in generale al servizio telefonico’; oggi con questo significato tele- è poco usato, ma fino a pochi decenni fa è stato molto produttivo
teleselezione
telespia
telesportello (‘sportello telefonico’)
• televisione, con nuovi composti in cui tele- significa ‘relativo alla televisione’
telecronista
telediffusione
telefilm
telegiornale
telespettatore
teleschermo
Nella terminologia medica più recente, il prefissoide tele- si riferisce soprattutto alla telemedicina (cioè alla medicina realizzata dal medico lontano dal paziente grazie a strumenti di comunicazione), in cui tele- ritorna all’originario significato di ‘a distanza’
telechirurgia
teledialisi.
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prefissi
TELEFONARE
Il verbo telefonare ha diversi significati, a cui corrispondono proprietà sintattiche diverse:
• con il significato di ‘comunicare, parlare per mezzo del telefono’ è un verbo intransitivo, con ausiliare avere
A che ora posso telefonarti?
Mi ha telefonato mio fratello per dirmi che Gianni e Roberta si sposano
• detto di due persone, con il significato di ‘chiamarsi e parlare per telefono l’una con l’altra’ è un verbo >>>riflessivo reciproco
Io e mia madre ci telefoniamo spesso
• nel linguaggio colloquiale può essere usato anche come verbo transitivo con il significato di ‘comunicare qualcosa a qualcuno per telefono’
Cos’è che mi volevi telefonare?
Appena puoi, telefonami l’esito dell’esame.
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transitivi e intransitivi, verbi
TELEVISIONE: ALLA O IN?
La forma alla televisione è più corretta, poiché fa riferimento alla visione e all’ascolto delle trasmissioni televisive attraverso un apparecchio televisore
È probabile che l’inaugurazione delle Olimpiadi la vedrò comodamente seduto a casa alla televisione («La Repubblica»)
Va ormai ritenuta accettabile, tuttavia, anche la forma in televisione, molto più comune nell’uso odierno e dovuta probabilmente all’influsso di frasi simili costruite con il verbo vedere (ad esempio L’ho visto in vetrina), in cui è normale l’uso della preposizione in
Credevo che certe cose si vedessero solo in televisione («La Repubblica»).
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preposizioni
giornale: nel o sul?
TEMPI COMPOSTI
I tempi composti dei verbi si formano unendo una voce dei verbi ausiliari essere e avere con il participio passato dei verbi stessi
Andrea ha vissuto in Spagna
Il palloncino è volato in cielo
L’ausiliare segnala i tempi dell’azione, mentre il participio passato indica il numero e, in alcuni casi, il genere del soggetto
L’estate scorsa Carla ed io siamo stati in vacanza in Sicilia
Ti ho vista uscire di casa prima dell’una
I tempi composti nei vari >>>modi sono:
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predicato verbale
TEMPI SEMPLICI
I tempi semplici dei verbi si formano unendo la >>>radice del verbo con la >>>desinenza. La radice porta il significato vero e proprio, mentre la desinenza porta le informazioni grammaticali, e cioè il genere e il numero del soggetto
Giovanni abita davanti a casa mia
Da piccola mia sorella si ruppe un braccio
I tempi semplici nei vari >>>modi sono:
VEDI ANCHE
predicato verbale
TEMPI VERBALI
I tempi verbali indicano il momento in cui si realizza l’azione espressa dal verbo. Generalmente la variazione del tempo è segnalata dalla variazione della >>>desinenza
io corr-o
lui / lei corr-eva
io cor-si
tu corr-essi
io corr-a
voi corr-erete
A partire dal momento dell’enunciazione, l’evento descritto dal verbo può essere anteriore, contemporaneo o posteriore. Pertanto i verbi hanno tre tempi fondamentali:
• il passato, che indica un evento anteriore;
• il presente, che indica un evento contemporaneo;
• il futuro, che indica un evento posteriore.
Questi tre tempi fondamentali si articolano in vari tempi che consentono di esprimere i rapporti tra diversi momenti temporali e diversi aspetti dell’azione verbale.
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tempi composti
tempi semplici
predicato verbale
consecutio temporum
TEMPLI O TEMPI?
La forma corretta del plurale di tempio è templi, che si rifà all’etimologia latina templum.
La forma tempi, meno comune, è sconsigliabile perché ingenera ambiguità con la parola tempi, plurale di tempo.
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latinismi
TEMPO, AVVERBI DI
Gli avverbi di tempo indicano la circostanza o il periodo in cui avviene un fatto espresso da un verbo, un aggettivo o un altro avverbio. I più usati sono ora, adesso, ormai, subito, prima, dopo, sempre, spesso, talora, ancora, tuttora, già, mai, presto, tardi, oggi, domani, stamani, recentemente, successivamente
Spero che riusciremo a vederci prima della fine dell’anno
Siamo già arrivati in aeroporto
Questa sera faresti meglio a non andare a letto tardi.
