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ÂÎÉÄÈÒÅ, ×ÒÎÁÛ ÍÀ×ÀÒÜ ÎÁÓ×ÅÍÈÅ Ñ ÀÓÄÈÎ-ÇÀÏÈÑÜÞ

Grammatica essenziale della lingua italiana

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SINTASSI DEL PERIODO

La sintassi del periodo studia le proposizioni che compongono il periodo e le relazioni che intercorrono tra esse.

La proposizione può essere: principale (o indipendente), secondaria (o dipendente), coordinata, subordinata, reggente.

□ principale o indipendente: è la proposizione che ha senso compiuto: può stare da sol (quindi la possiamo isolare dal periodo), è autonoma, indipendente

Es. Mentre tutti fanno baccano, Franco legge un libro.

secondaria o dipendente: è la proposizione che dipende da un'altra proposizione, sia questa principale o secondaria. Da sola, isolata dal periodo, non ha senso compiuto

Es. Mentre tutti fanno baccano, Franco legge un libro.

coordinata: è la proposizione dello stesso ordine di quella cui è legata dalla congiunzione coordinativa o da un segno di interpunzione come la virgola.

Una proposizione può essere coordinata sia alla principale sia alla secondaria

Es. Mario legge un libro e Carla ascolta la musica.
Sono tornato a casa perché pioveva e non avevo l'ombrello.

subordinata: è la proposizione secondaria che dipende da un'altra proposizione, sia questa la principale o una secondaria. È collegata tramite le congiunzioni subordinative

Es. Studio con impegno perché voglio ottenere la promozione.
Ho comprato il motorino che mio padre mi aveva promesso se fossi stato promosso a giugno.

reggente: è la proposizione che ne regge un'altra.

Può essere la principale che regge una secondaria o una secondaria che ne regge un'altra (di grado inferiore)

Es. Carla va in motorino (principale e reggente)
perché cosi impiega meno tempo.
(secondaria)

Carla va in motorino (principale e reggente)
perché cosi impiega meno tempo
(secondaria di 1° grado e reggente della successiva)
per raggiungere il luogo di lavoro. (secondaria di 2° grado)


IL PERIODO

Il periodo, o frase complessa, è l'espressione di uno o più pensieri che hanno un significato compiuto.

È formato da una o più proposizioni, collegate fra loro sullo stesso piano (coordinazione) o su piani diversi (subordinazione).

È racchiuso in un'unica struttura delimitata da due segni di forte interpunzione, quali il punto e virgola o il punto. Il periodo può essere: semplice, composto, complesso.


semplice: quando è formato da una sola proposizione indipendente

Es. Stasera vado allo stadio in motorino.

composto: quando è formato da due o più proposizioni indipendenti, coordinate fra loro

Es. Stasera vado allo stadio, guardo la partita e torno a casa.

complesso: quando è formato da più proposizioni di diversa natura: principale, secondarie, coordinate

Es. Vado allo stadio in motorino, perché c'è molto traffico e non saprei dove parcheggiare l'auto.

 


LA PROPOSIZIONE PRINCIPALE O INDIPENDENTE

La proposizione principale è una frase semplice, costituita cioè da un verbo accompagnato o no da altre parole.

È chiamata anche indipendente perché non dipende da nessun'altra frase, ed è autonoma, in quanto da sola costituisce un messaggio dotato di senso compiuto.

La proposizione principale o indipendente può essere:

• enunciativa
• interrogativa diretta
• esclamativa
• volitiva

- imperativa
- proibitiva
- esortativa
- desiderativa
- concessiva

• dubitativa

□ PROP. ENUNCIATIVA: esprime una enunciazione, un messaggio, una dichiarazione, una descrizione di qualcosa. Di solito ha il verbo all'indicativo1. Può essere affermativa o negativa.

affermativa: quando si afferma qualcosa

Es. Oggi fa freddo.
Domani andrò al cinema.

negativa: quando si nega qualcosa

Es. Oggi non fa freddo.
Domani non andrò al cinema.

□ PROP. INTERROGATIVA DIRETTA: esprime direttamente una domanda e termina col punto interrogativo.

Ha il verbo all'indicativo, al congiuntivo, al condizionale2, all'infinito.

 

1. Talvolta può avere il verbo al condizionale (Avrei un impegno. Salterei volentieri l'antipasto. Secondo l'agenzia ANSA sarebbero scoppiati tumulti in piazza.)

o all'infinito, introdotto da ecco, per sottolineare l'improvviso avverarsi di un fatto (Ecco arrivare il taxi).

2. In questo caso è chiamato falso condizionale o pseudocondizionale, perché equivale all'indicativo

Es. Verresti (= vieni) con me?


Spesso utilizza aggettivi, pronomi e avverbi interrogativi (che, chi, come, quanto, quando ecc.) per introdurre le domande.

Può essere semplice o disgiuntiva.

• semplice: se esprime una sola domanda

Es. Vieni con me?
Quando arriva Simone?
Mi accompagneresti in auto?

disgiuntiva: se vengono formulate più domande, collegate dalle congiunzioni disgiuntive o, oppure, ovvero

Es. Preferisci Verdi o Wagner?
Andiamo al teatro oppure restiamo a casa?

In base al significato può essere reale o retorica.

• reale: quando esprime una domanda reale, perché non se ne conosce la risposta

Es. Che ore sono?
Come ti chiami?

retorica: quando la risposta è implicita nella domanda stessa

Es. Il fuoco non brucia forse?
Chi odia la felicità?