M
MA vedi AVVERSATIVE, CONGIUNZIONI
MACEDONIA, PAROLE
Le parole macedonia sono un caso particolare di parole >>>composte. Sono parole formate dalla fusione di due o più parole, che di solito hanno un segmento in comune; di norma il primo elemento è una parola accorciata, mentre il secondo elemento è una parola intera
carto[leria] + libreria > cartolibreria
mand[arino] + arancio > mandarancio
cant[ante] + autore > cantautore.
USI
Le parole macedonia sono molto usate nei nomi di enti e associazioni (Autosole, Federcommercio, Coldiretti) e nel linguaggio pubblicitario
Più grosso è più gusto c’è con cioccoblocco (pubblicità degli anni ’80 del Novecento di una nota marca di cioccolato).
MACHIAVELLICO O MACCHIAVELLICO?
La forma corretta è machiavellico, con una sola c, visto che il nome proprio da cui deriva è quello dello scrittore fiorentino Niccolò Machiavelli. La grafia scorretta con la doppia c è forse dovuta al modello di parole come macchia.
STORIA
La grafia del nome Machiavelli con la doppia c ha avuto una sua circolazione anche nei secoli passati
Dalle opere di Dante, di Macchiavello, di Filicaia, di Vico (I. Nievo, Le confessioni di un italiano).
MAIALE / SCROFA
Il sostantivo maschile maiale presenta una forma diversa per il femminile, che proviene da una >>>radice diversa, ed è scrofa.
Anche altre denominazioni di animali hanno il maschile diverso dal femminile: fuco / ape, toro / vacca, montone / pecora (>>>nomi indipendenti al maschile e femminile).
USI
Oggi la forma femminile maiala si usa soltanto in senso dispregiativo
Questa dev’essere per forza la maiala (M. Drago, Zolle)
Lo stesso vale per il femminile porca, usato nell’italiano letterario dei secoli passati per indicare semplicemente la femmina del maiale
Dalla bianchezza di quella porca si crede che derivasse il nome di Alba (G. Leopardi, Zibaldone).
MAIESTATICO, PLURALE
Il plurale maiestatico (o pluralis maiestatis) consiste nell’uso della 1a persona plurale noi al posto della 1a persona singolare io da parte di autorità politiche e religiose in contesti ufficiali e in occasioni solenni
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno […] abbiamo decretato e decretiamo (Vittorio Emanuele II, Regio Decreto del 3 maggio 1868)
Nell’italiano contemporaneo quest’uso è sempre più raro. Spesso, anzi, ci si riferisce con ironia a chi usa il plurale al posto del singolare, soprattutto se non si tratta di un’autorità
Don Gustavo rispose con il pluralis maiestatis: – Noi pensiamo che il titolo della Beata Vergine di Lourdes stia bene a Lourdes (M. Moretti, La vedova Fioravanti)
Oltre al plurale maiestatico propriamente detto, ci sono altri casi nei quali si può usare la 1a persona plurale al posto della 1a persona singolare.
• Il plurale didattico è usato dal docente nelle spiegazioni o dall’autore nella manualistica
Adesso prendiamo in esame questo nuovo aspetto
• Il plurale narrativo è usato dal narratore nel racconto di una storia, di una trama o per manifestare una vicinanza con il lettore
Siamo a New York negli anni Trenta
Detto tra noi, non siamo per niente d’accordo
• Il plurale di modestia è usato quando, in un testo letterario, lo scrittore vuole limitare il peso della propria autorità
Renzo, avvertiamo i lettori, veramente non la poteva vedere (A. Balbiani, I figli di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella)
• Il plurale poetico è usato quando, in poesia, l’autore vuole evitare di parlare di sé stesso in prima persona
Ché mal per noi quella beltà si vide (F. Petrarca, Canzoniere)
A noi prescrisse / il fato illacrimata sepoltura (U. Foscolo, A Zacinto)
In tutti gli altri casi – ad esempio nella stesura di un saggio, di un articolo o di una tesi – è consigliabile usare sempre la 1a persona singolare.
MAIUSCOLE, USO DELLE
L’uso delle maiuscole è obbligatorio in una serie di casi.
• All’inizio di testo o di una sua parte (capitolo, paragrafo ecc.)
Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno (A. Manzoni, I promessi sposi)
• Dopo un >>>punto fermo
Tornò a Roma. Laggiù si sentiva a casa
• All’inizio di una battuta di >>>discorso diretto
Luigi disse: «Arrivo domani»
• Con i nomi >>> propri di persona, i soprannomi, gli appellativi per antonomasia, i nomi propri di animali
Francesco, Chiara, l’Avvocato (= Giovanni Agnelli), l’Arpinate (= Cicerone, originario di Arpino), il cane Argo
• Con i nomi di luogo geografico, sia reale, sia inventato
Venezia, Tasmania, Atlantide
Nei nomi geografici composti da un nome proprio e un nome comune (monte, via, corso ecc.), quest’ultimo può essere scritto sia con la maiuscola, sia con la minuscola
Monte Rosa / monte Rosa
Via Quasimodo / via Quasimodo
Corso Italia / corso Italia
• Con i nomi di corpi celesti
Giove, Orione, Aldebaran
terra, sole e luna hanno la maiuscola solo in contesti astronomici.
