E
E-
E-, abbreviazione dell’inglese electronic ‘elettronico’, è anteposto a parole inglesi per comporre sostantivi legati all’informatica e a internet
e-banking (‘attività bancaria che si svolge attraverso internet’)
e-commerce (‘commercio on line’)
e-mail (‘posta elettronica’)
e-democracy (‘partecipazione dei cittadini attraverso internet’)
Di norma e- mantiene il trattino, anche se la grafia di alcune forme è variabile nell’uso, come ad esempio e-mail / email.
-EARE, VERBI IN
I verbi regolari in -eare, cioè della I coniugazione (-are) con radice che termina in -e, mantengono la e anche quando, nelle varie forme del futuro e del condizionale, questa si trova a precedere un’altra e
delineare> delineeremo (non delineremo)
delineare> delineerei (non delinerei)
La grafia con una sola e, che pure s’incontra talvolta nella scrittura meno sorvegliata, è dunque da considerarsi errata.
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coniugazione
ECCETTUATIVE, CONGIUNZIONI
Le congiunzioni eccettuative sono quelle congiunzioni subordinative che indicano un’eccezione rispetto a quanto espresso in precedenza. Le più comuni sono fuorché e le locuzioni congiuntive tranne che, eccetto che, salvo che, se non che, a meno che
Non lo farò mai, a meno che non me lo chieda espressamente
Sono disposto a tutto tranne che a scendere a compromessi
Fuorché si usa solo con verbi di modo non finito
In quel momento avrei voluto essere ovunque fuorché trovarmi su quel tram («Corriere della Sera»)
Fuorché, tranne, eccetto, salvo possono essere usate anche come preposizioni
Bevo tutto eccetto il caffè
Hanno giocato tutti fuorché me
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge (Costituzione della Repubblica Italiana, art. 16).
ECCETTUATIVE, PROPOSIZIONI
Nell’analisi del periodo, le proposizioni eccettuative sono proposizioni subordinate che indicano una circostanza a eccezione della quale è vero quanto espresso dalla proposizione reggente. Le proposizioni eccettuative possono essere esplicite oppure implicite.
• Le proposizioni eccettuative esplicite sono introdotte da congiunzioni eccettuative o locuzioni congiuntive come sennonché, tranne che, eccetto che, salvo che, a meno che, se non che e possono essere costruite all’indicativo o, più spesso, al congiuntivo
Le leggi [...] entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso (Costituzione della Repubblica Italiana, art. 73)
Accetterei volentieri, a meno che tu non abbia qualcosa in contrario
Eravamo già partiti, se non che si è rotta la macchina
• Le proposizioni eccettuative implicite devono obbligatoriamente avere lo stesso soggetto della proposizione reggente e sono introdotte da congiunzioni e locuzioni congiuntive come che, fuorché, a meno di, se non
Non vi resta che accettare
Chiedimi tutto fuorché lavare i piatti
A meno di ammalarmi, verrò sicuramente
Cosa possiamo fare, se non riderne?
ECCEZIONE O ECCEZZIONE?
La grafia corretta è eccezione, con una sola z, anche se l’effettiva pronuncia zz (corretta e diffusa in tutta Italia) può trarre in inganno.
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z o zz?
ECC. O ETC.?
Entrambe le grafie sono corrette e abbreviano la formula latina et cetera ‘e le cose che rimangono’. La formula può essere usata in circostanze diverse.
• Alla fine di un’enumerazione per evitare di indicare tutti gli altri elementi dell’elenco, che vengono dunque dati come presupposti o desumibili da altre fonti
Ricorda di comprare pane, pasta, formaggio ecc.
Sono le domande precedute da locuzioni del tipo: come, come mai, perché, in che modo, etc. (G. Carofiglio, L’arte del dubbio)
• Quando si vuole dare per presupposto quel che segue in un testo
In quel giorno l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Giovanni de Mendozza, Marchese de la Hynojosa, Gentiluomo etc., Governatore etc., pensò seriamente ad estirparlo (A. Manzoni, I promessi sposi)
La grafia ecc., che abbrevia l’effettiva pronuncia italiana (eccetera), è preferibile e risulta oggi più comune rispetto a etc., più fedele alla grafia latina.
È bene, comunque, non alternare le due forme all’interno dello stesso testo.
