E

 

 

 

E-

 

E-, abbreviazione dell’inglese electronic ‘elettronico’, è anteposto a parole inglesi per comporre sostantivi legati all’informatica e a internet

e-banking (‘attività bancaria che si svolge attraverso internet’)

e-commerce (‘commercio on line’)

e-mail (‘posta elettronica’)

e-democracy (‘partecipazione dei cittadini attraverso internet’)

Di norma e- mantiene il trattino, anche se la grafia di alcune forme è variabile nell’uso, come ad esempio e-mail / email.

 

 

-EARE, VERBI IN

 

I verbi regolari in -eare, cioè della I coniugazione (-are) con radice che termina in -e, mantengono la e anche quando, nelle varie forme del futuro e del condizionale, questa si trova a precedere un’altra e

delineare> delineeremo (non delineremo)

delineare> delineerei (non delinerei)

La grafia con una sola e, che pure s’incontra talvolta nella scrittura meno sorvegliata, è dunque da considerarsi errata.

 

VEDI ANCHE   

coniugazione

 

 

ECCETTUATIVE, CONGIUNZIONI

 

Le congiunzioni eccettuative sono quelle congiunzioni subordinative che indicano un’eccezione rispetto a quanto espresso in precedenza. Le più comuni sono fuorché e le locuzioni congiuntive tranne che, eccetto che, salvo che, se non che, a meno che

Non lo farò mai, a meno che non me lo chieda espressamente

Sono disposto a tutto tranne che a scendere a compromessi

Fuorché si usa solo con verbi di modo non finito

In quel momento avrei voluto essere ovunque fuorché trovarmi su quel tram («Corriere della Sera»)

Fuorché, tranne, eccetto, salvo possono essere usate anche come preposizioni

Bevo tutto eccetto il caffè

Hanno giocato tutti fuorché me 

Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge (Costituzione della Repubblica Italiana, art. 16).

 

 

ECCETTUATIVE, PROPOSIZIONI

 

Nell’analisi del periodo, le proposizioni eccettuative sono proposizioni subordinate che indicano una circostanza a eccezione della quale è vero quanto espresso dalla proposizione reggente. Le proposizioni eccettuative possono essere esplicite oppure implicite.

• Le proposizioni eccettuative esplicite sono introdotte da congiunzioni eccettuative o locuzioni congiuntive come sennonché, tranne che, eccetto che, salvo che, a meno che, se non che e possono essere costruite all’indicativo o, più spesso, al congiuntivo

Le leggi [...] entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso (Costituzione della Repubblica Italiana, art. 73)

Accetterei volentieri, a meno che tu non abbia qualcosa in contrario 

Eravamo già partiti, se non che si è rotta la macchina

• Le proposizioni eccettuative implicite devono obbligatoriamente avere lo stesso soggetto della proposizione reggente e sono introdotte da congiunzioni e locuzioni congiuntive come che, fuorché, a meno di, se non

Non vi resta che accettare

Chiedimi tutto fuorché lavare i piatti

A meno di ammalarmi, verrò sicuramente

Cosa possiamo fare, se non riderne?

 

 

ECCEZIONE O ECCEZZIONE?

 

La grafia corretta è eccezione, con una sola z, anche se l’effettiva pronuncia zz (corretta e diffusa in tutta Italia) può trarre in inganno.

 

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z o zz?

 

 

ECC. O ETC.?

 

Entrambe le grafie sono corrette e abbreviano la formula latina et cetera ‘e le cose che rimangono’. La formula può essere usata in circostanze diverse.

• Alla fine di un’enumerazione per evitare di indicare tutti gli altri elementi dell’elenco, che vengono dunque dati come presupposti o desumibili da altre fonti

Ricorda di comprare pane, pasta, formaggio ecc. 

Sono le domande precedute da locuzioni del tipo: come, come mai, perché, in che modo, etc. (G. Carofiglio, L’arte del dubbio)

• Quando si vuole dare per presupposto quel che segue in un testo

In quel giorno l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Giovanni de Mendozza, Marchese de la Hynojosa, Gentiluomo etc., Governatore etc., pensò seriamente ad estirparlo (A. Manzoni, I promessi sposi)

La grafia ecc., che abbrevia l’effettiva pronuncia italiana (eccetera), è preferibile e risulta oggi più comune rispetto a etc., più fedele alla grafia latina. 

È bene, comunque, non alternare le due forme all’interno dello stesso testo.