STORIA
Nell’uso letterario del passato era frequente anche l’avverbio mo ‘ora, tra poco’, che sopravvive oggi nei dialetti centromeridionali e in Lombardia
E io: “Buon duca, non tegno riposto / a te mio cuor se non per dicer poco, / e tu m’hai non pur mo a ciò disposto (D. Alighieri, Inferno)
E mo t’ammazzo! (= e ora ti uccido).
TEMPO CONTINUATO, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di tempo continuato è un complemento indiretto che indica la durata nel tempo dell’evento descritto dal verbo.
Il complemento di tempo continuato può essere introdotto dalla preposizione per, che in alcuni casi può essere omessa, e dalle preposizioni in, da, durante e oltre
La zia si fermerà a casa nostra (per) qualche giorno
Durante tutta la mattina il telefono non ha mai squillato
Ho aspettato il treno oltre mezz’ora
Sono da considerare complementi di tempo continuato anche costruzioni introdotte da >>>locuzioni e >>>preposizioni come in due ore, da dieci giorni, in pochi minuti, da tre mesi
Mio fratello abita a Londra da tre mesi
Sapevamo tutta la verità fin dall’inizio
Sistemo tutto io in un attimo!
VEDI ANCHE
per
in (preposizione)
da (preposizione)
TEMPO DETERMINATO, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di tempo determinato è un complemento indiretto che indica il momento o l’epoca in cui avviene l’evento descritto dal verbo.
Il complemento di tempo determinato può essere introdotto dalle preposizioni in, di, a, fra, per
Quest’anno la Pasqua cade in aprile
Di lunedì mattina i negozi di parrucchiere sono chiusi
Filippo mi ha telefonato all’ora di pranzo
Atterreremo a Roma fra due ore
o da locuzioni >>>preposizionali come al tempo di, all’epoca di, prima di
Ho letto un interessante saggio su Roma al tempo di Caravaggio
All’epoca dei fatti, tuo padre aveva appena cinque anni
Ti farò uno squillo prima di partire di casa
Molto spesso il complemento di tempo determinato si trova senza preposizione, in particolare con le date
L’estate prossima andremo in Croazia
Il cantante Tony Bennett è nato il 3 agosto 1926
Quando l’indicazione di tempo è poco precisa, il complemento di tempo determinato è introdotto dalle preposizioni >>>su, verso o dalla locuzione preposizionale intorno a
Il tecnico della caldaia dovrebbe arrivare verso le undici di domani mattina
Incontriamoci domani sul tardi
Direi che potremmo incontrarci intorno alle cinque.
VEDI ANCHE
in (preposizione)
di (preposizione)
a (preposizione)
per
tra o fra?
TEMPO, ESPRESSIONI DI
Sono espressioni di tempo alcune locuzioni >>>avverbiali costruite con varie >>>preposizioni, come ad esempio sul presto, sul tardi, di quando in quando, in tempo, tutt’a un tratto, nel frattempo, alla fine
La mattina dopo il calendario prevedeva sul tardi una riunione dei capigruppo al Senato («La Repubblica»)
Arisa: “Sogno di tornare a Sanremo e nel frattempo pubblico un libro” (www.musickr.it)
Noia, noia da morire per 85’, poi, tutt’a un tratto, i gol e i fuochi delle polemiche («La Repubblica»).
TEMPORALI, CONGIUNZIONI
Le congiunzioni temporali sono >>>congiunzioni subordinative usate per introdurre una frase che specifica il momento in cui si verifica l’evento descritto nella proposizione reggente (proposizioni >>>temporali).
Le più frequenti sono le congiunzioni quando, mentre, come, prima, appena, finché, che
Prima di frequentare Antonella, Stefano detestava andare a ballare
È arrivata la polizia e ci hanno presi tutti appena scesi dal treno (www.fanpage.it)
Finché la barca va, lasciala andare (O. Berti, Finché la barca va)
Le proposizioni temporali possono essere introdotte anche da una serie di locuzioni >>>congiuntive come dopo che, prima che, ogni volta che, fino a che, fin quando, da che, intanto che, ora che
Mi accorsi del disastro solo dopo che l’arrosto si era bruciato.
E ogni volta che torna sera mi prende la paura (V. Rossi, Ogni volta)
Ma ora che la stagione dell’attaccante della Nazionale è stata chiusa dai medici, il ricorso ai due brasiliani è fondamentale («La Repubblica»).
VEDI ANCHE
coniugazione
TEMPORALI, PROPOSIZIONI
Nell’analisi del periodo, le proposizioni temporali sono proposizioni >>>subordinate che indicano il momento in cui si svolge quanto è detto nella proposizione reggente.
Le proposizioni temporali possono esprimere anteriorità, contemporaneità o posteriorità rispetto alla reggente e si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite.