• Con i nomi delle festività religiose e laiche
Natale, Pasqua, Ferragosto, Primo maggio
• Con i titoli di un libro, un’opera d’arte, un film, una canzone (la maiuscola si limita alla prima parola del titolo)
I tre moschettieri, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte
• Con i nomi di secoli, di decenni, di periodi e avvenimenti storici di rilievo
il Cinquecento, gli anni Settanta, il Risorgimento, la Resistenza
La maiuscola si usa solo per l’iniziale della prima parola
Prima guerra mondiale, Rivoluzione francese, Guerra dei trent’anni
• Con le lettere che formano una sigla
ASL, FIGC, ONU
La maiuscola si può usare anche solo per la prima lettera
Asl, Figc, Onu
Anche nella sigla sciolta, la maiuscola si può usare per la lettera iniziale di ogni parola
Azienda Sanitaria Locale, Federazione Italiana Giuoco Calcio, Organizzazione delle Nazioni Unite
• Con i nomi derivati da un luogo geografico, per indicare un certo territorio
il Pavese, il Savonese, il Palermitano
Invece con i nomi che indicano gli abitanti, in funzione sia di sostantivo, sia di aggettivo, si usa la minuscola
gli italiani, i tedeschi, i triestini
anche se con i nomi di popolazioni antiche o di tribù si può usare anche la maiuscola
i Galli / i galli, i Romani (= gli antichi romani), gli Aztechi, i Sioux
• Con i nomi dei punti cardinali, quando indicano un’area geografica specifica e non la semplice direzione
il ricco Nord, programmi per il Mezzogiorno, lo sviluppo del Sud-est asiatico
• Con i nomi ufficiali di enti, istituti, organizzazioni
Banca del lavoro, Mercato comune europeo, Università degli studi di Perugia
• Con i nomi ufficiali di palazzi, musei, teatri, locali pubblici
Palazzo Madama, Teatro alla Scala, Caffè Pedrocchi
• Con alcuni nomi comuni che indicano organismi pubblici o istituzioni, per distinguerli dagli >>>omografi di significato più generale
Stato (= nazione) / stato (= condizione)
Chiesa (= insieme del clero e dei fedeli) / chiesa (= edificio)
Borsa (= centro economico) / borsa (= oggetto)
Camera (= ramo del parlamento) / camera (= stanza)
Paese (= nazione) / paese (= piccola città).
DUBBI
I nomi comuni delle istituzioni generali come comune, questura, tribunale ecc. seguiti dal nome proprio del luogo devono avere l’iniziale minuscola
il comune di Udine, la questura di Roma, il tribunale dell’Aja
Nei nomi ufficiali di enti, organizzazioni, istituzioni ecc. formati da due o più parole, l’uso della maiuscola per le iniziali delle parole che seguono la prima è facoltativo
Mercato comune europeo / Mercato Comune Europeo
Fondo monetario internazionale / Fondo Monetario Internazionale
I nomi dei giorni della settimana e dei mesi vanno scritti con l’iniziale minuscola
maggio, lunedì, marzo, sabato.
USI
Nell’italiano formale e burocratico, ad esempio nelle lettere o e-mail commerciali, si può usare la maiuscola (detta maiuscola di rispetto o reverenziale) sia per gli appellativi e i titoli, sia per i pronomi personali e gli aggettivi possessivi relativi al destinatario
Gentile Avvocato, ci pregiamo di comunicarLe che la Sua e-mail è arrivata
Naturalmente, se si decide di usare la maiuscola di rispetto, è necessario mantenerla per tutto il testo
Gentile Professore, Le chiedo un Suo parere e non Gentile Professore, Le chiedo un suo parere.
MALÈFICI O MALEFÌCI?
Si tratta di una coppia di >>>omografi.
• Malèfici, con accentazione >>>sdrucciola, è il maschile plurale dell’aggettivo malèfico (dal latino malèficus), cioè ‘che fa male’, ma anche ‘malvagio’
scopi malefici, influssi malefici, germi malefici
• Malefìci, con accentazione >>>piana, è il maschile plurale del sostantivo malefìcio (dal latino malefìcium), che significa ‘azione cattiva’ o ‘malocchio’
compiere malefici, i malefici dei maghi, credere ai malefici.
STORIA
Le due forme sono omografe solo da quando, nel Novecento, si è smesso di rendere nella grafia la doppia i finale del plurale di malefìcio (maleficii), o di ricorrere alle altre soluzioni usate in passato per questo tipo di parole: la i lunga (maleficj) o l’accento circonflesso (maleficî).