DUBBI
Prima di ecc. e etc., anche al termine di un elenco, l’uso della virgola è facoltativo. La ragione è che nella formula stessa è contenuta una congiunzione coordinativa (et, corrispondente all’italiano e) che funge da elemento di raccordo con ciò che la precede.
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abbreviazioni
ECO
La particolarità di questo sostantivo è che cambia di genere tra singolare e plurale.
• Il singolare del sostantivo eco, contrariamente a quel che la terminazione in -o potrebbe far pensare, è di genere femminile
L’evento ha avuto una vasta eco
L’iniziativa ha avuto un’eco notevole (con >>>elisione)
• Il plurale, invece, è il maschile echi
Gli echi di guerra
A distanza di anni, gli echi di quella vicenda si sentono ancora.
STORIA
La particolarità di questo nome è dovuta alla sua etimologia, legata alla mitologia classica. Giove ricorreva alla ninfa Eco, abile conversatrice, per distrarre la moglie Era durante i suoi tradimenti. Per questo, secondo il mito, Era punì la ninfa Eco togliendole la parola e condannandola a ripetere solo l’ultima parte di ogni discorso.
ECO-
Eco- è un prefissoide usato per la composizione di parole derivate dal greco o formate modernamente. A seconda dei casi eco- (derivato dal greco òikos ‘casa’) può assumere tre significati diversi.
• Significa ‘casa’, in parole come
economia (letteralmente ‘amministrazione della casa’)
ecofobia (‘paura di restare soli in casa’)
• Significa ‘ambiente dove si vive’, in parole come
ecologia (‘studio dell’ambiente’)
ecosistema (‘sistema di un determinato ambiente ecologico’)
• È la riduzione dei termini ecologia, ecologico nella composizione di parole come
ecomafia (‘gruppi dediti ad attività criminali che hanno un impatto sull’ambiente’)
ecomostro (‘costruzione che deturpa il paesaggio’)
ecocompatibile (‘compatibile con l’ambiente’)
ecocombustibile (‘combustibile rispettoso dell’ambiente’).
ED vedi D (EUFONICA)
EDÌLE O ÈDILE?
La pronuncia corretta è edìle, che ricalca l’accento della base latina aedìlem.
La pronuncia èdile è dunque scorretta, anche se si tratta di un errore abbastanza comune e diffuso da tempo. L’errata ritrazione dell’accento si deve probabilmente al modello di aggettivi molto usati come àbile, èsile ecc., che sono accentati sulla prima sillaba (sdrucciola, accentazione).
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accento
EFFETTIVI, VERBI
I verbi effettivi rappresentano una categoria dei verbi copulativi e servono per indicare uno stato, una sembianza o una trasformazione
Luisa appare felice
La piazza sembra deserta
La tua casa diventa sempre più accogliente
Si costruiscono con un complemento predicativo del soggetto.
Non possono essere coniugati al passivo, perché sono sempre intransitivi.
Anche alcuni verbi predicativi come nascere, crescere, invecchiare, rendere, fare ecc. possono essere usati come copulativi effettivi
I bambini crescono sani e robusti
La verità rende liberi.
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forma attiva, passiva e riflessiva
transitivi e intransitivi, verbi
EGLI / LUI
I pronomi personali soggetto di 3a persona sono:
- egli, lui ed esso per il singolare maschile;
- ella, lei ed essa per il singolare femminile;
- loro, essi/esse per il plurale.
Tra questi, le forme lui (maschile), lei (femminile) e loro (plurale sia maschile, sia femminile) sono oggi nettamente preponderanti, tanto nel parlato, quanto nello scritto, anche formale.
STORIA
L’uso di lui, lei e loro come pronomi soggetto è stato a lungo sanzionato dai grammatici del passato e oggetto di dibattito nella storia della grammatica italiana fin dal Cinquecento. Oggi non vi sono più dubbi sull’accettabilità di queste forme.
ELEMENTARITÀ O ELEMENTARIETÀ?
La forma corretta è elementarità. Infatti i sostantivi che derivano da aggettivi terminanti in -are si formano con il suffisso -ità.
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-ità, -ietà o -eità?
ELETTIVI, VERBI
I verbi elettivi rappresentano una categoria dei verbi copulativi formata dall’uso copulativo di verbi come eleggere, nominare, proclamare.