 

 DUBBI 

Prima di ecc. e etc., anche al termine di un elenco, l’uso della virgola è facoltativo. La ragione è che nella formula stessa è contenuta una congiunzione coordinativa (et, corrispondente all’italiano e) che funge da elemento di raccordo con ciò che la precede.

 

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abbreviazioni

 

 

ECO

 

La particolarità di questo sostantivo è che cambia di genere tra singolare e plurale. 

• Il singolare del sostantivo eco, contrariamente a quel che la terminazione in -o potrebbe far pensare, è di genere femminile

L’evento ha avuto una vasta eco

L’iniziativa ha avuto un’eco notevole (con >>>elisione)

• Il plurale, invece, è il maschile echi

Gli echi di guerra

A distanza di anni, gli echi di quella vicenda si sentono ancora.

 

 STORIA 

La particolarità di questo nome è dovuta alla sua etimologia, legata alla mitologia classica. Giove ricorreva alla ninfa Eco, abile conversatrice, per distrarre la moglie Era durante i suoi tradimenti. Per questo, secondo il mito, Era punì la ninfa Eco togliendole la parola e condannandola a ripetere solo l’ultima parte di ogni discorso.

 

 

ECO- 

 

Eco- è un prefissoide usato per la composizione di parole derivate dal greco o formate modernamente. A seconda dei casi eco- (derivato dal greco òikos ‘casa’) può assumere tre significati diversi.

• Significa ‘casa’, in parole come

economia (letteralmente ‘amministrazione della casa’)

ecofobia (‘paura di restare soli in casa’)

• Significa ‘ambiente dove si vive’, in parole come

ecologia (‘studio dell’ambiente’)

ecosistema (‘sistema di un determinato ambiente ecologico’)

• È la riduzione dei termini ecologia, ecologico nella composizione di parole come

ecomafia (‘gruppi dediti ad attività criminali che hanno un impatto sull’ambiente’)

ecomostro (‘costruzione che deturpa il paesaggio’)

ecocompatibile (‘compatibile con l’ambiente’)

ecocombustibile (‘combustibile rispettoso dell’ambiente’).

 

 

ED vedi D (EUFONICA)

 

 

EDÌLE O ÈDILE?

 

La pronuncia corretta è edìle, che ricalca l’accento della base latina aedìlem

La pronuncia èdile è dunque scorretta, anche se si tratta di un errore abbastanza comune e diffuso da tempo. L’errata ritrazione dell’accento si deve probabilmente al modello di aggettivi molto usati come àbile, èsile ecc., che sono accentati sulla prima sillaba (sdrucciola, accentazione).

 

VEDI ANCHE   

accento

 

 

EFFETTIVI, VERBI

 

I verbi effettivi rappresentano una categoria dei verbi copulativi e servono per indicare uno stato, una sembianza o una trasformazione

Luisa appare felice 

La piazza sembra deserta

La tua casa diventa sempre più accogliente

Si costruiscono con un complemento predicativo del soggetto.

Non possono essere coniugati al passivo, perché sono sempre intransitivi.

Anche alcuni verbi predicativi come nascere, crescere, invecchiare, rendere, fare ecc. possono essere usati come copulativi effettivi

I bambini crescono sani e robusti

La verità rende liberi.

 

VEDI ANCHE   

forma attiva, passiva e riflessiva

transitivi e intransitivi, verbi

 

 

EGLI / LUI

 

I pronomi personali soggetto di 3a persona sono: 

- egli, lui ed esso per il singolare maschile;

- ella, lei ed essa per il singolare femminile;

- loro, essi/esse per il plurale.

Tra questi, le forme lui (maschile), lei (femminile) e loro (plurale sia maschile, sia femminile) sono oggi nettamente preponderanti, tanto nel parlato, quanto nello scritto, anche formale.

 

 STORIA 

L’uso di lui, lei e loro come pronomi soggetto è stato a lungo sanzionato dai grammatici del passato e oggetto di dibattito nella storia della grammatica italiana fin dal Cinquecento. Oggi non vi sono più dubbi sull’accettabilità di queste forme.

 

 

ELEMENTARITÀ O ELEMENTARIETÀ?

 

La forma corretta è elementarità. Infatti i sostantivi che derivano da aggettivi terminanti in -are si formano con il suffisso -ità.

 

VEDI ANCHE   

-ità, -ietà o -eità?

 

 

ELETTIVI, VERBI

 

I verbi elettivi rappresentano una categoria dei verbi copulativi formata dall’uso copulativo di verbi come eleggere, nominare, proclamare.