Ad esempio, non ricorre a nessun accorgimento grafico Guido Gozzano nella poesia Cocotte, pubblicata nel 1911, in cui però la collocazione della parola in rima rende inequivocabile la posizione dell’accento
i naviganti e l’isole Felici… / Co-co-tte… le fate intese ai malefici (G. Gozzano, Cocotte)
Oggi nella lingua scritta i due omografi possono essere distinti tramite l’uso dell’accento, anche se molto spesso è sufficiente il contesto per non confonderli
Gli effetti malefici dell’esposizione al sole
Secondo la leggenda, quel mago faceva potenti malefici.
VEDI ANCHE
accento
-io, plurale dei nomi in
MALEVOLO, SUPERLATIVO DI
Malevolo è uno degli aggettivi che formano il superlativo assoluto aggiungendo il suffisso -entissimo anziché -issimo, come nella forma latina malevolentissimus
malevolo > malevolentissimo
La forma malevolissimo è comunque usata, soprattutto nel parlato e nello scritto informale
Drago buio è malevolissimo (www.nintendoclub.it)
ed è presente anche nella produzione letteraria
Invocare il Buon Viaggio Ahab da un Onnipotente malevolissimo (A. Arbasino, Fratelli d’Italia).
VEDI ANCHE
-entissimo, superlativi in
MALGRADO vedi CONCESSIVE, CONGIUNZIONI
-MANIA
-mania è un >>>suffissoide che deriva dal greco manìa ‘fissazione’, ed è usato in parole derivate direttamente dal greco (cleptomania, piromania) o formate modernamente
melomania (‘passione eccessiva per la musica’)
mitomania (‘tendenza a mentire’)
L’aggettivo corrispondente si forma con il suffissoide -mane
cleptomania> cleptomane
mitomania> mitomane.
USI
Nel linguaggio scientifico -mania dà origine a parole che indicano stati patologici (monomania, ipomania), mentre nell’italiano informale si usa sempre più spesso per riferirsi a una passione eccessiva, una moda del momento. È molto comune nell’uso giornalistico e pubblicitario
È sempre più juvemania (www.tuttojuve.com).
MANIERA, COMPLEMENTO DI vedi MODO O MANIERA, COMPLEMENTO DI
MA PERÒ
La congiunzione >>>avversativa ma è spesso rafforzata da un’altra congiunzione avversativa: però, proprio come avviene per ma tuttavia, ma nondimeno, ma pure. Si tratta di un uso molto comune nel parlato e nello scritto informale
Stai seria con la faccia ma però / ridi con gli occhi io lo so (P. Conte, Wanda)
Anche se non si tratta di un uso scorretto, è comunque preferibile evitarlo nello scritto, specie in quello di livello sostenuto.
STORIA
Sebbene sia stato spesso oggetto della censura dei grammatici, ma però è largamente attestato nella nostra tradizione letteraria
Ma però, a parlarne tra amici, è un sollievo (A. Manzoni, I promessi sposi)
Ma però non capisco perché, verso la chiusa, abbiate voluto scandire quelle note che il Bach segnò legate (I. Svevo, La coscienza di Zeno).
MASS MEDIA vedi MEDIA
MASSO / MASSA
Sono due parole di genere diverso che derivano dallo stesso etimo, il latino massam.
• Il maschile masso indica un grande blocco di roccia
un masso di pietra, un masso di granito
Il plurale è massi
ha due spalle grandi come massi
• Il femminile massa indica una grande quantità di cose o persone
una massa d’acqua, una massa di turisti
Il plurale è masse
freddissime masse d’aria in arrivo in quota.
VEDI ANCHE
alternanza di genere e di significato
genere dei nomi
MATERIA, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di materia è il complemento che indica la sostanza di cui si compone una cosa o una persona, in senso sia proprio sia figurato.
Può essere introdotto dalle preposizioni di e in
I fili di rame del telefono
Indossava una tuta in amianto
Ma sei di ghiaccio!
MATTINO O MATTINA?
Sono due parole di genere diverso che derivano dallo stesso aggettivo latino, matutinus: più precisamente, mattino viene da (tempus) matutinum, mattina da (horam) matutinam. Entrambe le parole indicano la parte della giornata che va dall’alba a mezzogiorno, ma il femminile mattina è leggermente più diffuso.
In alcune frasi, le due parole sono perfettamente intercambiabili
una mattina luminosa / un mattino luminoso, alle otto della mattina / del mattino
In altre frasi e >>>locuzioni, invece, l’uso ha imposto una forma o l’altra.
• Si usa sempre il maschile mattino in espressioni come
sul far del mattino, di buon mattino, durare lo spazio di un mattino, il buon giorno si vede dal mattino, il mattino ha l’oro in bocca
• Si usa sempre il femminile mattina in espressioni come
di prima mattina, tutte le mattine, ieri mattina, sabato mattina, dalla sera alla mattina.
VEDI ANCHE
alternanza di genere e di significato
genere dei nomi
MAXI-
Maxi- è un >>>prefissoide derivato dal latino màximus ‘massimo’ (tramite l’inglese maxi), ed è usato in parole formate modernamente, appartenenti soprattutto al linguaggio giornalistico
Scoperta maxitruffa di prodotti alimentari (www.ilrestodelcarlino.it)
Maxisequestro di armi, sgominata banda trafficanti (www.ansa.it).