Possono essere usati nella forma passiva con un complemento predicativo del soggetto
Ariel Sharon venne eletto (= forma passiva) primo ministro (= complemento predicativo del soggetto) perché prometteva al paese di farlo vivere in condizioni di sicurezza («La Repubblica»)
Oppure nella forma attiva con un complemento predicativo dell’oggetto
Il Presidente della Repubblica ha nominato (= forma attiva) mio nonno Cavaliere del lavoro (= complemento predicativo dell’oggetto).
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forma attiva, passiva e riflessiva
ELISIONE
L’elisione è la soppressione (dal latino elisionem ‘ferita’) della vocale alla fine di una parola davanti alla vocale iniziale della parola successiva
l’amore (anziché lo amore)
L’elisione è segnalata nello scritto tramite l’apostrofo.
Si ricorre all’elisione con diversi tipi di parole.
• Con gli articoli:
- l’elisione è obbligatoria quando l’articolo singolare maschile lo è seguito da una parola che comincia per vocale
*lo amico > l’amico
*lo inizio > l’inizio
*lo esercizio > l’esercizio
- l’elisione è normale ma facoltativa quando gli articoli singolari femminili la e una sono seguiti da una parola che comincia per vocale
la amica > l’amica
la esposizione > l’esposizione
una amica > un’amica
una esposizione > un’esposizione
- l’elisione è possibile, anche se ormai rara e da evitare per via del gusto arcaizzante che caratterizza queste scelte, con gli articoli plurali gli davanti a parola che inizia per i (gl’indigeni) e con le davanti a una parola che comincia con una qualsiasi vocale (l’eliche).
• Con le preposizioni articolate
*dello occhio> dell’occhio
*nello atrio > nell’atrio
• Con la preposizione di
d’altro canto
la proposta ha un qualcosa d’avvincente
• Con i pronomi personali atoni lo, la, mi, ti, ci, si, vi, ne, ve
la ho visto > l’ho vista
lo ho cercato > l’ho cercato
si arrende > s’arrende
• Negli aggettivi numerali cardinali e ordinali
cento anni > cent’anni
la sest’ultima volta
• Con questo, quello, alcuna, quanto
questo avvenimento > quest’avvenimento
quanto altro > quant’altro
• Con la 2a persona singolare dell’imperativo di alcuni verbi come fare, dire, dare, andare
Fa’ (fai) meno rumore, per favore!
Di’ (dici) liberamente quello che pensi
Da’ una mano al tuo vicino
Va’ (vai) a casa
• Con po’ (poco)
un po’ di pane
ne voglio un po’
Inoltre, in alcuni casi la caduta di una vocale per elisione porta all’unione di due forme in un’unica parola:
- con il prefisso ri- davanti a parola che inizia per a
ravvedersi (ri + avvedersi)
- nella composizione di alcune parole (base + suffisso)
elegantone (elegante + one, con elisione della -e finale della base).
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troncamento
ELLENICO O ELLENISTICO?
I due aggettivi hanno un significato diverso.
• Ellenico fa riferimento agli Ellèni, gli abitanti dell’Èllade, cioè dell’antica Grecia
La paura della profonda terraferma e delle sue montagne era tale che gli elleni la battezzarono Epiro, cioè “il non misurabile” («La Repubblica»)
• Ellenistico invece fa riferimento al periodo che va dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla battaglia di Azio (32 a.C.)
Datata al 4-26 avanti Cristo, la statua viene considerata copia in marmo di un originale bronzeo ellenistico del 170-160 a.C. («La Repubblica»).
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-ista e -istico
ELLISSI
L’ellissi è l’omissione di qualche elemento che resta sottinteso in una frase e risulta ricavabile dal contesto.
Gli elementi che si possono omettere sono:
- il soggetto
Sono partiti i tuoi genitori? No, [i miei genitori] non sono ancora partiti
- una parola specifica, in espressioni fissate nell’uso o quando il termine mancante è chiaro dal contesto
La [corsa automobilistica] Parigi-Dakar
Il vano [destinato al] motore
Il primo bambino della fila era alto, il secondo [bambino della fila] molto basso
- il predicato verbale
Chi non è partito? I miei genitori [non sono partiti]
- un verbo ausiliare (avere o essere?)