Possono essere usati nella forma passiva con un complemento predicativo del soggetto

Ariel Sharon venne eletto (= forma passiva) primo ministro (= complemento predicativo del soggetto) perché prometteva al paese di farlo vivere in condizioni di sicurezza («La Repubblica») 

Oppure nella forma attiva con un complemento predicativo dell’oggetto

Il Presidente della Repubblica ha nominato (= forma attiva) mio nonno Cavaliere del lavoro (= complemento predicativo dell’oggetto).

 

VEDI ANCHE   

forma attiva, passiva e riflessiva

 

 

ELISIONE

 

L’elisione è la soppressione (dal latino elisionem ‘ferita’) della vocale alla fine di una parola davanti alla vocale iniziale della parola successiva

l’amore (anziché lo amore)

L’elisione è segnalata nello scritto tramite l’apostrofo.

 

Si ricorre all’elisione con diversi tipi di parole.

• Con gli articoli:

- l’elisione è obbligatoria quando l’articolo singolare maschile lo è seguito da una parola che comincia per vocale

*lo amico > l’amico

*lo inizio > l’inizio

*lo esercizio > l’esercizio

- l’elisione è normale ma facoltativa quando gli articoli singolari femminili la e una sono seguiti da una parola che comincia per vocale

la amica > l’amica

la esposizione > l’esposizione

una amica > un’amica

una esposizione > un’esposizione

- l’elisione è possibile, anche se ormai rara e da evitare per via del gusto arcaizzante che caratterizza queste scelte, con gli articoli plurali gli davanti a parola che inizia per i (gl’indigeni) e con le davanti a una parola che comincia con una qualsiasi vocale (l’eliche).

• Con le preposizioni articolate

*dello occhio> dell’occhio

*nello atrio > nell’atrio

• Con la preposizione di

d’altro canto

la proposta ha un qualcosa d’avvincente

• Con i pronomi personali atoni lo, la, mi, ti, ci, si, vi, ne, ve

la ho visto > l’ho vista

lo ho cercato > l’ho cercato

si arrende > s’arrende

• Negli aggettivi numerali cardinali e ordinali

cento anni > cent’anni

la sest’ultima volta

• Con questo, quello, alcuna, quanto

questo avvenimento > quest’avvenimento

quanto altro > quant’altro

• Con la 2a persona singolare dell’imperativo di alcuni verbi come fare, dire, dare, andare

Fa’ (fai) meno rumore, per favore!

Di’ (dici) liberamente quello che pensi

Da’ una mano al tuo vicino

Va’ (vai) a casa

• Con po’ (poco)

un po’ di pane

ne voglio un po’

Inoltre, in alcuni casi la caduta di una vocale per elisione porta all’unione di due forme in un’unica parola:

- con il prefisso ri- davanti a parola che inizia per a

ravvedersi (ri + avvedersi)

- nella composizione di alcune parole (base + suffisso)

elegantone (elegante + one, con elisione della -e finale della base).

 

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troncamento

 

 

ELLENICO O ELLENISTICO?

 

I due aggettivi hanno un significato diverso. 

Ellenico fa riferimento agli Ellèni, gli abitanti dell’Èllade, cioè dell’antica Grecia

La paura della profonda terraferma e delle sue montagne era tale che gli elleni la battezzarono Epiro, cioè “il non misurabile” («La Repubblica»)

Ellenistico invece fa riferimento al periodo che va dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla battaglia di Azio (32 a.C.)

Datata al 4-26 avanti Cristo, la statua viene considerata copia in marmo di un originale bronzeo ellenistico del 170-160 a.C. («La Repubblica»).

 

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-ista e -istico

 

 

ELLISSI

 

L’ellissi è l’omissione di qualche elemento che resta sottinteso in una frase e risulta ricavabile dal contesto.

Gli elementi che si possono omettere sono:

- il soggetto

Sono partiti i tuoi genitori? No, [i miei genitori] non sono ancora partiti

- una parola specifica, in espressioni fissate nell’uso o quando il termine mancante è chiaro dal contesto

La [corsa automobilistica] Parigi-Dakar

Il vano [destinato al] motore

Il primo bambino della fila era alto, il secondo [bambino della fila] molto basso

- il predicato verbale

Chi non è partito? I miei genitori [non sono partiti]

- un verbo ausiliare (avere o essere?)