DUBBI
Nella scrittura, tra maxi- e il secondo elemento di solito non si usa il trattino
Maxisconti: tutti li fanno, nessuno lo ammette («La Repubblica»)
Real, maxipremio contro la crisi (www.corrieredellosport.it)
Il trattino è, tuttavia, frequente soprattutto in parole (specie >>>neologismi) che cominciano per vocale
Ok al maxi-emendamento (www.lettera43.it)
Maxi-inchiesta sulla Asl di Viterbo (www.online-news.it)
Piuttosto diffusa è anche la grafia separata
Firenze, stop al maxi appalto sotto inchiesta (www.archivio.dirittiglobali.it)
Nocerina, maxi premio promozione (www.tuttolegapro.com).
MEDIA
La pronuncia corretta del sostantivo media (o mass media), con il quale si indicano i mezzi di informazione (giornali, televisione, internet), è mèdia, perché la parola deriva dal latino mèdia (plurale di medium ‘mezzo’). Sconsigliabile, anche se molto frequente, è la pronuncia mìdia, derivata da quella inglese.
USI
La parola si usa solo al plurale maschile
la forza dei media, i media televisivi, i nuovi media
È da considerarsi scorretto l’uso al singolare maschile, talora presente nel parlato e nello scritto informale
erano pensati specificamente per il media televisivo (it.wikipedia.org).
MEDÌCEO O MEDICÈO?
La pronuncia corretta dell’aggettivo (che significa ‘della famiglia Medici di Firenze’) è medìceo, con accentazione >>>sdrucciola. Infatti quando una parola italiana termina in -eo, di solito l’accento cade sulla sillaba precedente: come in argenteo, roseo, etereo ecc.
STORIA
Nei testi dei secoli scorsi, soprattutto in poesia, è possibile trovare anche l’accentazione >>>piana medicèo
Parea gridare come un dì l’Ombrane / ad Ambra sua, nel canto medicèo / […] di quel pastore giovine Aristeo (G. D’Annunzio, L’Isotteo).
VEDI ANCHE
accento
MEGA-
Mega- è un >>>prefissoide derivato dal greco megas ‘grande’, ed è usato in parole derivate direttamente dal greco e dal latino scientifico (megacefalia, megattera), o formate modernamente e appartenenti soprattutto al linguaggio scientifico e tecnico
megastruttura (‘struttura architettonica complessa’)
megafono (‘strumento acustico’)
Davanti al nome di un’unità di misura, ne moltiplica il valore per un milione
megawatt, megavolt, megabyte.
USI
Nel linguaggio recente, soprattutto giornalistico e pubblicitario, si impiega per creare parole di uso iperbolico (per lo più scherzoso)
Gli utenti italiani sono attratti dalle megaofferte (www.hostingtalk.it)
Nella scrittura, tra mega- e il secondo elemento composto di solito non si usa il trattino, che tuttavia si può trovare soprattutto in >>>neologismi che cominciano per vocale
Il mega-impianto travestito da serra (www.sardegna24.net)
Milano, mega-sconti su Expo (www.ilsole24ore.com)
Ha una certa frequenza anche la grafia separata
Dopo la mega impresa, la Schiavone fuori ai quarti (www.informaverona.it).
MEGLIO vedi MIGLIORE O MEGLIO?
MEMBRI O MEMBRA?
Il sostantivo membro ha due plurali, che rispondono a sfumature di significato diverse.
• Il plurale maschile membri, che deriva regolarmente dal singolare membro, indica gli individui che compongono una collettività, un gruppo, un organo, un’associazione
i membri della famiglia, i membri del Senato, i membri del club
ma può anche riferirsi alle singole parti del corpo considerate separatamente
le giunture dei diversi membri
• Il plurale femminile membra, che deriva dal plurale >>>neutro latino membra, si usa quando ci si riferisce alle parti del corpo umano nel loro insieme
membra forti, perdere l’uso delle membra, membra indolenzite.
STORIA
Nella tradizione letteraria dei secoli scorsi ricorrono anche le forme i membri e le membre con il significato di ‘parti del corpo umano nel loro insieme’
Ne’ dolci membri del tuo caro figlio (F. Petrarca, Canzoniere)
O membre afflitte, lasse e meschinelle (L. Pulci, Morgante).
VEDI ANCHE
plurali doppi
MENTO O MENTISCO?
La forma oggi più frequente è mento. Solo in alcuni modi (indicativo e congiuntivo presente, imperativo) e in alcune persone (1a, 2a, 3a persone singolari e la 3a persona plurale) la coniugazione del verbo mentire presenta una doppia forma
In tutti gli altri casi, il verbo mentire presenta solo la forma senza l’>>>interfisso -isc-.
Il verbo derivato smentire, invece, ha solo la forma con l’interfisso -isc-
io smentisco, tu smentisci, loro smentiscano.
VEDI ANCHE
incoativi, verbi
MÈNTORE O MENTÒRE?