Ieri sera ho mangiato un pollo e [ho] bevuto un bicchiere di vino
Sono arrivato e [sono] partito quasi subito
- un’intera proposizione
[Vorrei che] Fosse già Natale!
Sei d’accordo con quello che ha detto? Sì [sono d’accordo con quello che ha detto]
L’ellissi è tipica di sentenze e proverbi
Briglia sciolta un po’ per volta.
EMIGRARE: AVERE O ESSERE?
Il verbo intransitivo emigrare nei tempi composti si costruisce con l’ausiliare essere
lo scorso anno dai paesi dell’est Europa sono emigrati in Germania più ebrei di quanti ne siano andati a Gerusalemme («L’Unità»)
Il verbo può essere costruito con l’ausiliare avere se si vuole enfatizzare l’iniziativa del soggetto
Negli ultimi 130 anni più di 1,3 milioni di Finlandesi hanno emigrato in tutto il mondo.
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avere o essere?
ENFISEMA: MASCHILE O FEMMINILE?
Enfisema, termine del linguaggio medico che indica presenza anormale di aria o di altri gas nei tessuti dell’organismo, è di genere maschile
enfisema sottocutaneo
enfisema bolloso
un enfisema (con troncamento e dunque senza apostrofo)
Il dubbio nell’attribuzione del genere può derivare dalla presenza della -a finale, che di solito in italiano è propria dei nomi femminili. Ma enfisema è una di quelle parole in -a (come clima, schema, tema, trauma) che conserva il genere maschile dell’etimo greco.
-ENTISSIMO, SUPERLATIVI IN
Alcuni aggettivi che terminano in -fico, -dico e -volo formano il superlativo assoluto con il suffisso -entissimo (invece di -issimo)
benefico > beneficentissimo
munifico> munificentissimo
maledico > maledicentissimo
benevolo > benevolentissimo
malevolo > malevolentissimo
Alla base di questi superlativi assoluti c’è la conservazione del corrispondente modello latino (beneficentissimus, munificentissimus ecc.). Si può ipotizzare la commistione con un aggettivo di grado positivo in -ente (per il quale l’uscita in -entissimo è regolare, come in evidente > evidentissimo)
benefico / beneficente > beneficentissimo
munifico / munificente > munificentissimo
maledico / mal(e)dicente > maledicentissimo
benevolo / benevolente > benevolentissimo.
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grado degli aggettivi
ENUNCIATIVE, PROPOSIZIONI
Nell’analisi del periodo, le proposizioni enunciative (o assertive) sono quelle proposizioni indipendenti che affermano qualcosa senza particolari sfumature di tono. Possono avere forma sia positiva, sia negativa
Vado in città ogni sabato
Non vedo bene senza occhiali
Si contrappongono alle proposizioni interrogative (dirette o indirette), alle proposizioni esclamative e alle proposizioni volitive.
E/O
La forma e/o si usa come congiunzione per collegare due alternative, indicando che sono possibili l’una, l’altra o entrambe
Concorso per titoli e/o esami
In un’espressione come quella riportata nell’esempio, e/o indica che il concorso può svolgersi in tre diversi modi: con la sola valutazione dei titoli, con la sola prova d’esame o con entrambi i metodi.
È opportuno ricorrere a questa forma soltanto quando è strettamente necessario (preferibilmente in contesti formali e tecnici).
STORIA
La forma e/o si è diffusa in italiano nel corso del Novecento, molto probabilmente sul modello dell’anglosassone and/or.
VEDI ANCHE
copulative, congiunzioni
E O È?
Le due forme divergono sia nella pronuncia, sia nella grafia.
• La e senza accento grafico è una congiunzione copulativa
Luca e Mario vanno alla partita
Vivere e non essere mai contento (Vasco Rossi, Vivere)
Si pronuncia come e chiusa.
• La e con l’accento grave è la 3a persona singolare del presente indicativo del verbo essere
Annalisa è bionda
È stato lui a iniziare!
Vivere è un po’ come perder tempo (Vasco Rossi, Vivere)
Si pronuncia come e aperta.