Ieri sera ho mangiato un pollo e [ho] bevuto un bicchiere di vino

Sono arrivato e [sono] partito quasi subito

- un’intera proposizione

[Vorrei che] Fosse già Natale!

Sei d’accordo con quello che ha detto? Sì [sono d’accordo con quello che ha detto]

L’ellissi è tipica di sentenze e proverbi

Briglia sciolta un po’ per volta.

 

 

EMIGRARE: AVERE O ESSERE?

 

Il verbo intransitivo emigrare nei tempi composti si costruisce con l’ausiliare essere

lo scorso anno dai paesi dell’est Europa sono emigrati in Germania più ebrei di quanti ne siano andati a Gerusalemme («L’Unità»)

Il verbo può essere costruito con l’ausiliare avere se si vuole enfatizzare l’iniziativa del soggetto

Negli ultimi 130 anni più di 1,3 milioni di Finlandesi hanno emigrato in tutto il mondo.

 

VEDI ANCHE   

avere o essere?

 

 

ENFISEMA: MASCHILE O FEMMINILE?

 

Enfisema, termine del linguaggio medico che indica presenza anormale di aria o di altri gas nei tessuti dell’organismo, è di genere maschile

enfisema sottocutaneo

enfisema bolloso

un enfisema (con troncamento e dunque senza apostrofo)

Il dubbio nell’attribuzione del genere può derivare dalla presenza della -a finale, che di solito in italiano è propria dei nomi femminili. Ma enfisema è una di quelle parole in -a (come clima, schema, tema, trauma) che conserva il genere maschile dell’etimo greco.

 

 

-ENTISSIMO, SUPERLATIVI IN

 

Alcuni aggettivi che terminano in -fico, -dico e -volo formano il superlativo assoluto con il suffisso -entissimo (invece di -issimo)

benefico > beneficentissimo

munifico> munificentissimo

maledico > maledicentissimo

benevolo > benevolentissimo

malevolo > malevolentissimo

Alla base di questi superlativi assoluti c’è la conservazione del corrispondente modello latino (beneficentissimus, munificentissimus ecc.). Si può ipotizzare la commistione con un aggettivo di grado positivo in -ente (per il quale l’uscita in -entissimo è regolare, come in evidente > evidentissimo)

benefico / beneficente > beneficentissimo

munifico / munificente > munificentissimo

maledico / mal(e)dicente > maledicentissimo 

benevolo / benevolente > benevolentissimo. 

 

VEDI ANCHE   

grado degli aggettivi

 

 

ENUNCIATIVE, PROPOSIZIONI

 

Nell’analisi del periodo, le proposizioni enunciative (o assertive) sono quelle proposizioni indipendenti che affermano qualcosa senza particolari sfumature di tono. Possono avere forma sia positiva, sia negativa

Vado in città ogni sabato

Non vedo bene senza occhiali

Si contrappongono alle proposizioni interrogative (dirette o indirette), alle proposizioni esclamative e alle proposizioni volitive

 

 

E/O

 

La forma e/o si usa come congiunzione per collegare due alternative, indicando che sono possibili l’una, l’altra o entrambe

Concorso per titoli e/o esami

In un’espressione come quella riportata nell’esempio, e/o indica che il concorso può svolgersi in tre diversi modi: con la sola valutazione dei titoli, con la sola prova d’esame o con entrambi i metodi.

È opportuno ricorrere a questa forma soltanto quando è strettamente necessario (preferibilmente in contesti formali e tecnici). 

 

 STORIA 

La forma e/o si è diffusa in italiano nel corso del Novecento, molto probabilmente sul modello dell’anglosassone and/or.

 

VEDI ANCHE   

copulative, congiunzioni

 

 

E O È?

 

Le due forme divergono sia nella pronuncia, sia nella grafia. 

• La e senza accento grafico è una congiunzione copulativa

Luca e Mario vanno alla partita

Vivere e non essere mai contento (Vasco Rossi, Vivere)

Si pronuncia come e chiusa.

• La e con l’accento grave è la 3a persona singolare del presente indicativo del verbo essere

Annalisa è bionda

È stato lui a iniziare!

Vivere è un po’ come perder tempo (Vasco Rossi, Vivere)

Si pronuncia come e aperta

 

 

EPICÈNI, NOMI vedi GENERE COMUNE 

 

 

EPTA-

 

Epta- è un prefissoide usato per formare parole composte con ‘sette’ (dal greco epta, che significa proprio ‘sette’)

eptatlon (‘insieme di 7 gare’)

eptagonale (‘con 7 angoli’)

eptatonico (‘con 7 toni’)

È molto usato nelle terminologie scientifiche, in particolare in quella della chimica

eptano

eptavalente

Talvolta si può trovare anche nella forma con assimilazione etta-, come in 

ettaedro (ma anche eptaedro).