La pronuncia corretta è mèntore, con la stessa accentazione >>>sdrucciola della parola greca (e poi latina) da cui deriva (Mèntorem, nome proprio di un personaggio dell’Odissea che aiuta Telemaco nella ricerca del padre Odisseo).
La pronuncia mentòre è dovuta a un avanzamento dell’accento sul modello dei nomi in -ore come direttore, professore, mentitore ecc.
VEDI ANCHE
accento
MERITAMENTE O MERITATAMENTE?
Entrambe le forme dell’avverbio sono corrette.
• Meritamente, derivato dalla base latina meritus (‘meritato, giusto’), è la forma più antica, ma oggi è poco usata
Meritamente però ch’io potei / abbandonarti (U. Foscolo, Sonetti)
Il successo mondiale del film Le vite degli altri […] meritamente premio Oscar (www.larivistadeilibri.it)
• Meritatamente – derivato da meritato, participio passato di meritare, con l’aggiunta del suffisso -mente – è la forma più recente e di gran lunga la più comune nell’italiano contemporaneo
All Blacks meritatamente campioni con Donald (www.ilsole24ore.com).
MESE / MENSILE
Spesso, nella formazione di aggettivi provenienti da nomi, si ricorre a una forma più vicina alla base latina o greca.
Nel caso di mese, l’aggettivo corrispondente è derivato direttamente dal latino mensilem
scadenza mensile, abbonamento mensile, partita mensile.
VEDI ANCHE
derivate, parole
METEOROLOGIA O METEREOLOGIA?
La forma corretta di questo sostantivo, che deriva dal greco metèora (‘fenomeno atmosferico’), è meteorologia
La sua vera passione però è da anni la meteorologia marina (www.horcamyseria.it)
Il progetto MeteoMet che coniuga per la prima volta meteorologia e metrologia (www.tecnologiaericerca.com)
Lo stesso vale per i derivati meteorologo e meteorologico
Il meteorologo: «Potremmo tornare al record dell’85» (www.ilgiornale.it)
Previsioni meteorologiche, osservazioni in tempo reale (www.eurometeo.com)
La forma scorretta metereologia è dovuta al fatto che la sequenza -eoro- è poco comune in italiano e tende a essere sostituita con la più frequente -ereo-, presente in parole come stereo, aereo, cinereo ecc.
METRO / METROPOLITANA vedi ACCORCIATI, NOMI
MEZZO- E MEZZA-, PLURALE DEI COMPOSTI CON
Di norma, le parole composte con mezzo- e mezza- volgono al plurale entrambi gli elementi
mezzaluna > mezzelune
mezzanotte > mezzenotti
mezzobusto > mezzibusti
mezzorilievo > mezzirilievi
mezzolitro > mezzilitri
In molti casi, al plurale si possono usare anche nella forma senza >>>univerbazione
mezzi busti, mezzi rilievi, mezzi litri
In qualche caso può essere volto al plurale solo il secondo elemento
mezzosoprano > mezzosoprani
mezzogiorno > mezzogiorni
mezzofondista > mezzofondisti
Raramente le parole composte con mezzo- hanno il plurale invariato
il cavallo mezzosangue > i cavalli mezzosangue.
MEZZO O MEZZA?
Dipende dalla funzione in cui è usata la parola.
• Se mezzo ha la funzione di aggettivo e precede il sostantivo, ha la >>>concordanza regolarmente in genere e numero
mezza pagina, mezzo litro, mezze paghe, mezzi fogli
• Se mezzo ha la funzione di avverbio (con il significato di ‘a metà, per metà’) e precede un aggettivo o un participio passato, è consigliabile che resti inalterato
una donna mezzo morta, urne mezzo sepolte, pazienti mezzo matti
ma può anche essere accordato in genere e numero con il sostantivo
una donna mezza morta, urne mezze sepolte, pazienti mezzi matti
• Se mezzo ha la funzione di sostantivo, con il significato di ‘metà’, e si trova dopo un altro sostantivo (soprattutto nell’indicazione delle ore del giorno), è consigliabile che resti inalterato
quattro ore e mezzo, le sette e mezzo
ma può anche essere accordato in genere con il sostantivo
quattro ore e mezza, le sette e mezza.
Il femminile singolare mezza è soggetto a >>>elisione davanti a parole che cominciano per vocale. L’elisione è obbligatoria nell’espressione mezz’ora; in tutti gli altri casi l’elisione è facoltativa
mezza età / mezz’età, mezza idea / mezz’idea
Il femminile sostantivato mezza può indicare sia le ore 12.30, sia le ore 0.30
Suona la mezza: è ora di pranzo
È notte fonda: sarà la mezza
ma anche – meno frequentemente – la mezz’ora di ogni ora
Il film comincia alle 20.40: vediamoci dieci minuti prima, alla mezza.
MEZZO O STRUMENTO, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di mezzo o strumento è il complemento che indica la persona o la cosa che rappresenta il mezzo, lo strumento con cui si compie l’azione espressa dalla frase.