• Le proposizioni temporali esplicite:
- se esprimono anteriorità sono introdotte da prima che e hanno il verbo al congiuntivo
Prima che tu parta, ricordati di passare a salutare la nonna
L’importante è che il lavoro sia concluso prima che arrivi Natale
- se esprimono contemporaneità sono introdotte da mentre, quando, allorché, nel momento che, al tempo in cui, finché. Hanno il verbo all’indicativo e, in alcuni casi, al congiuntivo
Mentre eravamo in vacanza, i ladri hanno svaligiato la casa
Quando andavo all’asilo, mi veniva sempre a prendere mio padre
Aspetta finché non sia arrivata
- se esprimono posteriorità sono introdotte da dopo che e hanno il verbo all’indicativo e, in alcuni casi, al congiuntivo
Potrai alzarti da tavola solo dopo che avrai finito di mangiare
La libertà condizionale può essere concessa anche ai condannati all’ergastolo dopo che abbiano trascorso in carcere almeno 26 anni (www.studiocataldi.it)
• Le proposizioni temporali implicite si costruiscono in modi diversi a seconda del significato che esprimono:
- se esprimono anteriorità si costruiscono con prima di e il verbo all’infinito
Prima di pretendere qualcosa prova a pensare a quello che dai tu (I. Grandi, Prima di partire per un lungo viaggio)
«Negozi aperti, prima di dire no vediamo come va» («Corriere della Sera»)
- se esprimono contemporaneità si costruiscono con il gerundio presente, o con al, col, nel, sul e l’infinito
Nel salutare i parenti, a volte confondo i loro nomi
È la stessa spiacevole sensazione che ci investe al risuonare mozartiano o beethoveniano dei molti cellulari che ci circondano («Avvenire»)
- se esprimono posteriorità si costruiscono con dopo e l’infinito passato, o con il participio passato, spesso preceduto da una volta
I primi giorni dopo aver smesso di fumare rappresentano il periodo più difficile, durante il quale si verifica il maggior numero di ricadute (www.stop.tabac.ch)
Una volta arrivati sul luogo, capiremo meglio di cosa si tratta
In alcuni casi, il participio passato può essere seguito dalla congiunzione che e da una voce dei verbi avere e essere, dando vita a un costrutto molto diffuso nel toscano letterario
Finito che ebbe di dire il Cardinale, io risposi che quelle erono offerte da quel Re che gli era (B. Cellini, La vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze).
VEDI ANCHE
congiuntivo
indicativo
infinito
gerundio
participio
TÈ O TE?
Si tratta di due >>>omofoni.
• Tè con l’accento grafico (dal francese thé, a sua volta dal cinese t’e) indica la bevanda aromatica preparata per infusione delle foglie essiccate di una pianta di origine asiatica
la coltivazione del tè
tè in foglie
una tazza di tè
• Te senza accento grafico corrisponde al pronome tonico singolare maschile e femminile usato in funzione di complemento
Lasciami stare, te lo chiedo per favore
Da solo non riuscivo a dormire perché di notte ho ancor bisogno di te (L. Battisti, Fiori rosa fiori di pesco).
DUBBI
Per indicare la bevanda sono diffuse anche le grafie tea (che coincide con la parola inglese) e the
Sapevo quanto valevi dopo poche chiacchiere scambiate davanti a un tea freddo alla pesca (www.blusubianco.it)
Li vedi di sera, mentre aspettano un the caldo («Corriere della Sera»).
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monosillabi accentati e non accentati
personali, pronomi
TERMINE, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di termine è un complemento indiretto che indica la persona, l’animale o la cosa su cui ricade l’azione espressa dal verbo.
Il complemento di termine può essere introdotto dalla preposizione a
Bisogna dare da mangiare al cane
Devo restituire la falciatrice a Riccardo
La maestra ha detto a Filippo di non parlare
La preposizione a si deve omettere se il complemento di termine è uno dei pronomi >>>personali atoni mi, ti, gli, le, si, ci, vi, loro
E al nonno? Gli regaleremo un dopobarba
Fabio e Daniela ci hanno mandato una cartolina dalla Grecia
oppure, si può omettere davanti al pronome >>>relativo cui
Lo specialista (a) cui ci siamo rivolti è molto competente
Il complemento di termine può dipendere da:
• un verbo transitivo o intransitivo
Quand’ero piccolo ho rotto un dito a mia sorella
Il compito di risolvere la questione spetta al giudice
• aggettivi come grato, caro, fedele, pronto, contrario, utile, idoneo, dannoso, uguale, o un nome da essi derivato
Ti siamo grati per tutto quello che fai per noi
«La fedeltà a Dio è la migliore risposta agli ingiusti attacchi contro la Chiesa» (www.loccidentale.it).