 

VEDI ANCHE   

numerali, aggettivi

 

 

ERITEMA: MASCHILE O FEMMINILE?

 

Eritema, termine del linguaggio medico che indica un arrossamento della pelle, è di genere maschile 

eritema solare

eritema del neonato

un eritema (con troncamento e dunque senza apostrofo)

Il dubbio nell’attribuzione del genere può derivare dalla presenza della -a finale, che di solito in italiano è propria dei nomi femminili, ma eritema è una di quelle parole in -a che conserva il genere maschile dell’etimo greco.

 

 

EROE / EROINA

 

È uno dei casi di nome maschile che forma il femminile in modo irregolare con il suffisso -ina, come gallo / gallina e zar / zarina.

 

VEDI ANCHE   

femminile, forme particolari del

 

 

-ERRIMO, SUPERLATIVI IN

 

Alcuni aggettivi la cui radice termina con -r formano il superlativo assoluto con il suffisso -errimo (invece di -issimo)

aspro > asperrimo

acre > acerrimo

celebre > celeberrimo

integro (‘onesto’)> integerrimo

misero > miserrimo

salùbre > saluberrimo.

 

 USI 

Nell’uso comune molte di queste forme del superlativo assoluto sono percepite come antiquate e adatte soltanto a contesti formali. Pertanto con questi aggettivi si preferisce costruire il superlativo ricorrendo ad alcuni avverbi

una critica decisamente molto aspra e sistematica della politica israeliana («La Repubblica»)

Alcuni aggettivi, peraltro, ammettono da secoli anche la forma regolare in -issimo

aspro > asperrimo o asprissimo

misero > miserrimo o miserissimo

integro (‘onesto’) > integerrimo o integrissimo

Oggi accade spesso che forme come acerrimo e integerrimo non siano più percepite come superlativi e vengano usate a loro volta per costruire un superlativo relativo o un comparativo

Anche i più acerrimi nemici della modernità non lo possono negare («Corriere della Sera»)

nel ruolo del più integerrimo tra i cacciatori di nazisti (www.lettera43.it).

 

VEDI ANCHE   

grado degli aggettivi

 

 

ESA-

 

Esa- è un prefissoide usato per formare parole composte con ‘sei’ (dal greco hesa, che significa proprio ‘sei’)

esagonale (‘con 6 angoli’)

esamotore (‘con 6 motori’)

È molto usato nelle terminologie scientifiche, in particolare in quella della chimica

esano

esavalente

esacloro.

 

VEDI ANCHE   

numerali, aggettivi

 

 

ESCLAMATIVE, PROPOSIZIONI

 

Nell’analisi del periodo, le proposizioni esclamative sono proposizioni indipendenti che presentano un’esclamazione. 

Nello scritto terminano con il punto esclamativo, mentre nel parlato presuppongono una particolare intonazione.

Possono essere costruite con diversi modi del verbo.

• Con l’indicativo

Che sarà mai!

Cosa ci posso fare!

Ma che cavolo dici!

• Con il congiuntivo esclamativo

Ma non mi dica!

Vedessi con i tuoi occhi!

– Viva la sacra corona imperiale! – gridò Curzio / – E che il sultano muoia! – replicò la sentinella (I. Calvino, Il Cavaliere inesistente)

Talvolta le proposizioni esclamative rette da congiuntivo possono essere introdotte da se

Se fosse quello il problema!

• Con l’infinito, soprattutto come risposta a un’affermazione altrui e con la ripresa enfatica del soggetto

Io fare una cosa del genere!

• Con l’imperativo, quando questo modo verbale è usato per esprimere un auspicio, un’esortazione o un’imprecazione

Tornate presto!

Europa, svegliati!

Fate largo!

Ma va’ all’inferno!

Le proposizioni esclamative possono presentare anche l’ellissi del verbo

Altro che missione di pace!

Che splendida giornata!

Bene!

 

VEDI ANCHE   

esclamativi, avverbi

esclamativo, complemento

 

 

ESCLAMATIVI, AGGETTIVI E PRONOMI

 

Gli aggettivi e i pronomi esclamativi introducono proposizioni esclamative nei rispettivi ruoli grammaticali. 