Può essere introdotto dalle preposizioni a, con, per, di, da, attraverso, mediante, tramite e dalle locuzioni >>>preposizionali per mezzo di, grazie a, ad opera di
Scriverò questo libro a macchina
Mi fai da guida?
Attraverso questa antenna captiamo diversi segnali
Grazie a internet siamo collegati con tutto il mondo.
MICA
L’avverbio di >>>negazione mica ha la funzione di rafforzare la negazione della frase. È tipico dell’uso parlato e informale ed è quindi sconsigliabile nello scritto.
Come per gli altri aggettivi e pronomi >>>indefiniti negativi, richiede la doppia negazione quando si trova dopo il verbo
Non sono mica stupido
non quando lo precede
Mica sono stupido.
USI
Nell’italiano parlato di area settentrionale, mica si usa senza l’avverbio negativo non anche quando si trova prima del verbo
So mica niente, io!
STORIA
Nella tradizione letteraria non mancano esempi illustri di mica
Ascoltava quello che non gli era mica occulto (G. Boccaccio, Filocolo)
Non era mica sciocca Giovanna (I. Svevo, La coscienza di Zeno).
MIGLIAIO O MIGLIAIA?
Entrambe le forme sono corrette, ma la prima è singolare, la seconda plurale.
Migliaio, infatti, è una di quelle parole maschili (come uovo, paio, riso) che al plurale diventa femminile, pur mantenendo lo stesso significato
un migliaio di persone / tante migliaia di persone
È dunque scorretto l’uso di migliaia come singolare: *una migliaia di persone.
Il cambio di genere è dovuto all’etimo: migliaio deriva da una parola latina di genere >>>neutro che terminava in -um (miliarium) e aveva il plurale in -a (miliaria).
MIGLIORE O MEGLIO?
L’uso dell’avverbio meglio come aggettivo è tipico del parlato informale, e dunque è sconsigliabile nello scritto e nel parlato di una certa formalità
i migliori anni e non i meglio anni
Questo costrutto può vantare anche qualche attestazione letteraria, come il titolo di un testo di Pier Paolo Pasolini
La meglio gioventù
ripreso dal verso di un canto alpino
L’è morto un alpino nel far la guerra / la meglio gioventù l’è sotto terra (Sul ponte di Perati).
VEDI ANCHE
grado degli aggettivi
MIMÈSI O MÌMESI?
Entrambe le pronunce di questa parola, che deriva dal latino mimèsim (a sua volta derivante dal greco mìmesis), sono accettabili.
• Mimèsi, con accentazione >>>piana, prosegue la pronuncia del latino, etimologicamente più corretta poiché la parola è arrivata in italiano proprio dal latino.
• Mìmesi, con accentazione >>>sdrucciola, prosegue la pronuncia del greco.
VEDI ANCHE
accento
MINI-
Mini- è un >>>prefissoide derivato dal latino mìnimus ‘minimo’ (tramite l’inglese mini, abbreviazione di miniature), ed è usato in parole formate modernamente soprattutto nel linguaggio giornalistico e pubblicitario
minigonna (‘gonna molto corta, >>>calco dell’inglese miniskirt’)
miniappartamento (‘appartamento di dimensioni ridotte’).
USI
Nella scrittura, tra mini- e il secondo elemento composto di solito non si usa il trattino, che però si può trovare soprattutto in >>>neologismi che cominciano per vocale
Intesa sulla mini-riforma dei trattati (www.ilsole24ore.com)
Direi un mini-affare (www.passionepeugeot.it)
È possibile anche la grafia separata
C’è chi la definisce soltanto una mini riforma (www.corriere.it)
Mini può avere anche la funzione di aggettivo o di avverbio
Indossi un abito mini
Claudia si veste mini
Come aggettivo, ha il grado superlativo, usato soprattutto nel linguaggio pubblicitario e ottenuto di solito con il prefisso super- o il raddoppiamento mini mini
Bonnie McKee gonna supermini (www.pianetadonna.it)
Mini mini aspirapolvere (www.italian.alibaba.com)
Mini si può usare anche sostantivato con il significato di ‘minigonna’
Si volta a guardare quella mini vertiginosa (www.style.it).
STORIA
Il prefissoide, già presente in Inghilterra dal 1849 con la parola minicab (‘piccola vettura’), ottenne visibilità mondiale a metà degli anni ’60 del Novecento con un innovativo capo d’abbigliamento inventato dalla stilista inglese Mary Quant: la miniskirt, fedelmente tradotto nell’italiano minigonna.
MINUSCOLE, USO DELLE vedi MAIUSCOLE, USO DELLE
MISERO, SUPERLATIVO DI
Misero è uno degli aggettivi che formano il superlativo assoluto aggiungendo il suffisso -errimo anziché -issimo, come nella forma latina miserrimus
misero > miserrimo
La forma miserissimo è comunque usata, soprattutto nel parlato e nello scritto informale
Ho un miserissimo serbatoio da 30 lt (www.it.narkive.com).
USI
Nell’uso comune il valore di superlativo è spesso molto attenuato, tanto che oggi sono comuni frasi in cui miserrimo è impropriamente usato per costruire un superlativo relativo o un comparativo
Lo stesso Faust ci appare come il più miserrimo (www.lankelot.eu).