EPICÈNI, NOMI vedi GENERE COMUNE
EPTA-
Epta- è un prefissoide usato per formare parole composte con ‘sette’ (dal greco epta, che significa proprio ‘sette’)
eptatlon (‘insieme di 7 gare’)
eptagonale (‘con 7 angoli’)
eptatonico (‘con 7 toni’)
È molto usato nelle terminologie scientifiche, in particolare in quella della chimica
eptano
eptavalente
Talvolta si può trovare anche nella forma con assimilazione etta-, come in
ettaedro (ma anche eptaedro).
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numerali, aggettivi
ERITEMA: MASCHILE O FEMMINILE?
Eritema, termine del linguaggio medico che indica un arrossamento della pelle, è di genere maschile
eritema solare
eritema del neonato
un eritema (con troncamento e dunque senza apostrofo)
Il dubbio nell’attribuzione del genere può derivare dalla presenza della -a finale, che di solito in italiano è propria dei nomi femminili, ma eritema è una di quelle parole in -a che conserva il genere maschile dell’etimo greco.
EROE / EROINA
È uno dei casi di nome maschile che forma il femminile in modo irregolare con il suffisso -ina, come gallo / gallina e zar / zarina.
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femminile, forme particolari del
-ERRIMO, SUPERLATIVI IN
Alcuni aggettivi la cui radice termina con -r formano il superlativo assoluto con il suffisso -errimo (invece di -issimo)
aspro > asperrimo
acre > acerrimo
celebre > celeberrimo
integro (‘onesto’)> integerrimo
misero > miserrimo
salùbre > saluberrimo.
USI
Nell’uso comune molte di queste forme del superlativo assoluto sono percepite come antiquate e adatte soltanto a contesti formali. Pertanto con questi aggettivi si preferisce costruire il superlativo ricorrendo ad alcuni avverbi
una critica decisamente molto aspra e sistematica della politica israeliana («La Repubblica»)
Alcuni aggettivi, peraltro, ammettono da secoli anche la forma regolare in -issimo
aspro > asperrimo o asprissimo
misero > miserrimo o miserissimo
integro (‘onesto’) > integerrimo o integrissimo
Oggi accade spesso che forme come acerrimo e integerrimo non siano più percepite come superlativi e vengano usate a loro volta per costruire un superlativo relativo o un comparativo
Anche i più acerrimi nemici della modernità non lo possono negare («Corriere della Sera»)
nel ruolo del più integerrimo tra i cacciatori di nazisti (www.lettera43.it).
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grado degli aggettivi
ESA-
Esa- è un prefissoide usato per formare parole composte con ‘sei’ (dal greco hesa, che significa proprio ‘sei’)
esagonale (‘con 6 angoli’)
esamotore (‘con 6 motori’)
È molto usato nelle terminologie scientifiche, in particolare in quella della chimica
esano
esavalente
esacloro.
VEDI ANCHE
numerali, aggettivi
ESCLAMATIVE, PROPOSIZIONI
Nell’analisi del periodo, le proposizioni esclamative sono proposizioni indipendenti che presentano un’esclamazione.
Nello scritto terminano con il punto esclamativo, mentre nel parlato presuppongono una particolare intonazione.
Possono essere costruite con diversi modi del verbo.
• Con l’indicativo
Che sarà mai!
Cosa ci posso fare!
Ma che cavolo dici!
• Con il congiuntivo esclamativo
Ma non mi dica!
Vedessi con i tuoi occhi!
– Viva la sacra corona imperiale! – gridò Curzio / – E che il sultano muoia! – replicò la sentinella (I. Calvino, Il Cavaliere inesistente)
Talvolta le proposizioni esclamative rette da congiuntivo possono essere introdotte da se
Se fosse quello il problema!
• Con l’infinito, soprattutto come risposta a un’affermazione altrui e con la ripresa enfatica del soggetto
Io fare una cosa del genere!
• Con l’imperativo, quando questo modo verbale è usato per esprimere un auspicio, un’esortazione o un’imprecazione
Tornate presto!
Europa, svegliati!
Fate largo!
Ma va’ all’inferno!
Le proposizioni esclamative possono presentare anche l’ellissi del verbo
Altro che missione di pace!
Che splendida giornata!
Bene!
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esclamativi, avverbi
esclamativo, complemento
ESCLAMATIVI, AGGETTIVI E PRONOMI
Gli aggettivi e i pronomi esclamativi introducono proposizioni esclamative nei rispettivi ruoli grammaticali.