VEDI ANCHE
transitivi e intransitivi, verbi
TÈRMITE O TERMÌTE?
La pronuncia corretta di questo sostantivo, che designa un tipo di insetto, è tèrmite, con accentazione >>>sdrucciola, come nella parola tardo-latina da cui deriva: tèrmitem.
La pronuncia termìte, con accentazione >>>piana, è dovuta a un errato avanzamento dell’accento.
In italiano esiste anche la parola termìte, con accentazione piana, che indica una particolare miscela di metalli. La parola è stata formata modernamente a partire dal greco therme ‘calore’.
TERZA CONIUGAZIONE
La terza coniugazione comprende tutti i verbi il cui infinito termina in -ire.
Appartengono a questo gruppo molti verbi della IV coniugazione latina, e anche molti della II e della III, oltre a verbi di recente e nuova formazione.
• Molti verbi della III coniugazione, come capire, finire, guarire, punire, agire, costruire, ferire, finire, fornire, impedire, preferire, rapire, tradire, inseriscono l’>>>interfisso -isc- tra la >>>radice e la >>>desinenza della 1a, 2a e 3a persone singolari e della 3a persona plurale del presente indicativo e congiuntivo
io capiscoio guarisca
tu capiscitu guarisca
lui / lei capiscelui / lei guarisca
loro capisconoloro guariscano
Questi verbi inseriscono l’interfisso -isc- anche tra la radice e la desinenza della 2a persona singolare dell’imperativo
(tu) capisci!
(tu) finisci!
(tu) punisci!
• Alcuni verbi, come applaudire, mentire, inghiottire, assorbire, nutrire, ammettono sia la forma con l’infisso -isc-, sia quella senza
io mento / io mentisco
tu inghiotti / tu inghiottisci
• I verbi che terminano in -gnire, conservano di regola la i delle desinenze nella 1a persona plurale del presente indicativo e congiuntivo, e nella 2a persona plurale del congiuntivo presente. È diffusa anche la grafia senza -i, che, pur giustificata dal punto di vista della pronuncia, è sconsigliabile
lo stesso monarca dice noi vi insigniamo del Toson d’Oro o noi dichiariamo oggi guerra alla Ruritania (U. Eco, Kant e l’ornitorinco)
Anche noi insignamo così il nostro cannoniere di un titolo che ricorda il nostro più grande bomber (www.brembat.it)
• Il participio presente è formato in alcuni casi con la desinenza -ente
bollente
divertente
seguente
in altri, con la desinenza -iente
nutriente
obbediente
proveniente
In alcuni verbi, però, la t si trasforma in z
patire> paziente
consentire > consenziente.
VEDI ANCHE
coniugazione
indicativo
congiuntivo
imperativo
vocale tematica
TIENIMI, TIENMI O TIEMMI?
Nella lingua scritta contemporanea la grafia più diffusa di questa 2a persona dell’imperativo seguita dal pronome personale atono è tienimi
tienimi con te / dentro questa vita (C. Baglioni, Tienimi con te)
Nella lingua orale tutte e tre le pronunce sono accettabili e trovano spazio anche la forma tienmi (con >>>troncamento della vocale finale del verbo), e soprattutto la forma tiemmi.
STORIA
Tienmi e tiemmi erano comuni nell’uso letterario del passato
la donna ch’io avea trovata sola / sopra me vidi, e dicea: Tiemmi dunque per compagna di pudicizia, e più ama l’anima mia che lo corpo (D. Cavalca, Vite di eremiti)
Tu che sai poetar servimi d’aio, / E tiemmi per le maniche del saio. (A. Tassoni, La secchia rapita).
TONICI, PRONOMI vedi PERSONALI, PRONOMI
TO’ O TOH?
Entrambe le grafie sono accettabili.
Questa >>>interiezione deriva dalla 2a persona singolare dell’imperativo presente di togliere (togli) con >>>troncamento, e si usa per:
• invitare qualcuno a prendere qualcosa che si offre
To’, ecco qui la maglietta che mi hai prestato ieri!
• nel fare un incontro non previsto
To’, guarda un po’ chi si rivede in giro!
• per accompagnare con la voce pugni, calci, schiaffi o altri tipi di colpo
To’, prendi questo!
TOPO-
È un >>>prefissoide derivato dal greco topos ‘luogo’ e usato in parole della lingua scientifica derivate direttamente dal greco o formate modernamente con il significato generico, anche figurato, di ‘luogo, posto, spazio’
topografia (‘disciplina che studia gli strumenti e i metodi per la misurazione e la rappresentazione di parti della Terra’)
toponimo (‘nome proprio di luogo’)
topofilia (‘attaccamento profondo per un luogo’).