STORIA
Miserissimo è attestato nella tradizione letteraria fin dai primi secoli
Il mondo, che è miserissimo, tosto buon diverrebbe (G. Boccaccio, Decameron)
ed è registrato già nella prima edizione (1612) del Vocabolario degli accademici della Crusca, mentre miserrimo è presente solo a partire dalla terza (1691).
VEDI ANCHE
-errimo, superlativi in
MISERRIMO vedi MISERO, SUPERLATIVO DI
MISURA, COMPLEMENTO DI vedi PESO O MISURA, COMPLEMENTO DI
MOBILI, DITTONGHI vedi DITTONGO
MODALI, PROPOSIZIONI
Nell’analisi del periodo, le proposizioni modali sono proposizioni >>>subordinate che servono a spiegare il modo con cui si compie un’azione.
Le proposizioni modali sono costruite soltanto in forma implicita, presentano il verbo al gerundio o all’infinito introdotto dalla >>>preposizione con
Arrivò zoppicando
Fa molto rumore con il trascinare i piedi
Quelle che, secondo alcune grammatiche, sono proposizioni modali esplicite devono essere classificate in realtà come proposizioni >>>comparative di analogia e sono introdotte da come, secondo che, nel modo che, come se, quasi che
Mi parlava come se non mi conoscesse.
MODALI, VERBI vedi SERVILI, VERBI
MODI DEL VERBO
I modi del verbo indicano l’atteggiamento assunto dal parlante nei confronti di ciò che dice e del suo interlocutore.
Esistono due categorie di modi: finiti e indefiniti.
• I modi finiti indicano una modalità ben definita e precisa, in relazione alla persona, al tempo e al numero e sono
• I modi indefiniti (chiamati anche forme nominali del verbo, perché possono essere usati in funzione di sostantivo o di aggettivo) non indicano propriamente una modalità, sono privi della persona e del numero (tranne il participio) e sono
MODISMO vedi NEOLOGISMI
MODO, AVVERBI DI
Gli avverbi di modo (o qualificativi) indicano il modo con cui si svolge un fatto espresso da un verbo, un aggettivo o un altro avverbio. I più usati sono:
• alcuni avverbi molto comuni come bene, male, volentieri, abbastanza
sono abbastanza contento, mi sento male, vengo volentieri
• gli avverbi formati con il suffisso -mente
stranamente, filosoficamente, brutalmente, gentilmente
• gli avverbi rappresentati da un aggettivo qualificativo maschile singolare, soprattutto in espressioni cristallizzate
parlare chiaro, lavorare sodo, rischiare grosso, andare forte
Alcuni avverbi, molto comuni in passato ma oggi meno diffusi, sono formati con il suffisso -oni
carponi (‘con le ginocchia e le mani a terra’)
bocconi (‘con la faccia in giù’)
ciondoloni (‘penzolando verso il basso’)
ginocchioni (‘in ginocchio’)
Un altro gruppo particolarmente numeroso è formato dalle locuzioni>>>avverbiali
alla svelta, in un batter d’occhio, di corsa, a corpo a corpo.
DUBBI
Le locuzioni avverbiali a faccia a faccia, a corpo a corpo si possono scrivere anche senza la prima preposizione semplice >>>a
Si trovarono a faccia a faccia / faccia a faccia
Abbiamo lottato a corpo a corpo / corpo a corpo.
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avverbi
MODO O MANIERA, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di modo o maniera è il complemento che indica il modo nel quale si svolge un’azione o avviene un fatto.
Può essere introdotto dalle preposizioni con, di, a, per, in, secondo, senza e dalle locuzioni >>>preposizionali alla maniera di, al modo di
Si muove con eleganza
Hai agito senza motivo
Calciava alla maniera di Maradona.
MONO-
Mono- è un >>>prefissoide derivato dal greco monos ‘solo, unico’, ed è usato in parole derivate direttamente dal greco (monocromatico, monocratico) o formate modernamente, appartenenti soprattutto al linguaggio scientifico e tecnico
monorotaia (‘rotaia unica’)
monopolio (‘accentramento economico di domanda e offerta’).
MONOSILLABI ACCENTATI E NON ACCENTATI
I monosillabi di regola non vanno accentati, perché essendo formati da una sola sillaba non possono dare adito a incertezze sulla posizione dell’accento
fu, re, qui, tu, su, no, ma, per, sa
Soltanto alcuni monosillabi vanno accentati per evitare la possibile confusione con >>>omonimi molto diffusi:
• è (verbo essere) / e (congiunzione)
La chiave è sul tavolo / Io e lui
• dà (verbo dare) / da (preposizione)
Ti dà fiducia / Vengo da Milano
• là (avverbio di luogo) / la (articolo o pronome)
Si trova là / La gonna / La vedo
• lì (avverbio di luogo) / li (pronome)
Lì c’è una casa / Li sento bene
• sé (pronome) / se (congiunzione)
Pensa sempre a sé / Se piove, prendi l’ombrello
• sì (avverbio affermativo) / si (pronome)
Ha risposto di sì / Si sta bene qui
• né (congiunzione) / ne (avverbio o pronome)
Né bianco, né nero / Me ne vado / Ne voglio tre
• tè (bevanda) / te (pronome)
Adoro il tè alla menta / Parla proprio con te.