Si distinguono:

- gli aggettivi esclamativi

Che magnifico abito indossi oggi!

Quanto spreco!

Quale onore è avervi come nostri ospiti!

Che cosa diavolo vuoi!

- e i pronomi esclamativi

Chi credi di essere!

Cosa credi di fare! 

Che cosa ci fai qui!

Le forme degli aggettivi e dei pronomi esclamativi coincidono con quelle degli aggettivi e dei pronomi interrogativi: che, quale, chi, che cosa, cosa, quanto, anche se; rispetto a questi, cambiano nello scritto la punteggiatura (punto esclamativo anziché punto interrogativo) e nel parlato l’intonazione della frase.

 

VEDI ANCHE   

esclamativo, complemento

esclamativo, congiuntivo

 

 

ESCLAMATIVI, AVVERBI

 

Gli avverbi esclamativi sono usati per introdurre proposizioni esclamative

Come s’è fatto tardi!

Dove andremo a finire di questo passo!

 

VEDI ANCHE   

esclamativi, aggettivi e pronomi 

esclamativo, complemento

esclamativo, congiuntivo

 

 

ESCLAMATIVI, PRONOMI vedi ESCLAMATIVI, AGGETTIVI E PRONOMI

 

 

ESCLAMATIVO, COMPLEMENTO

 

Nell’analisi logica il complemento esclamativo è il complemento che si trova nelle proposizioni esclamative. 

 

Può essere costituito:

- da una interiezione

Uffa, finiscila!

Ah, povero me!

- da un aggettivo esclamativo

Che diavolo vuoi!

 

VEDI ANCHE   

esclamativi, avverbi

esclamativo, congiuntivo

 

 

ESCLAMATIVO, CONGIUNTIVO

 

Il congiuntivo esclamativo è il congiuntivo usato in proposizioni esclamative per esprimere un’esclamazione

Sapessi quanta voglia ho di prendermi una vacanza!

Vedessi che magnifica giornata!

In alcuni casi l’impiego del congiuntivo esclamativo è cristallizzato nell’uso

Viva la grammatica!

 

VEDI ANCHE   

esortativo, congiuntivo

 

 

ESCLAMATIVO, PUNTO

 

Il punto esclamativo è un segno di punteggiatura usato: 

- nei vari tipi di proposizioni esclamative

Che cavolo volete da me!

Certo che sono arrivati!

Fammi un favore: togliti di mezzo!

- con il complemento esclamativo e in genere con le interiezioni

Con piacere!

Stop!

Urca!

Ha lo scopo di rappresentare graficamente la particolare intonazione ascendente-discendente delle proposizioni esclamative, diversa da quella delle proposizioni enunciative e delle proposizioni interrogative dirette

 

 

ESCLAMAZIONI vedi INTERIEZIONI

 

 

ESCLUSIONE, COMPLEMENTO DI

 

Nell’analisi logica, il complemento di esclusione è il complemento retto dalla preposizione senza, che indica un’esclusione, una mancanza rispetto a quanto espresso dal verbo 

Sono andato in vacanza senza i miei amici.

 

 

ESCLUSIVE, CONGIUNZIONI

 

Le congiunzioni esclusive sono congiunzioni subordinate che introducono le proposizioni esclusive nella forma implicita ed esplicita.

 

Sono la congiunzione senza e la locuzione congiuntiva senza che

Tutti si misero in marcia senza dire una parola

Da cinque anni si discute del protocollo di Kyoto, senza che sia entrato in vigore («L’Unità»).

 

 

ESCLUSIVE, PROPOSIZIONI

 

Le proposizioni esclusive, introdotte da congiunzioni esclusive (come senza) e da locuzioni congiuntive (come senza che), sono proposizioni subordinate che esprimono un fatto escluso da quanto espresso nella proposizione reggente

Mi sono ritrovato iscritto al corso senza esserne informato

Quando sono nella forma esplicita, sono costruite con il congiuntivo

Mi sono ritrovato iscritto al corso senza che lo sapessi

senza che lui si muovesse cercarono d’espandersi nella loro maggiore ampiezza (I. Calvino, L’avventura di un soldato).

 

 

ESOFAGI O ESOFAGHI?

 

Anche se la forma plurale esofagi è nettamente più diffusa nell’uso, entrambe le forme si possono ritenere corrette.

La regola generale prevede che i sostantivi in -go / -co con accento non sulla penultima sillaba formino il plurale in -gi / -ci (quindi esofago > esofagi); tuttavia i nomi in -òfago ammettono entrambe le forme del plurale a seconda dei casi e tendono a formare i plurali in -ghi quando indicano oggetti non animati. 