VEDI ANCHE
prefissi
-TORA, FEMMINILE IN
Quando il suffisso maschile -tore è preceduto da una consonante diversa da t, è possibile, anche se non frequentissimo, il femminile in -tora
pastore > pastora
gestore > gestora
impostore > impostora
tintore > tintora
In molti casi le forme in -tora suonano popolari o antiquate
Entrò la stiratora, una donnicciuola sui cinquant’anni, con un’aria di vittima, col cappellino e lo scialle messi per traverso (E. De Amicis, Roma capitale).
USI
Il suffisso -tora, a differenza di -trice, si riferisce esclusivamente a una persona.
Nell’italiano contemporaneo è spesso usato con intenti ironici
Entro e trovo la lavatora davanti alla lavatrice (www.ilmezza.com).
TRALÌCE O TRÀLICE?
La pronuncia corretta di questa parola, che si usa quasi esclusivamente nella locuzione guardare in tralice ‘guardare di sottecchi, di traverso’ è tralìce, con accentazione >>>piana, come nella parola latina dalla quale deriva, trilìcem.
La pronuncia tràlice, con accentazione >>>sdrucciola, è dovuta a un’errata >>>ritrazione dell’accento.
TRANSITIVI E INTRANSITIVI, VERBI
I verbi si possono distinguere in transitivi e intransitivi in base al rapporto che stabiliscono con il soggetto e con gli altri elementi della frase.
• Il verbo si dice transitivo quando l’azione passa direttamente dal soggetto che la compie all’oggetto (persona, animale o cosa) che la riceve o subisce. Pertanto, i verbi transitivi ammettono il complemento oggetto
Giovanna stira una camicia
Il Papa benedice la folla di fedeli
Fabio ha rotto la bicicletta
• Il verbo si dice intransitivo quando invece l’azione non passa direttamente dal soggetto all’oggetto, ma si esaurisce nel soggetto che la compie o passa a un altro elemento della frase, costituito da un complemento indiretto. Pertanto, i verbi intransitivi non ammettono il complemento oggetto
Francesco arrossisce ogni volta che qualcuno lo fissa
Quest’inverno rinunceremo alla settimana bianca
Finalmente è nato il figlio di Anna e Filippo
Alcuni verbi intransitivi possono reggere un oggetto diretto, diventando così transitivi, quando il complemento oggetto presenta la stessa radice del verbo (si parla allora di complemento dell’oggetto interno)
Ognuno vive la sua vita come può
A seconda del contesto, molti verbi possono funzionare sia come transitivi che come intransitivi
Lara mangia una mela / A che ora mangiamo?
Gli attori reciteranno una commedia / Gli attori recitano malissimo
Molti verbi transitivi possono essere usati con un complemento oggetto non espresso; in questi casi il verbo rimane transitivo, dal momento che un complemento oggetto, anche se non viene espresso, esiste necessariamente ed è di norma desumibile dal contesto
Marco scrive (una e-mail) alla sua fidanzata.
VEDI ANCHE
complementi
TRA O FRA?
Le >>>preposizioni semplici tra e fra possono essere considerate del tutto identiche per significato e funzioni.
Introducono diversi tipi di complementi indiretti
Tra e fra sono intercambiabili. Tuttavia, sia nello scritto, sia nell’orale si può scegliere tra l’una e l’altra per evitare sgradevoli accumulazioni di suoni, come in fra fratelli e in tra treni
Nella nostra famiglia tra fratelli siamo sempre andati molto d’accordo
Arriverò fra trenta secondi.
TRAPASSATO, CONGIUNTIVO
Il tempo verbale trapassato del modo >>>congiuntivo si forma combinando le forme del congiuntivo imperfetto degli ausiliari avere o essere con il participio passato del verbo da coniugare
io avessi temutoio fossi andato
tu avessi temutotu fosti andato
lui / lei avesse temuto lui / lei fosse andato
noi avessimo temutonoi fossimo andati
voi aveste temutovoi foste andati
loro avessero temutoloro fossero andati
Nelle proposizioni indipendenti, il trapassato congiuntivo si usa per esprimere una possibilità o una necessità riferita al passato che non si è realizzata
Con te ci sono stato ma in un’altra misura / se solo avessi avuto un po’ meno paura (Tre allegri ragazzi morti, Puoi dirlo a tutti)
E tu cosa ne pensi? E se fossimo stati creati da una civiltà aliena?
Nelle proposizioni dipendenti, il trapassato congiuntivo si usa per esprimere anteriorità rispetto a un tempo passato che si trova nella proposizione reggente
Pensavo che tua sorella fosse già andata a vivere da sola.
VEDI ANCHE
consecutio temporum
TRAPASSATO PROSSIMO, INDICATIVO
Il trapassato prossimo è un tempo verbale dell’>>>indicativo e si usa per indicare un fatto avvenuto prima di un altro nel passato o comunque a esso collegato
Steve l’ha saputo e si è sprecato in complimenti: avevo fatto la cosa giusta (S. Agnello Hornby, Vento scomposto)
Questa forma verbale si coniuga combinando le forme dell’imperfetto indicativo degli ausiliari avere o essere con il >>>participio passato del verbo da coniugare.