Si distinguono:
- gli aggettivi esclamativi
Che magnifico abito indossi oggi!
Quanto spreco!
Quale onore è avervi come nostri ospiti!
Che cosa diavolo vuoi!
- e i pronomi esclamativi
Chi credi di essere!
Cosa credi di fare!
Che cosa ci fai qui!
Le forme degli aggettivi e dei pronomi esclamativi coincidono con quelle degli aggettivi e dei pronomi interrogativi: che, quale, chi, che cosa, cosa, quanto, anche se; rispetto a questi, cambiano nello scritto la punteggiatura (punto esclamativo anziché punto interrogativo) e nel parlato l’intonazione della frase.
VEDI ANCHE
esclamativo, complemento
esclamativo, congiuntivo
ESCLAMATIVI, AVVERBI
Gli avverbi esclamativi sono usati per introdurre proposizioni esclamative
Come s’è fatto tardi!
Dove andremo a finire di questo passo!
VEDI ANCHE
esclamativi, aggettivi e pronomi
esclamativo, complemento
esclamativo, congiuntivo
ESCLAMATIVI, PRONOMI vedi ESCLAMATIVI, AGGETTIVI E PRONOMI
ESCLAMATIVO, COMPLEMENTO
Nell’analisi logica il complemento esclamativo è il complemento che si trova nelle proposizioni esclamative.
Può essere costituito:
- da una interiezione
Uffa, finiscila!
Ah, povero me!
- da un aggettivo esclamativo
Che diavolo vuoi!
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esclamativi, avverbi
esclamativo, congiuntivo
ESCLAMATIVO, CONGIUNTIVO
Il congiuntivo esclamativo è il congiuntivo usato in proposizioni esclamative per esprimere un’esclamazione
Sapessi quanta voglia ho di prendermi una vacanza!
Vedessi che magnifica giornata!
In alcuni casi l’impiego del congiuntivo esclamativo è cristallizzato nell’uso
Viva la grammatica!
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esortativo, congiuntivo
ESCLAMATIVO, PUNTO
Il punto esclamativo è un segno di punteggiatura usato:
- nei vari tipi di proposizioni esclamative
Che cavolo volete da me!
Certo che sono arrivati!
Fammi un favore: togliti di mezzo!
- con il complemento esclamativo e in genere con le interiezioni
Con piacere!
Stop!
Urca!
Ha lo scopo di rappresentare graficamente la particolare intonazione ascendente-discendente delle proposizioni esclamative, diversa da quella delle proposizioni enunciative e delle proposizioni interrogative dirette.
ESCLAMAZIONI vedi INTERIEZIONI
ESCLUSIONE, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica, il complemento di esclusione è il complemento retto dalla preposizione senza, che indica un’esclusione, una mancanza rispetto a quanto espresso dal verbo
Sono andato in vacanza senza i miei amici.
ESCLUSIVE, CONGIUNZIONI
Le congiunzioni esclusive sono congiunzioni subordinate che introducono le proposizioni esclusive nella forma implicita ed esplicita.
Sono la congiunzione senza e la locuzione congiuntiva senza che
Tutti si misero in marcia senza dire una parola
Da cinque anni si discute del protocollo di Kyoto, senza che sia entrato in vigore («L’Unità»).
ESCLUSIVE, PROPOSIZIONI
Le proposizioni esclusive, introdotte da congiunzioni esclusive (come senza) e da locuzioni congiuntive (come senza che), sono proposizioni subordinate che esprimono un fatto escluso da quanto espresso nella proposizione reggente
Mi sono ritrovato iscritto al corso senza esserne informato
Quando sono nella forma esplicita, sono costruite con il congiuntivo
Mi sono ritrovato iscritto al corso senza che lo sapessi
senza che lui si muovesse cercarono d’espandersi nella loro maggiore ampiezza (I. Calvino, L’avventura di un soldato).
ESOFAGI O ESOFAGHI?
Anche se la forma plurale esofagi è nettamente più diffusa nell’uso, entrambe le forme si possono ritenere corrette.
La regola generale prevede che i sostantivi in -go / -co con accento non sulla penultima sillaba formino il plurale in -gi / -ci (quindi esofago > esofagi); tuttavia i nomi in -òfago ammettono entrambe le forme del plurale a seconda dei casi e tendono a formare i plurali in -ghi quando indicano oggetti non animati.