 

VEDI ANCHE   

-fago, -logo, plurale dei nomi in

 

 

ESORTATIVO, CONGIUNTIVO

 

Il congiuntivo esortativo è il congiuntivo usato in proposizioni indipendenti per esprimere:

- un ordine

Se ne vada immediatamente!

- un’esortazione

Sia buono, mi dia una mano!

- un invito

Passi da me, quando può

Il congiuntivo esortativo è spesso usato nelle proposizioni indipendenti al posto dell’imperativo

La smetta di darmi fastidio!

 

 USI 

Nell’italiano regionale delle zone centro-meridionali è diffusa la tendenza a sostituire il congiuntivo presente con quello imperfetto

La smettesse di darmi fastidio! 

Questo uso va evitato nel parlato formale e nello scritto. 

 

VEDI ANCHE   

esclamativo, congiuntivo

 

 

ESPLÈTO O ÈSPLETO?

 

La pronuncia corretta è quella con accentazione: esplèto, sulla base del modello latino explèto

 

 

La forma scorretta rientra nella tendenza dell’uso popolare a spostare in modo improprio l’accento di parole poco comuni sulla prima sillaba (ritrazione dell’accento), come avviene ad esempio per edìle o èdile?.

 

VEDI ANCHE   

accento

 

 

ESPLICATIVE, CONGIUNZIONI vedi DICHIARATIVE, CONGIUNZIONI

 

 

ESPLICATIVE, PROPOSIZIONI vedi DICHIARATIVE, PROPOSIZIONI

 

 

ESSERE

 

In grammatica il verbo essere svolge diverse funzioni.

Innanzitutto, può avere una funzione predicativa (predicativi, verbi) ed essere quindi usato con significato autonomo in frasi come

Luca è a casa / Mario è a Londra (= si trova) 

Stasera saremo tutti in centro (= andremo, ci troveremo)

Essere inoltre svolge una funzione copulativa (copulativi, verbi) quando unisce un predicato nominale con:

un complemento predicativo del soggetto

Luca è contento di vedermi

una apposizione o un attributo

Il commendator Rossi è il nuovo ambasciatore d’Italia in Francia

Essere, infine, svolge la funzione di verbo ausiliare nella formazione: 

- dei tempi composti

Luigi non è venuto

- della forma passiva

Mario è stato trattenuto in ufficio da impegni urgenti.

 

VEDI ANCHE   

avere o essere?

forma attiva, passiva e riflessiva

 

 

ESSERE O STARE?

 

In alcuni italiani regionali stare è usato in molti contesti al posto di essere

Maria sta a Roma in questo momento (= si trova)

Sto arrabbiato (= sono arrabbiato)

Ci sta un capello nella minestra (= c’è)

Questi usi, tollerabili nel parlato informale, sono tuttavia da evitare nel parlato sorvegliato e nello scritto di qualsiasi registro e livello. 

 

 

ESTENSIONE O ESTENZIONE?

 

La forma corretta è estensione, con la s (l’etimo latino è extensionem). Non bisogna farsi trarre in inganno dalla pronuncia con la z, diffusa in molte regioni italiane (la stessa per cui si pronuncia erroneamente penzare invece di pensare, e simili).

 

VEDI ANCHE   

-sione o -zione?

 

 

ESTERREFATTO O ESTEREFATTO?

 

La grafia corretta è esterrefatto, con la doppia r

La grafia scorretta con una sola r rappresenta tuttavia un errore comune, probabilmente per influsso di aggettivi come rarefatto

 

 

ESTIMATIVI, VERBI

 

I verbi estimativi rappresentano una categoria dei verbi copulativi costituita dall’uso copulativo di verbi come stimare, giudicare, ritenere, considerare, reputare

Considero Toscanini il miglior direttore d’orchestra della sua generazione

Possono essere usati nella forma passiva con un complemento predicativo del soggetto

Fermi è ritenuto uno dei più grandi fisici di tutti i tempi 

oppure nella forma attiva con un complemento predicativo dell’oggetto

Marco considera Luigi un gran buffone

Lo giudico tempo sprecato!

 

VEDI ANCHE   

forma attiva, passiva e riflessiva

 

 

ESTORSIONE O ESTORZIONE?

 

La forma corretta è estorsione. Non bisogna farsi trarre in inganno dalla pronuncia con la z diffusa in molte regioni italiane (la stessa per cui si pronuncia erroneamente sparzo invece di sparso, e simili).