Il termine di riferimento nel passato a partire dal quale l’avvenimento viene osservato è contenuto all’interno della frase stessa o in una frase dipendente. Può essere costituito da un >>>imperfetto, un >>>passato prossimo, un >>>passato remoto o da un >>>presente storico
Non volevo mangiare l’arrosto di coniglio che la nonna aveva preparato per l’occasione
Non ho voluto mangiare l’arrosto di coniglio che la nonna aveva preparato per l’occasione
Non volli mangiare l’arrosto di coniglio che la nonna aveva preparato per l’occasione.
VEDI ANCHE
avere o essere?
TRAPASSATO REMOTO, INDICATIVO
Il trapassato remoto è un tempo verbale dell’>>>indicativo e si usa per indicare un fatto avvenuto prima di un altro nel passato, definitivamente concluso e senza riflessi sul presente
Quando ebbe finito feci la domanda che mi bruciava, a quel punto. «Perché proprio io?» (G. Carofiglio, Il passato è una terra straniera)
Questa forma verbale si coniuga combinando le forme del passato remoto indicativo degli ausiliari avere o essere con il >>>participio passato del verbo da coniugare.
Il trapassato remoto si usa soltanto nelle proposizioni >>>subordinate introdotte da congiunzioni come dopo che, finché, non appena
Quando ebbe scoperto di aver perso, lasciò tutto
Non appena ebbe finito di piovere, l’orso uscì dalla sua tana.
USI
Il trapassato remoto ha ormai un uso molto raro e limitato ai registri alti della lingua scritta.
Nell’uso comune, molto spesso il trapassato remoto è sostituito dal passato remoto o dal trapassato prossimo
Non appena finì di mangiare, se ne andò
Dopo che mia sorella aveva sentito la notizia, è corsa a spifferarla in giro
Non è possibile costruire la forma passiva del trapassato remoto dell’indicativo.
VEDI ANCHE
avere o essere?
forma attiva, passiva e riflessiva
TRASGRESSORE / TRASGREDITRICE vedi -TRICE, FEMMINILE IN
TRATTINO
Il trattino (-) si usa nei testi a stampa:
• per unire due parole accostate tra loro che non formano un composto soggetto a stabile >>>univerbazione, come una coppia di aggettivi, di sostantivi, di nomi propri
linguaggio burocratico-amministrativo
la regista cino-canadese
le leggi-truffa
la partita Torino-Inter
• con >>>prefissi o >>>prefissoidi, se usati in composti occasionali
mine anti-carro
terapia anti-aids
• con numeri e date, per indicare un intervallo
i giorni 14-15 gennaio 2012
In Mozambico sarebbe necessario curare subito 9.000 persone nei prossimi tre-cinque anni
Il trattino non va confuso con la lineetta (–), più lunga, usata nei testi a stampa con funzioni diverse.
VEDI ANCHE
composte, parole
punteggiatura
TRE O TRÉ?
La grafia corretta è tre, senza accento.
L’accento va invece sempre segnato nei composti con tre, che sono parole polisillabiche accentate sull’ultima sillaba
ventitré, trentatré, novecentoquarantatré.
VEDI ANCHE
accento
TRI-
È un >>>prefissoide derivato dal latino tri- (affine a tres ‘tre’) e usato in parole derivate direttamente dal latino e dal greco o formate modernamente con il significato di ‘che ha tre, di tre, composto di tre’
tricolore (= di tre colori, quasi sempre con riferimento a bandiere nazionali)
tridente (= forcone a tre denti)
trisillabo (= verso formato da tre sillabe)
In chimica, indica la presenza, in una molecola, di tre atomi o radicali di una data specie o il ripetersi, per tre volte, di una certa proprietà
tricloroetilene
trimetilammina
trivalente.
VEDI ANCHE
prefissi
-TRICE, FEMMINILE IN
I nomi maschili in -tore (detti anche nomi d’agente, poiché designano chi compie un’azione) nella maggior parte dei casi hanno il femminile in -trice
attore > attrice
scrittore > scrittrice
pittore > pittrice
allevatore > allevatrice
Quando il suffisso -tore è preceduto da una consonante diversa da t, sequenze come -strice e -ntrice che ne derivano risultano difficili da pronunciare e forme del tipo *tintrice e *impostrice non sono ammesse. In questi casi si ricorre al suffisso -tora (>>>-tora, femminile in).
USI
Il femminile -trice, a differenza di -tora, può essere usato anche per indicare un nome di macchina, oltre che un nome d’agente
mitragliatrice (‘arma da fuoco automatica’)
affettatrice (‘macchina usata per tagliare a fette i salumi’)
stiratrice (‘macchina impiegata per la stiratura / operaia addetta alla stiratura’)
fresatrice (‘macchina utensile per la lavorazione dei metalli / operaia addetta alla fresa’).