VEDI ANCHE
-fago, -logo, plurale dei nomi in
ESORTATIVO, CONGIUNTIVO
Il congiuntivo esortativo è il congiuntivo usato in proposizioni indipendenti per esprimere:
- un ordine
Se ne vada immediatamente!
- un’esortazione
Sia buono, mi dia una mano!
- un invito
Passi da me, quando può
Il congiuntivo esortativo è spesso usato nelle proposizioni indipendenti al posto dell’imperativo
La smetta di darmi fastidio!
USI
Nell’italiano regionale delle zone centro-meridionali è diffusa la tendenza a sostituire il congiuntivo presente con quello imperfetto
La smettesse di darmi fastidio!
Questo uso va evitato nel parlato formale e nello scritto.
VEDI ANCHE
esclamativo, congiuntivo
ESPLÈTO O ÈSPLETO?
La pronuncia corretta è quella con accentazione: esplèto, sulla base del modello latino explèto
La forma scorretta rientra nella tendenza dell’uso popolare a spostare in modo improprio l’accento di parole poco comuni sulla prima sillaba (ritrazione dell’accento), come avviene ad esempio per edìle o èdile?.
VEDI ANCHE
accento
ESPLICATIVE, CONGIUNZIONI vedi DICHIARATIVE, CONGIUNZIONI
ESPLICATIVE, PROPOSIZIONI vedi DICHIARATIVE, PROPOSIZIONI
ESSERE
In grammatica il verbo essere svolge diverse funzioni.
• Innanzitutto, può avere una funzione predicativa (predicativi, verbi) ed essere quindi usato con significato autonomo in frasi come
Luca è a casa / Mario è a Londra (= si trova)
Stasera saremo tutti in centro (= andremo, ci troveremo)
• Essere inoltre svolge una funzione copulativa (copulativi, verbi) quando unisce un predicato nominale con:
un complemento predicativo del soggetto
Luca è contento di vedermi
una apposizione o un attributo
Il commendator Rossi è il nuovo ambasciatore d’Italia in Francia
• Essere, infine, svolge la funzione di verbo ausiliare nella formazione:
- dei tempi composti
Luigi non è venuto
- della forma passiva
Mario è stato trattenuto in ufficio da impegni urgenti.
VEDI ANCHE
avere o essere?
forma attiva, passiva e riflessiva
ESSERE O STARE?
In alcuni italiani regionali stare è usato in molti contesti al posto di essere
Maria sta a Roma in questo momento (= si trova)
Sto arrabbiato (= sono arrabbiato)
Ci sta un capello nella minestra (= c’è)
Questi usi, tollerabili nel parlato informale, sono tuttavia da evitare nel parlato sorvegliato e nello scritto di qualsiasi registro e livello.
ESTENSIONE O ESTENZIONE?
La forma corretta è estensione, con la s (l’etimo latino è extensionem). Non bisogna farsi trarre in inganno dalla pronuncia con la z, diffusa in molte regioni italiane (la stessa per cui si pronuncia erroneamente penzare invece di pensare, e simili).
VEDI ANCHE
-sione o -zione?
ESTERREFATTO O ESTEREFATTO?
La grafia corretta è esterrefatto, con la doppia r.
La grafia scorretta con una sola r rappresenta tuttavia un errore comune, probabilmente per influsso di aggettivi come rarefatto.
ESTIMATIVI, VERBI
I verbi estimativi rappresentano una categoria dei verbi copulativi costituita dall’uso copulativo di verbi come stimare, giudicare, ritenere, considerare, reputare
Considero Toscanini il miglior direttore d’orchestra della sua generazione
Possono essere usati nella forma passiva con un complemento predicativo del soggetto
Fermi è ritenuto uno dei più grandi fisici di tutti i tempi
oppure nella forma attiva con un complemento predicativo dell’oggetto
Marco considera Luigi un gran buffone
Lo giudico tempo sprecato!
VEDI ANCHE
forma attiva, passiva e riflessiva
ESTORSIONE O ESTORZIONE?
La forma corretta è estorsione. Non bisogna farsi trarre in inganno dalla pronuncia con la z diffusa in molte regioni italiane (la stessa per cui si pronuncia erroneamente sparzo invece di sparso, e simili).