 

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-sione o -zione?

 

 

ESTREMO

 

Dal punto di vista etimologico, estremo deriva dal latino extremus, superlativo di exter ‘che sta fuori’. 

Il significato fa riferimento a ‘ciò che è o rappresenta il termine ultimo (in senso locativo o temporale) di qualche cosa’

Nell’estremo versante occidentale della Grecia

L’estremo istante della sua vita

È usato di frequente anche con il significato figurato di ‘eccessivo’ o semplicemente di ‘molto grande’

Il dispotismo estremo

L’estrema violenza di costoro

Un bisogno estremo di attenzione.

 

 USI 

Oggi capita spesso che estremo non sia più percepito come un superlativo e venga usato a sua volta per costruire un comparativo o un superlativo relativo

Sono fondamentalisti del tipo più estremo («L’Unità»)

solo nel più estremo dei casi poteva servire a dar sfogo alle voglie maschili (M. Murgia, Ave Mary)

Quest’uso è già attestato in Manzoni

Finalmente nuovi casi, più generali, più forti, più estremi, arrivarono anche fino a loro (A. Manzoni, I promessi sposi)

C’è chi usa estremo, di solito in tono scherzoso, anche al superlativo 

Eppure, mica tutti hanno apprezzato, ieri, il bel gesto estremo, estremissimo, poi, per le reti private («Corriere della Sera»).

 

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grado degli aggettivi

 

 

ETÀ, COMPLEMENTO DI

 

Nell’analisi logica il complemento di età è il complemento a cui si ricorre per indicare l’età di qualcuno ed è introdotto dalle preposizioni di e su

un uomo di cinquant’anni

una signora sui settant’anni

Non sempre, però, l’indicazione dell’età corrisponde a questo complemento; ad esempio, in una frase come 

Gianni ha compiuto cinquant’anni

cinquant’anni è il complemento oggetto.

 

 

EUFEMISMI

 

L’eufemismo è una figura retorica che consiste nel sostituire – per scrupolo morale o religioso, per pudicizia, per ragioni sociali o comunque di rispetto – l’espressione propria e usuale con un’altra di significato attenuato

ha un brutto male (= un cancro)

si è fatto male dove non batte il sole (= ai genitali) 

Gianna ha le sue cose (= le mestruazioni).

 

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politicamente corretto

 

 

EX / EX-

 

La forma deriva dalla preposizione latina ex (‘fuori di’) ed è usata in italiano con diverse funzioni. 

• Come prefisso indica la condizione di chi ha ricoperto in precedenza un ruolo o una carica ufficiale

ex fidanzata 

ex rettore

ex generale

ex sindaco

In questi casi è possibile anche la grafia con il trattino, tuttavia minoritaria

ex-fidanzata

ex-sindaco

• Sempre con questo significato, ex può essere usato come nome in contesti informali e scherzosi

il suo ex (= ex fidanzato, ex marito)

la sua ex (= ex fidanzata, ex moglie)

In italiano questo prefisso è scarsamente produttivo per la formazione di vocaboli nuovi e sopravvive quasi esclusivamente in parole o locuzioni derivate dal latino nella forma ex-, come

exema

exencefalia

e soprattutto nella forma abbreviata e-, come 

elaborare

emettere 

o nella forma es- o s- nei composti in cui l’elemento iniziale è in latino ex-

esclamare 

estrarre

spandere

stendere.

 

 

EXTRA / EXTRA-

 

La forma extra (in latino ‘fuori’) può svolgere in italiano varie funzioni e assumere diverse sfumature di significato.

• Come prefisso, con il significato di ‘al di fuori di’, è usato per formare parole composte di formazione moderna

extraterrestre

extraparlamentare

extrauterino

• Come prefisso, con valore superlativo (= stra), si usa per indicare qualità superiore

extravergine

extragenuino

extralusso

• Con valore di preposizione, con il significato di ‘al di fuori di’, si trova in alcune espressioni abbreviate

relazione extra-famiglia

infortuni extra-lavoro 

spese extra-bilancio

• Come aggettivo, si usa con il significato di ‘non ordinario’ o ‘non previsto’ 

Non avevo tenuto conto delle spese extra

È necessario uno sforzo extra

• Come nome, per indicare ciò che si guadagna o si consuma oltre a quanto previsto

Un lavoro che porta molti extra

Pretende un extra per il rischio che corre.