VEDI ANCHE
femminile dei nomi
TRISDRUCCIOLA, ACCENTAZIONE
Hanno accentazione trisdrucciola le parole accentante sulla quintultima sillaba. Nella lingua italiana le parole trisdrucciole sono molto poche e corrispondono tutte a forme di 2a persona singolare dell’imperativo composte con l’aggiunta di due pronomi atoni
àuguraglielo, òrdinaglielo, rècitamelo, òccupatene, comùnicamelo.
VEDI ANCHE
accento
piana, accentazione
tronca, accentazione
sdrucciola, accentazione
bisdrucciola, accentazione
TRITTONGO
Il trittongo (dal greco trìphthongos ‘suono triplo’) è un gruppo di tre vocali consecutive all’interno di una stessa sillaba. Nell’incontro di tre suoni vocalici all’interno di una sola sillaba, due di essi diventano >>>semivocali o >>>semiconsonanti.
• Una semiconsonante + una vocale + una semivocale:
- -iei, -iai,-ioi
miei
scambiai
- -uai, -uei,-uoi
guai
suoi
• Due semiconsonanti + una vocale:
- -iuo
aiuola.
VEDI ANCHE
dittongo
iato
TRONCA, ACCENTAZIONE
Hanno accentazione tronca (detta anche ossitona) le parole accentate sull’ultima sillaba. Quando la parola ha più di una sillaba, l’accento è segnalato graficamente
caffè, virtù, mercoledì, gioventù, città, università
Le forme della 3a persona singolare del passato remoto e del futuro semplice dell’>>>indicativo, in genere, sono tronche
mangiò, poté, punì, avrà, capirà.
DUBBI
Nelle parole tronche l’accento finale può essere acuto o grave a seconda dei casi:
• l’accento è acuto con parole la cui vocale finale è e chiusa
poté, finché, perché, giacché
• l’accento è grave con parole la cui vocale finale è e aperta, o, a, i, u
caffè, è, mangerò, dormì, sarà, virtù.
VEDI ANCHE
accento, acuto o grave
piana, accentazione
sdrucciola, accentazione
bisdrucciola, accentazione
trisdrucciola, accentazione
TRONCAMENTO
Il troncamento (o apocope) è la soppressione di una vocale, di una consonante o di una sillaba alla fine di una parola
gran ciambellano (anziché grande ciambellano)
amor proprio (anziché amore proprio)
A differenza dell’elisione, il troncamento non richiede la presenza dell’apostrofo (tranne in casi particolari, come po’, mo’ e altri, per i quali si veda la sezione Usi).
Si ricorre al troncamento con diversi tipi di parole.
• Con gli >>>aggettivi:
- il troncamento è obbligatorio con gli aggettivi maschili bello, buono, santo riferiti a nomi che iniziano per consonante e introdotti dagli articoli il e un
*un bello tramonto > un bel tramonto
*il Santo Raffaele > il San Raffaele
*un buono giorno > un buon giorno
- il troncamento è possibile ma non obbligatorio in altri casi
grande giorno > gran giorno
un poco di vino > un po’ di vino
- il troncamento è molto frequente nei composti di due aggettivi (e anche aggettivo + sostantivo), in cui il primo termina in -re o -le
elettoral-politico
struttural-funzionalismo
popolar-televisivo
• Con gli articoli >>>indeterminativi e gli indefiniti derivati da uno (alcuno, ciascuno, nessuno)
*uno piatto > un piatto
*nessuno testimone > nessun testimone
• Con alcuni sostantivi:
- frate e suora seguiti da nome proprio
fra Paolo Sarpi
suor Teresina
- nei toponimi costruiti con valle, torre, colle, piano, casa e altri
Valsugana
Pian del Voglio
Ca’ del Sole
- nei sostantivi usati come titoli, seguiti da nome proprio
il professor Mario Monti
il dottor Rossi.
USI
Di regola il troncamento non va mai segnalato con l’apostrofo, tuttavia l’apostrofo è obbligatorio:
• nelle forme po’ ‘poco’, e a mo’ di ‘alla maniera di’
un po’ di soldi
a mo’ di esempio
• con la 2a persona singolare del presente >>>imperativo dei verbi andare, dare, dire, fare, stare
va’ per vai
da’ per dai
di’ per dici
fa’ per fai
sta’ per stai
• in alcune interiezioni
be’ per bene
to’ per togli!
VEDI ANCHE
apostrofo
elisione
TU O TE?
Il pronome personale tu si usa sempre con funzione di >>>soggetto
Non sarai certo tu a impedirmi di esprimere la mia opinione
«Sei tu che ti lamenti, io mi accetto» (M. Mazzantini, Venuto al mondo)
In certi casi può essere usato con questa funzione anche il pronome obliquo te:
• in espressioni esclamative formate con un aggettivo
Com’è bella la tua auto nuova! Beato te!