STORIA
Vanno anche accentati i monosillabi presenti ormai solo nella tradizione letteraria fé (= troncamento di fede), diè (= troncamento di diede), piè (= troncamento di piede).
DUBBI
Secondo una vecchia regola grammaticale, il pronome personale sé perde l’accento davanti all’aggettivo dimostrativo stesso. Questa regola, però, è un’inutile eccezione: in base al contesto infatti è impossibile confondersi con la congiunzione se. Perciò è consigliabile la forma sé stesso, perché più logica ed economica (>>>se o sé?).
VEDI ANCHE
accento
MONTONE / PECORA
Il sostantivo maschile montone presenta una forma diversa per il femminile, che proviene da una >>>radice diversa, pecora.
Anche altre denominazioni di animali hanno il maschile diverso dal femminile: maiale / scrofa, toro / vacca, fuco / ape (>>>nomi indipendenti al maschile e femminile).
MOTO A LUOGO, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di moto a luogo è il complemento che indica il luogo o la persona verso cui qualcuno o qualcosa è diretto, in senso sia proprio, sia figurato.
Può essere introdotto dalle preposizioni in, a, da, per, su, tra, verso, sopra, sotto, dentro, fuori e dalle locuzioni >>>preposizionali in direzione di, alla volta di ecc.
Torno in campagna
Un’emozione che va dritta al cuore
Ci dirigiamo alla volta di Roma.
MOTO DA LUOGO, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di moto da luogo è il complemento che indica il luogo o la persona da cui qualcosa o qualcuno proviene, in senso sia proprio, sia figurato. Dipende da verbi di movimento, come arrivare, uscire, togliere ecc.
Può essere introdotto dalle preposizioni da, di
Esco da Milano
Questo fumo arriva dalla cucina
Da dove arrivano queste informazioni?
Ti avverto appena esco di casa
Se indica il luogo o la persona da cui ci si allontana o ci si separa, si chiama complemento di >>>allontanamento o separazione
Perché mi hanno tolto dalla squadra?
MOTO PER LUOGO, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di moto per luogo è il complemento che indica il luogo attraverso cui qualcuno o qualcosa passa o si muove, in senso sia proprio, sia figurato.
Può essere introdotto dalle preposizioni per, attraverso, in, da e dalla locuzione >>>preposizionale in mezzo a
Siamo passati per i campi
I raggi penetrarono attraverso le nuvole
Andando a scuola passa da casa mia.
MULÌEBRE O MULIÈBRE?
La pronuncia corretta è mulìebre, in cui si conserva l’accentazione >>>sdrucciola della parola latina da cui l’aggettivo deriva: mulìebrem.
La pronuncia scorretta mulièbre, con avanzamento dell’accento rispetto all’etimo, è dovuta all’influenza di parole nelle quali il gruppo -ie- si pronuncia come >>>dittongo anziché come >>>iato: tiène, viène, liève, mièle ecc.
VEDI ANCHE
accento
MULTI-
Multi- è un >>>prefissoide (dal latino multus ‘molto’) ed è usato in parole derivate direttamente dal latino (multiforme, multicolore) o formate modernamente
multimilionario (‘che possiede molti milioni’)
multilinguismo (‘capacità di parlare e scrivere in molte lingue’).
MUNIFICENTISSIMO vedi MUNIFICO, SUPERLATIVO DI
MUNIFICO, SUPERLATIVO DI
Munifico è uno degli aggettivi che formano il superlativo assoluto aggiungendo il suffisso -entissimo anziché -issimo, come nella forma latina munificentissimus
munifico> munificentissimo
La forma munificissimo è comunque usata, soprattutto nel parlato e nello scritto informale
Prendete, neppure tanto per caso, l’Inter il cui munificissimo presidente ha speso giusto una trentina di milioni (www.lastampa.it).
VEDI ANCHE
-entissimo, superlativi in
MURI O MURA?
Il sostantivo muro ha due plurali, che rispondono a sfumature di significato diverse.
• Il plurale maschile muri indica la singola opera muraria, considerata separatamente
i muri portanti, i muri di collegamento
• Il plurale femminile mura si usa quando ci si riferisce all’opera muraria considerata nel suo complesso, in quanto serve a chiudere, recingere o proteggere
le mura della città, le mura domestiche, le mura di casa.
VEDI ANCHE
plurali doppi
MUSULMANO O MUSSULMANO?
Entrambe le forme sono corrette.
• La più frequente nell’italiano contemporaneo è musulmano, con una sola s, più vicina all’etimo originario musliman ‘seguace dell’Islam’.
• La forma mussulmano, con doppia s, è forse dovuta al modello di parole che iniziano con le sequenze mass-, mess-, miss-, moss-.