VEDI ANCHE
-sione o -zione?
ESTREMO
Dal punto di vista etimologico, estremo deriva dal latino extremus, superlativo di exter ‘che sta fuori’.
Il significato fa riferimento a ‘ciò che è o rappresenta il termine ultimo (in senso locativo o temporale) di qualche cosa’
Nell’estremo versante occidentale della Grecia
L’estremo istante della sua vita
È usato di frequente anche con il significato figurato di ‘eccessivo’ o semplicemente di ‘molto grande’
Il dispotismo estremo
L’estrema violenza di costoro
Un bisogno estremo di attenzione.
USI
Oggi capita spesso che estremo non sia più percepito come un superlativo e venga usato a sua volta per costruire un comparativo o un superlativo relativo
Sono fondamentalisti del tipo più estremo («L’Unità»)
solo nel più estremo dei casi poteva servire a dar sfogo alle voglie maschili (M. Murgia, Ave Mary)
Quest’uso è già attestato in Manzoni
Finalmente nuovi casi, più generali, più forti, più estremi, arrivarono anche fino a loro (A. Manzoni, I promessi sposi)
C’è chi usa estremo, di solito in tono scherzoso, anche al superlativo
Eppure, mica tutti hanno apprezzato, ieri, il bel gesto estremo, estremissimo, poi, per le reti private («Corriere della Sera»).
VEDI ANCHE
grado degli aggettivi
ETÀ, COMPLEMENTO DI
Nell’analisi logica il complemento di età è il complemento a cui si ricorre per indicare l’età di qualcuno ed è introdotto dalle preposizioni di e su
un uomo di cinquant’anni
una signora sui settant’anni
Non sempre, però, l’indicazione dell’età corrisponde a questo complemento; ad esempio, in una frase come
Gianni ha compiuto cinquant’anni
cinquant’anni è il complemento oggetto.
EUFEMISMI
L’eufemismo è una figura retorica che consiste nel sostituire – per scrupolo morale o religioso, per pudicizia, per ragioni sociali o comunque di rispetto – l’espressione propria e usuale con un’altra di significato attenuato
ha un brutto male (= un cancro)
si è fatto male dove non batte il sole (= ai genitali)
Gianna ha le sue cose (= le mestruazioni).
VEDI ANCHE
politicamente corretto
EX / EX-
La forma deriva dalla preposizione latina ex (‘fuori di’) ed è usata in italiano con diverse funzioni.
• Come prefisso indica la condizione di chi ha ricoperto in precedenza un ruolo o una carica ufficiale
ex fidanzata
ex rettore
ex generale
ex sindaco
In questi casi è possibile anche la grafia con il trattino, tuttavia minoritaria
ex-fidanzata
ex-sindaco
• Sempre con questo significato, ex può essere usato come nome in contesti informali e scherzosi
il suo ex (= ex fidanzato, ex marito)
la sua ex (= ex fidanzata, ex moglie)
In italiano questo prefisso è scarsamente produttivo per la formazione di vocaboli nuovi e sopravvive quasi esclusivamente in parole o locuzioni derivate dal latino nella forma ex-, come
exema
exencefalia
e soprattutto nella forma abbreviata e-, come
elaborare
emettere
o nella forma es- o s- nei composti in cui l’elemento iniziale è in latino ex-
esclamare
estrarre
spandere
stendere.
EXTRA / EXTRA-
La forma extra (in latino ‘fuori’) può svolgere in italiano varie funzioni e assumere diverse sfumature di significato.
• Come prefisso, con il significato di ‘al di fuori di’, è usato per formare parole composte di formazione moderna
extraterrestre
extraparlamentare
extrauterino
• Come prefisso, con valore superlativo (= stra), si usa per indicare qualità superiore
extravergine
extragenuino
extralusso
• Con valore di preposizione, con il significato di ‘al di fuori di’, si trova in alcune espressioni abbreviate
relazione extra-famiglia
infortuni extra-lavoro
spese extra-bilancio
• Come aggettivo, si usa con il significato di ‘non ordinario’ o ‘non previsto’
Non avevo tenuto conto delle spese extra
È necessario uno sforzo extra
• Come nome, per indicare ciò che si guadagna o si consuma oltre a quanto previsto
Un lavoro che porta molti extra
Pretende un extra per il rischio che corre.