Te fortunata! Invidino altre la tua fortuna (L. Savioli, Amori)
• nelle comparazioni di uguaglianza, dopo come e quanto
Ne so quanto te
Cosa ridi? Non è colpa mia se sono imbranato come te!
• in coordinazione con un altro soggetto
A quanto pare siamo rimasti soltanto io e te
• quando svolge la funzione di complemento >>>predicativo del soggetto, con verbi come essere, sembrare, parere
Io non solo te, io non sono te, non sono solo te (E. Marrone, Non sono solo te)
• con un participio assoluto
senti di aver deluso tutti, te compresa (www.amiciobesi.forumfree.it).
USI
L’uso di te come soggetto, ampiamente diffuso in molte regioni italiane, è ammissibile nel parlato informale, ma deve essere evitato nel parlato di tono sostenuto e nell’uso scritto
Ti scriverò prima di venire. E te non vieni mai a Firenze? (Lettera di G. Papini a G. Prezzolini)
come non è vero, sei te (V. Rossi, Una canzone per te).
VEDI ANCHE
io e te o io e tu?
personali, pronomi
participio
TUTT’ALTRO O TUTTALTRO?
La forma corretta è tutt’altro, con il pronome indefinito tutto soggetto a >>>elisione prima del pronome indefinito altro
Non che fosse divenuto un donnaiolo, tutt’altro (C. Magris, Microcosmi)
La forma tuttaltro, risultato di una >>>univerbazione, è oggi poco diffusa e legata soprattutto a usi scarsamente sorvegliati
ebbe una vita familiare assai poco equilibrata e tuttaltro che degna di un uomo saggio (www.rss-notizie.it).
STORIA
Come in molti casi simili, la grafia univerbata tuttaltro era comune nell’italiano antico e fino all’Ottocento
Si fa, e si disfà; e disfacendo non si finisce per nulla ciò che s’era fatto: tuttaltro! (I. Nievo, Le confessioni di un italiano).
TUTTAVIA vedi AVVERSATIVE, CONGIUNZIONI
TUTTI E DUE, TUTTE E DUE
I pronomi indefiniti tutti e tutte, seguiti dalla congiunzione e e da un numerale cardinale, indicano un determinato numero di persone, animali o cose considerate nel loro complesso
Tutti e due i familiari hanno scelto di essergli vicino («La Repubblica»)
È stata una gara difficile per tutte e due le squadre («Il Mattino di Padova»)
Frequente è anche la forma tutt’e due, con >>>elisione
Tutt’e due, allora, gridando, prendono a inseguirsi, girando attorno a Ferrante (L. Pirandello, La signora Morli, una e due)
allora forse abbiamo capito male tutt’e due (S. Veronesi, Caos calmo).
TUTT’OGGI O TUTTOGGI?
La forma corretta è tutt’oggi, con il pronome indefinito tutto soggetto a >>>elisione prima dell’avverbio oggi
a tutt’oggi non è stata fatta una riforma degli studi di medicina (I. Cavicchi, Medicina e sanità: snodi cruciali)
La forma tuttoggi, risultato di una >>>univerbazione, è oggi poco diffusa e legata soprattutto a usi scarsamente sorvegliati
il complesso venne trasformato nel palazzo signorile che tuttoggi si presenta al visitatore (Touring club italiano, Puglia).
TUTT’ORA O TUTTORA?
Nell’italiano contemporaneo la grafia corrente è tuttora, con >>>univerbazione
La lapide si vede tuttora sulla facciata del palazzo
Risento tuttora di quella caduta
È ormai antiquata la grafia separata tutt’ora, oggi poco diffusa e legata soprattutto a usi scarsamente sorvegliati
Come scrivere nel curriculum che tutt’ora lavoro? (it.answers.yahoo.com).
STORIA
Come in molti casi simili, la grafia separata tutt’ora era normale nell’italiano antico e fino all’Ottocento
con la varietà e con l’eccellenza delle opere loro hanno nobilitata e nobilitan tutt’ora la toscana favella (G. Rezasco, Della lingua toscana).
TUTT’UNO O TUTTUNO?
La forma corretta è tutt’uno, con il pronome indefinito tutto soggetto a >>>elisione prima del pronome indefinito altro
come se il colbacco facesse tutt’uno con il resto del corpo (E. Ferrero, N.)
La forma tuttuno, risultato di una >>>univerbazione, è oggi poco diffusa e legata soprattutto a usi scarsamente sorvegliati, anche se non priva di attestazioni letterarie
Invece lui voleva stare con i cosacchi e sentirsi tuttuno con loro (C. Sgorlon, L’armata dei fiumi perduti).